STROBEL, Pellegrino
STROBEL, Pellegrino (Peregrin). – Quarto di otto figli, nacque a Milano in palazzo Marino, sede della casa imperiale asburgica, il 22 agosto 1821, da Michael, un nobile tirolese, discendente da una famiglia originaria di Rattenberg e Innsbruck, che vi si era da poco trasferito per assumere i compiti di cassiere imperiale dell’arciduca Rainer, e da Elisabeth von Webern, anch’essa di nobile famiglia tirolese, zia del compositore Anton von Webern.
Strobel si può annoverare fra i capiscuola della malacologia italiana e, assieme a Gaetano Chierici e Luigi Pigorini, può essere considerato il padre della paletnologia italiana, discipline al cui studio fu iniziato fin dalla sua giovinezza dallo zio Leonhard Liebener, noto naturalista, e da Alexander von Humboldt, amico di famiglia.
Frequentò con ottimi risultati l’istituto ginnasiale di Merano e si laureò in giurisprudenza a Innsbruck nel 1842. Non riuscì a laurearsi in scienze naturali a Pavia (sarà proclamato dottore solo il 10 marzo 1872, mentre insegnava a Parma), sede distaccata dell’ateneo tirolese, dove aveva un ruolo rilevante un ambiente progressista-liberale, in parte legato alla Chiesa evangelica, cui appartenne anche Strobel. Questi giunse a diventare ministro della Chiesa e fu in seguito uno dei fondatori della comunità evangelica parmense. Fu pure socio fondatore della Società di cremazione di Milano. Dal 1845 al 1847 rimase alunno di concetto presso la delegazione imperiale del governo austriaco. Per un decennio fu coadiutore dell’Imperial Regia Biblioteca di Pavia; nel 1853 fondò a sue spese il primo giornale di malacologia in lingua italiana, che rimase in vita per due anni, ospitando contributi provenienti da tutta Europa. Nel 1857 venne nominato professore di storia naturale nelle scuole ‘facoltative’ di Piacenza e nel 1858 fu fra i fondatori della Società italiana di scienze naturali di Milano.
Il 6 dicembre 1859, quando il padre si trasferì a Parma, dove aveva ottenuto l’incarico di consigliere amministrativo dell’arciduchessa Maria Luigia d’Austria, divenne professore di storia naturale presso quella università e nel 1863 di mineralogia, geologia e zoologia. Su invito del rettore, Juan María Gutiérrez, e di Paolo Mantegazza, l’anno successivo fu chiamato a contribuire alla fondazione della facoltà di scienze naturali dell’Università di Buenos Aires (insegnò però anche all’Università di La Plata) e in quel periodo prese parte a numerosi viaggi di esplorazione nelle Ande e nella Patagonia; gli amici naturalisti di Buenos Aires gli intitolarono un lago da lui scoperto al 48° parallelo sud della Terra del Fuoco e delle Ande.
Durante il viaggio di andata, iniziato nel marzo del 1865 dal porto di Genova, si era fermato in una delle maggiori isole di Capo Verde, São Vincente, dove gli parve di riscontrare delle analogie con le terremare che aveva iniziato a studiare in Emilia. Arrivato a Buenos Aires il 28 aprile dopo aver sostato in Brasile e in Uruguay, la sua più importante spedizione lo vide impegnato nel sentiero che da Santiago del Cile arriva a Mendoza (Argentina), itinerario compiuto pure da Darwin nel 1835.
Strobel preferì affrontare il difficile passo del Planchón, situato a 3019 m di altitudine, per attraversare un territorio ancora inesplorato dai naturalisti. Il 14 febbraio 1866 partì invece da Curicó, in Cile, per inerpicarsi sui versanti che portavano al passo e discendere poi le impervie vallate fino a raggiungere, dopo una decina di giorni a dorso di mulo, San Rafael nella pampa del Sud e successivamente San Carlos e Mendoza. In queste escursioni, fu tra i primi naturalisti a servirsi dell’apparecchio fotografico (Argentina 1865, 1994); nel febbraio del 1867 si spinse in Patagonia, effettuò dettagliate osservazioni geologiche, geografiche, floristiche, vegetazionali e faunistiche e raccolse anche un notevole quantitativo di campioni naturalistici, fra cui una serie rilevante di molluschi terrestri e di acque dolci, che descriverà in alcune pubblicazioni specifiche (Strobel, 1978-1979, pp. 207-215). Significativa fu anche la collezione di insetti (imenotteri, coleotteri e ditteri), esemplari conservati ancora oggi nelle collezioni del Museo di storia naturale di Parma e al Museo della Specola di Firenze. Si impegnò pure a erborizzare una considerevole quantità di saggi di piante, affidate al botanico Vincenzo Cesati che nel 1871 ne compilò la lista floristica e descrisse diverse specie nuove.
Alla morte del padre, nel 1866, dovette rientrare in Europa per occuparsi, come più anziano dei fratelli, del fidecommesso della sua famiglia a Innsbruck. Dopo aver peregrinato per diverse città europee, ospite di familiari e amici naturalisti (Barcellona, Vienna, Salisburgo, Graz, Innsbruck, Berlino, Norimberga, Praga e Bratislava), rientrò definitivamente a Parma nel 1868, per riprendere a insegnare geologia all’Università. Nel 1871 fu nominato direttore della Scuola di farmacia per il triennio 1871-74 e nel 1872 preside della facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali per due trienni consecutivi. Nel 1875 fondò, insieme a Gaetano Chierici e al suo vecchio allievo, Luigi Pigorini, il Bullettino di paletnologia italiana e, nello stesso anno, a Pisa, fu fra i fondatori della Società malacologica italiana. Fu anche direttore del Museo di storia naturale di Parma, al quale avrebbe donato nel 1894 una ricca e preziosa collezione di conchiglie, nonché i suoi libri di storia naturale. Collaborò in tale veste alla stesura delle notissime guide di viaggio in lingua tedesca di Karl Baedeker (Lipsia), soprattutto per la guida Ober-Italien, e stimolò in Vittorio Bottego la passione del naturalista spingendolo a istituire il Museo eritreo di Parma, oggi intitolato a questo esploratore.
Nel 1883, fortemente contrastato dalla famiglia che viveva in Austria, si candidò alla Camera dei deputati per la XV legislatura, venendo eletto fra le fila dell’estrema sinistra storica, ma dette quasi subito le dimissioni non riconoscendo quella istituzione come veramente popolare e democratica. Nel 1891 fu eletto all’unanimità rettore per un triennio e all’inaugurazione dell’anno accademico tenne una prolusione nella quale manifestò una visione molto avanzata delle riforme sociali e scolastiche, subendo pesanti attacchi. Dovette abbandonare l’incarico dopo solo un anno per motivi di salute (soffriva infatti di una ipertrofia al cuore).
Oltre a conoscere il latino e il greco, parlava perfettamente tedesco, italiano, francese, inglese e spagnolo e possedeva alcune nozioni di ungherese e di turco. Molto noto nel mondo scientifico internazionale, fu nominato membro e/o socio corrispondente di numerose accademie e società scientifiche italiane e straniere e socio onorario di molte associazioni naturalistiche e alpinistiche, oltre che di fondazioni a scopo sociale ed educativo, come il Collegio Maria Luisa di Parma. Fu pure iscritto alla massoneria.
Come molti naturalisti di quel periodo aderì ai movimenti pacifisti ed ebbe contatti, attraverso la cugina Maria Strobel di Innsbruck, con il movimento dell’austriaca Berta von Suttner; seguì anche attentamente le conferenze tenute da Henry Richard a Londra nel 1879 sulla International reduction of armaments. Fu pure un filantropo illuminato, attivamente impegnato in ambito sociale: fu infatti uno dei fondatori del Comitato provvedimenti a Parma, dove, grazie alle sue iniziative, vennero istituite le cucine economiche, le officine, le casse di soccorsi ai poveri, il prestito delle coperte da letto per l’inverno, la biblioteca delle carceri, l’orfanotrofio maschile e molto altro ancora.
Strobel redasse in cinque lingue quasi duecento contributi scientifici (cfr. la dettagliata Bibliografia cronologica in Strobel, 1978-1979, pp. 207-215) dedicati in gran parte alla nota teoria delle terremare – sviluppata applicando nelle sue ricerche il metodo della stratigrafia –, alla civiltà enea in Italia, alla malacologia, alla malacofauna, alla distribuzione geografico-fisica dei molluschi terrestri e d’acqua dolce dell’alta Italia e dell’Argentina e alla paleozoologia concernenti gli avanzi di animali nei depositi preistorici in Italia.
In particolare i lavori sui molluschi terrestri misero in evidenza la sua capacità di apportare una visione innovativa allo studio delle specie e della loro distribuzione, contribuendo in modo fondamentale alla nascita della moderna biogeografia. Insieme a Giovanni Canestrini, Filippo De Filippi e Michele Lessona è stato uno dei maggiori divulgatori della opere di Charles Darwin e della cultura evoluzionistica in Italia.
Morì per problemi cardiaci il 9 giugno 1895 nella sua villa di Vignale, frazione di Traversetolo Parmense, e venne cremato e sepolto in un’urna monumentale nel settore universitario del cimitero di Parma.
Daniele (1873-1942), il secondo dei figli di Strobel, avuti da Adelinda Valdagni, di famiglia aristocratica trentina, che sposò ormai cinquantenne, fu un celebre pittore; eseguì il ritratto del padre conservato presso il Museo di storia naturale di Parma; un busto di Strobel si conserva pure nella chiesa di S. Rocco nella stessa città.
Fonti e Bibl.: Una ricca documentazione relativa a Pellegrino Strobel, che comprende anche gli appunti, arricchiti da meticolosi disegni, da lui presi durante le spedizioni in Argentina, costituiti da quadernetti di diverso formato scritti alternativamente in italiano e in spagnolo, si può reperire nell’archivio di famiglia che si conserva a Gries-Bolzano nella casa di Victor Strobel. Altri documenti si possono trovare negli archivi delle università e dei musei di storia naturale di Milano e di Parma, e nella Biblioteca Palatina di Parma; nonché nella Biblioteca nazionale Argentina, nella Biblioteca del Congresso e nella Biblioteca della facoltà di scienze naturali di Buenos Aires.
V. Cesati, Illustrazione di alcune piante raccolte dal signor Prof. S., sul versante orientale delle Ande Chilene dal passo del Planchon sino a Mendoza attraverso la Pampa del sud, Napoli 1871; L. Pigorini, P. S. e i suoi studi paletnologici, in Bullettino di paletnologia italiana, XXIV (1896), pp. 177-205; V. Strobel, Bio-bibliografia del naturalista P. von S., in Atti dell’Accademia degli Agiati, s. 6, CCXXVIII-CCXXIX (1978-1979), 18-19, pp. 199-218; Argentina 1865. Peregrin von Strobel: fotografie e documenti storici (catal., Bolzano), a cura di G. Waibl - H. Prunster, Milano 1994; P. S. (1821-1895). Omaggio nel centenario della morte. Atti del Convegno... 1995, a cura di M.G. Mezzadri, Parma 1998; V.A. Ramos - M.B. Aguirre-Urreta, Profesor P. S.: un pionero en la enseñanza de las ciencias geológicas, in Historia de la geología argentina. Miscelanea 16, Tucumán 2007, pp. 1-27; S. Mazzotti, Esploratori perduti. Storie dimenticate di naturalisti italiani di fine Ottocento, Torino 2011, pp. 171-177; M. Tarantini, La nascita della paletnologia in Italia, Firenze 2012, ad indicem.