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PELLICOLA

di Redazione - Enciclopedia del Cinema (2004)
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Pellicola

Redazione

La p. è il mezzo impiegato nel cinema per realizzare documentazioni filmate con funzioni diverse nelle fasi della produzione e della distribuzione: dalla ripresa delle immagini, ancora prevalentemente compiuta su p. rispetto alla modalità digitale, alla proiezione delle stesse mediante copie stampate dal duplicato del negativo originale. Essa è un lungo nastro, o striscia, di triacetato di cellulosa o poliestere (tereftalato di polietilene, sempre più utilizzato perché particolarmente resistente e sottile), ricoperto con uno o più strati di emulsione sensibile alla luce, in cui microcristalli di alogenuri d'argento sono dispersi in una soluzione gelatinosa trasparente. La p. in bianco e nero contiene uno strato di emulsione sensibile, quella a colori ne contiene tre. Quando sono esposti alla luce i microcristalli subiscono modificazioni chimico-fisiche che li rendono scuri dopo il successivo trattamento di sviluppo; i microcristalli non colpiti dalla luce sono invece eliminati e lasciano piccole aree chiare nella pellicola. Si ottiene così un'immagine 'negativa' della scena originale. Nel caso della p. in bianco e nero l'esposizione alla luce dell'emulsione determina, in ciascuna sua areola elementare, un livello del tono di grigio inversamente proporzionale all'intensità della radiazione incidente. Nella p. a colori ognuno dei tre differenti strati di emulsione, tra loro sovrapposti e opportunamente separati, è reso sensibile a una diversa gamma di lunghezze d'onda; il loro successivo accoppiamento ai relativi coloranti produce la formazione dei tre colori nella p. sviluppata, uno per ciascuno strato del materiale sensibile. Procedendo dalla superficie esterna verso l'interno (nell'ordine: blu-violetto, verde e rosso), la sensibilità fotometrica degli strati è crescente, per compensare le perdite dovute al progressivo assorbimento di luce; dopo il primo strato, al fine di non impressionare le emulsioni dei due successivi strati, è anche presente uno strato gelatinoso filtrante giallo, di blocco per le radiazioni della gamma del blu. Nelle p. a colori per negative, dopo l'eliminazione dell'argento metallico attivato con l'esposizione, le immagini ottenute sono invertite non solo nei valori tonali ma anche nei colori, che risultano così complementari a quelli reali (il giallo per il blu, il magenta per il verde e il ciano per il rosso). La caratteristica principale delle emulsioni sensibili è un'elevatissima finezza di grana, per consentire i notevoli ingrandimenti dei fotogrammi, richiesti in proiezione, senza difetti apprezzabili; per contro, non sono quindi raggiunti valori particolarmente elevati della sensibilità, inconveniente di solito supportato da efficaci sistemi di illuminazione delle scene durante le riprese. La sensibilità, ovvero la capacità di risposta della p. all'intensità della luce incidente, dipende prevalentemente dalla superficie degli agglomerati di cristalli esposta all'impatto dei fotoni incidenti, per cui l'aumento delle loro dimensioni accresce la sensibilità della p., a scapito della granulosità dell'immagine. Per contro, le p. a grana fine presentano tipicamente scarsa sensibilità. Per consentire il suo trascinamento nell'apparecchio da presa o da proiezione, la p. deve disporre di una serie di perforazioni poste lungo i suoi bordi a intervalli regolari, nel verso della lunghezza. Con riferimento alla larghezza, il formato normale della p. è 35 mm; tale p. presenta una doppia fila di perforazioni su entrambi i lati, con quattro coppie di fori per fotogramma e passo tra i fori di 4,75 mm. Nella p. 35 mm la pista sonora a banda ottica, che ha da tempo soppiantato quella magnetica, è posizionata lungo il bordo destro, accanto alla perforazione; disposizione analoga trovano le piste a colonna sonora digitale che secondo i tre diversi sistemi di codifica DTS (Digital Theater System), SDDS (Sony Dynamic Digital Sound) e SRD (Spectral Recording Digital) si collocano rispettivamente all'interno, all'esterno e negli intervalli della perforazione. Accanto al formato 35 mm, hanno trovato impiego, nella cinematografia spettacolare a grande campo orizzontale, anche formati maggiori (da 56 e da 70 mm). *

Vedi anche
fotogramma In fotografia e cinematografia, ciascuna delle immagini fotografiche che si susseguono in una pellicola, negativa o positiva. Ogni singolo fotogramma contiene una porzione di immagine, un frammento di azione, che in fase di proiezione viene ricomposto come un unicum originando così l'illusione di un ... emulsione Sistema costituito da un liquido disperso in un altro liquido o da un solido disperso in un mezzo gelatinoso. chimica L’emulsione è costituita dalla dispersione di goccioline di un liquido in un altro nel quale esse sono completamente (o quasi) insolubili; i due liquidi costituiscono fasi distinte ... fotografia Procedimento che, mediante processi chimico-fisici o digitali, permette di ottenere, servendosi di una macchina fotografica, l’immagine di persone, oggetti, strutture, situazioni su lastre, carte chimicamente preparate o su supporti magnetici. A seconda dei materiali impiegati e del risultato ottenuto, ... colonna sonora La parte audio di un film, composta da parola (dialogo), rumori (effetti sonori), musica e ottenuta tramite impressione di segnali luminosi su un lato della pellicola cinematografica che, letti da un apposito apparato del proiettore, si trasformano in suoni (v. fig.). ● All’epoca del cinema muto la ...
Categorie
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Vocabolario
pellìcola
pellicola pellìcola s. f. [dal lat. pellicŭla, dim. di pellis «pelle»]. – 1. non com. Pelle sottile; per estens., buccia sottile di alcuni frutti, e qualsiasi membrana che abbia l’aspetto di una pelle molto fina. 2. Sinon. di film nel sign....
pellicolare
pellicolare agg. [der. di pellicola]. – Di pellicola, simile a pellicola: la membrana citoplasmatica può assumere aspetto pellicolare. In elettrotecnica, effetto p. o effetto pelle (detto anche, con termine ingl., skin effect), fenomeno...
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