PELLE
. Per la descrizione anatomica della pelle, v. cute; epidermide; tegumentario, sistema.
Industria e commercio delle pelli animali.
Le pelli animali più importanti sono quelle appartenenti ai mammiferi e cioè le pelli dei bovini, dei bufali, delle pecore e degli agnelli, delle capre, dei cavalli, degli asini, dei cani, dei cervi, ecc. (v. concia; cuoio). La fabbricazione del cuoio riposa principalmente sulla perfetta conoscenza delle differenti pelli, onde ottenere un prodotto che corrisponda alle diverse esigenze tecniche: così per es. per avere cuoio pesante per cinghie da trasmissione o suola, è necessario ricorrere alle pelli di toro, di bue, di bufalo, mentre un cuoio assai leggiero, per uso di guanti, sarà ottenuto da pelli di agnello o di capretto.
La natura e la qualità delle pelli varia moltissimo secondo la provenienza, il peso e l'età. La provenienza è un fattore principale di valutazione, potendo presentare le pelli di una stessa razza animale, delle grandi differenze in relazione alla natura del suolo e del clima ambiente, e secondo la differente alimentazione e regime di vita. Il bestiame allevato in montagna dà una pelle assai migliore del bestiame allevato in pianura e così pure il bestiame allevato allo stato libero (semibrado) fornisce pelli le cui qualità fisiche (peso, spessore, densità del tessuto fibroso) sono assai migliori di quelle date dal bestiame allevato con regime stallino. L'ingrasso del bestiame destinato al macello, produce una pelle spessa, ma floscia, mentre il bestiame da lavoro lascia al macello una pelle consistente e tenace. Il valore delle pelli animali è poi in stretto rapporto con il loro peso, che ci dà la misura della grandezza, dello spessore e della densità del tessuto fibroso. In generale, nel commercio, tutte le pelli si trattano in base al loro peso.
Pelli bovine di vitello. - Rispetto al peso, le pelli bovine si classificano in pelli bovine propriamente dette e pelli di vitello. Una categoria particolare di pelli bovine, provenienti in massima parte dalle regioni asiatiche, viene distinta col termine di kips. Queste sono più leggiere delle pelli bovine europee, più grandi e più pesanti delle pelli di vitello. Rispetto al sesso e all'età si classificano in pelli di bue, vacca, toro, scottone, vitello.
Le pelli di bue, sono pelli del maschio castrato e sono particolarmente destinate alla produzione di cuoio pesante (suola, cinghie). Le pelli di vacca sono più sottili e più morbide di quelle di bue e di toro. Gli assortimenti pesanti si conciano a tannino per suola, cinghie, cuoio per sellerie, per valigeria, e anche per tomaia al cromo pesante, ecc. Le pelli medie e leggiere sono generalmente consumate dai fabbricanti di tomaia al cromo. Le pelli di toro, conciate a tannino, sono destinate per suola pesante o per cinghie di trasmissione. Sono anche buone per cuoi al cromo, per cuoio di carrozzeria, ecc. Le pelli di scottone sono quelle degli animali bovini giovani, ma non più vitelli. Sono molto morbide e vengono usate per la produzione di tomaia o articoli di marocchineria e valigeria di lusso. Le pelli di vitello formano una classe distinta delle pelli bovine: sono le più pregiate: hanno una pienezza notevole rispetto al loro peso e al loro spessore; un tessuto fibroso resistente, per quanto composto di fibre molto sottili; producono un cuoio pastoso, con fiore fino, soffice, pieghevole, elastico. Si adoperano per i lavori più fini.
Produzione e commercio. - La produzione mondiale delle pelli bovine si aggira sui 130 milioni di pezzi all'anno. L'Europa è la massima produttrice non solo rispetto alla quantità, ma anche alla qualità. Essa infatti produce una forte percentuale di pelli pesanti, provenienti specialmente dall'Europa occidentale e centrale e circa l'8% delle pelli a grande superficie provenienti in gran parte dalla regione alpina e cioè dalla Svizzera, dalla Francia, dall'ovest della Germania, dal nord dell'Italia, e poi anche dal Belgio, dai Paesi Bassi, dalla Gran Bretagna, dalla Spagna e dal Portogallo. Pelli piuttosto leggiere producono invece la Russia con la Siberia e i Balcani. Anche l'America Settentrionale produce una forte percentuale di pelli pesanti, mentre invece l'America Meridionale produce in prevalenza pelli di peso medio. In Africa se si toglie l'Etiopia e l'Unione sudafricana, che producono pelli di buon peso, tutti gli altri paesi hanno pelli di qualità piuttosto scadente. L'Asia, infine, produce quasi esclusisivamente pelli di peso kips.
Nei 130 milioni di pelli bovine, di cui sopra, sono compresi 35 ÷ 40 milioni di pelli di vitello. I principali paesi produttori di pelli di vitello sono l'Europa e l'America Settentrionale con circa l'80% del prodotto totale. Degli altri paesi solo l'Australia ha una discreta produzione. Il 50% del totale è rappresentato da pelli di vitello pesanti fornite specialmente dall'Europa centrale e nord-orientale e dal nord-ovest degli Stati Uniti. Il resto dell'America Settentrionale, la Gran Bretagna, l'Europa orientale, le colonie Britanniche producono pelli di vitelli lattanti, di peso medio e leggiero.
Circa il 35-40% della produzione mondiale di pelli bovine entra nel commercio internazionale. Come si vede dalla tabella annessa gli stati più forti esportatori sono l'Argentina, che esporta più dei 3/4, della sua produzione, il Brasile, l'Uruguay, l'India e la Cina. L'India è di gran lunga il più importante e nell'anteguerra le sue esportazioni avevano raggiunto i 14 milioni di pelli all'anno. Quanto alle importazioni, il primo posto è tenuto dagli Stati Uniti che importano per 1/3 delle pelli che entrano in commercio; in Europa il gruppo Germania, Gran Bretagna e Francia ne importa complessivamente un altro terzo.
Secondo J. Schnitzer, il consumo mondiale di pelli bovine nel 1931 può essere ripartito nel modo seguente: Stati Uniti 25,2%; Germania 15,4; Gran Bretagna 12,6; Francia 11,5; Italia 5; India Inglese 4,7; altri paesi 26,6.
Pelli ovine. - Le pelli ovine rappresentano un materiale più abbondante in numero di quello bovino e di quello caprino, ma qualitativamente inferiore; sono, infatti, più vuote di sostanza delle pelli di capra, hanno un tessuto fibroso aperto e il fiore assai delicato, piuttosto debole.
Le pelli ovine conciate al cromo dànno tomaia a buon mercato, cuoio per foderame e per abiti; con la concia al tannino si ottiene un cuoio più pieno, buono per marocchineria, per mobili, per valigeria, ecc. Con la concia bianca all'allume si ottiene un cuoio assai morbido, elastico e pieghevole, ottimo per la manifattura dei guanti. Più del 40% della produzione mondiale viene consumata dall'industria dei guanti, il 30% per calzoleria, il 30% per marocchineria e altro.
Le pelli ovine si classificano, oltre che secondo il sesso e l'età dell'animale, in pelli di pecora, di montone e di agnello, anche secondo la razza dell'animale e quindi secondo la qualità della lana, perché generalmente quanto più fine e abbondante è la lana, tanto più sottile e spugnosa è la pelle. Così abbiamo: razze a lana fina; razze a lana mezzo fine; razze a lana ruvida; razze a pelo di cane.
Le razze a lana fina (merinos e altre) dànno pelli vuote, deboli e spugnose, buone per cuoio a buon mercato e per foderame. La principale produttrice di pelli merinos è l'Australia; segue l'Unione Sudafricana.
Le razze a lana mezzo fine sono tutte di origine britannica (razze Down Shropshire, Oxford Romney, ecc.). Le pelli sono più grandi delle merinos, hanno la grana più ordinaria, ma sono più piene e di maggior spessore, tuttavia alquanto spugnose: dànno un cuoio resistente e di qualità. La produzione maggiore viene dall'est degli Stati Uniti, dal Canada, dalla Nuova Zelanda, dall'Argentina. In Europa le pecore di questo tipo sono diffuse principalmente nel sud della Francia, nella Svizzera, nel nord dell'Italia, nel Belgio, nell'Olanda e anche in Germania e in Scandinavia.
Le razze a lana ruvida (razza di Siria) dànno pelli di qualità superiore alle precedenti: grandezza media, piene di sostanza, con tessuto fibroso compatto a fiore fino serrato. Sono le razze più diffuse e si allevano specialmente nelle regioni più asciutte e più calde delle zone temperate: in Asia occupano tutta l'India, la Cina, la Persia, l'Afghānistān, l'Anatolia, l'Arabia; in Africa tutto il litorale mediterraneo; in Europa, la Russia, l'Ungheria, gli Stati balcanici, l'Arcipelago greco, le isole mediterranee, la Sardegna.
Le razze a pelo di cane (razza del Sudan) hanno pelli somiglianti molto a quelle di capra. Le pelli sono le migliori: dànno un cuoio pieno, fermo e di spessore, con la grana fina, serrata; conciate al cromo vanno bene per tomaia, e conciate all'allume dànno un guanto di qualità. Alcune produzioni del litorale arabico dànno il cosiddetto cuoio "mocha". Sono diffuse in tutta l'Africa ma più specialmente in quella occidentale e orientale; ve ne sono in Asia Minore, nella Persia, nella Grecia e anche in Italia (varietà maltesi e bergamasche). Razze dello stesso tipo troviamo nell'America Centrale (Colombia, Venezuela, Ecuador), nel Brasile e anche nel Messico.
Produzione e commercio. - La produzione mondiale delle pelli di ovini si aggira sui 190 milioni di pezzi all'anno; ma negli anni di maggiore consumo può salire fino a 220 milioni.
La Russia è il paese di maggiore produzione seguita dall'Australia, dagli Stati Uniti, dalla Nuova Zelanda, dalla Gran Bretagna, dall'Unione Sudafricana e dall'Argentina. Riguardo alle pelli d'agnello, la loro produzione è assai importante nell'ovest e nel sud-est dell'Europa, nell'ovest degli Stati Uniti, nell'America Meridionale (Plata) e nell'Australia. negli Stati Uniti la produzione delle pelli d'agnello copre i 9/10 della produzione totale di pelli ovine: in massima parte pelli di animali che hanno raggiunto quasi un anno di età. Nei paesi d'Europa la produzione delle pelli d'agnello varia dal 70 all'80%; in Australia si aggira sul 50%, nell'America latina sul 25 ÷ 30%.
Si calcola che il numero delle pelli che entra annualmente nel commercio internazionale si aggiri sugli 80 milioni, ossia circa il 45%, della produzione. Le esportazioni dell'Australia e della Nuova Zelanda sono le più notevoli e rappresentano il 25-30% del commercio internazionale; seconde in importanza sono quelle dell'America Meridionale (Argentina e Uruguay: 20%); l'Africa partecipa col 20% (Unione Sudafricana, Mar Rosso e Nord-Africa). Nell'Europa il commercio è alimentato dalla Russia, dagli stati balcanici, dalla Spagna e dall'Italia.
Quasi il totale delle pelli che figurano nel commercio internazionale viene distribuito a tre grandi paesi consumatori: la Francia (30%), la Gran Bretagna (25% e gli Stati Uniti (20%). Importatori di poca importanza sono: la Germania, l'Italia e la Cecoslovacchia.
Dai dati sommarî di produzione, d'esportazione e d'importazione risulta che il consumo delle pelli ovine è così distribuito: gli Stati Uniti consumano 35-40 milioni di pelli all'anno (circa il 25% del consumo mondiale); la Gran Bretagna circa 19 milioni; la Francia e la Germania dai 15 ai 18 milioni ciascuna; l'Italia circa 12 milioni, e altrettanti la Cecoslovacchia; la Spagna 3 milioni; il Belgio, l'Olanda, la Svizzera, la Scandinavia, la Polonia circa 7 milioni complessivamente.
Pelli di capra. - Le pelli di capra rappresentano un materiale di prim'ordine per la manifattura di cuoio leggiero di ogni tipo e qualità. Circa il 70% della produzione mondiale di pelli di capra viene conciata al cromo e dà una tomaia ottima, morbida, elastica e leggiera; il 30% viene conciata al tannino e produce un cuoio pieno, forte, a grana stretta, resistente, adatto per marocchineria.
Le pelli caprine si classificano in pelli di capra e di capretto. Un'altra classificazione si fa rispetto alla qualità e cioè rispetto alla grana: vi sono pelli a grana fine, a grana media, a grana grossolana.
Produzione e commercio. - La produzione annua mondiale delle pelli di capra e capretto si aggira sui 100 milioni di pezzi, ma sale fino a 130 milioni negli anni di maggior consumo.
In Europa, fatte alcune eccezioni, la produzione si può classificare come appartenente al tipo a grana grossolana. L'Italia, la Spagna, la Russia e gli stati balcanici sono i maggiori produttori. Nell'America Settentrionale gli Stati Uniti sono produttori d'una certa importanza: le capre sono specialmente diffuse nel Texas, nell'Arizona, nel Nuovo Messico e nel Colorado; il tipo fondamentale è a grana grossolana. Nell'America Centrale e Meridionale gli stati di maggiore produzione sono il Messico, l'Argentina e il Brasile: le migliori sono le pelli del Messico. Nell'Africa la produzione è notevolissima e le pelli hanno una qualità fondamentale comune e si possono considerare in massima parte a grana fine, poche a grana media; il prodotto presenta però in generale tutti i difetti proprî delle produzioni africane e cioè lacerazioni, graffiature, spinature, buchi, ecc. Le regioni più importanti sono il Marocco, l'Algeria, la Nigeria, la regione del Mar Rosso, l'Africa Orientale Britannica e l'Unione Sudafricana. In Asia l'India e la Cina dànno il maggior contingente di pelli caprine con una produzione complessiva pari al 50-60% di quella mondiale. Nell'India le migliori pelli sono quelle del Bengala; in Cina quelle provenienti dalle regioni del sud.
In periodo normale, il numero delle pelli caprine che entra in commercio rappresenta circa l'80% della produzione. I più importanti paesi esportatori sono due: le Indie Britanniche e la Cina. L'India esporta circa 22 milioni di pezzi l'anno; la Cina circa 5 milioni. Le esportazioni dell'America Meridionale si valutano a circa 5 0 6 milioni di pezzi all'anno provenienti in maggior parte dall'Argentina e dal Brasile. In Africa il maggior contingente di pelli proviene dall'Abissinia, dall'Africa Orientale Britannica, dall'Unione Sudafricana e dal Nord Africa. In Europa esportano pelli di capra la Russia, la Spagna, la Grecia, l'Italia, la Francia e la Germania.
I principali paesi consumatori di pelli di capra sono gli Stati Uniti, la Francia, la Germania, la Gran Bretagna, l'Italia. Gli Stati Uniti ritirano oltre il 50% del commercio estero; la Francia dal 10 al 15% e la Germania un quantitativo pari; la Gran Bretagna il 5% e l'Italia il 2%. Il resto va quasi tutto agli altri paesi europei.
Bibl.: E. Simoncini, Cuoi e pelli industriali, Napoli 1933.