PELOUSION (Πηλούσιον)
Antico porto fiuviale, presso la foce dell'estremo braccio orientale del Nilo, la città di P., per la sua posizione geografica, dominante la via dell'Asia, costituiva una piazzaforte di estrema importanza protetta dalle paludi e rafforzata da mura almeno dal tempo di Sesostris I (della XII dinastia).
La zona è probabilmente ricca di antichità, ma non è mai stata esplorata metodicamente.
Era circondata, secondo Strabone, da un muro lungo 20 stadî. Subì frequenti assedî, soprattutto ad opera dei Persiani; l'esercito di Alessandro la occupò senza lotta. Le vestigia sono tutte di epoca romana e sono molto estese; attualmente le ricopre quasi completamente la palude. Importanti sono le rovine del tempio di Zeus Kàsios, consistenti in colonne dell'altezza di 8 m e in un architrave di grandi proporzioni, con iscrizione dedicatoria di Adriano.
La personificazione della città di P., su monete di età adrianea, è una divinità femminile, con il capo cinto da una corona. La si può anche interpretare come Iside, il cui mito presenta dei punti di contatto con la città, di cui può essere ritenuta la fondatrice, secondo una tradizione tramandataci da Plutarco (De Is., 17). Altre teorie propongono di identificare in questa divinità Arpocrate, oppure l'eroe eponimo Pebusion, figlio di Malkandros, re di Biblo.
Bibl.: Steuding, in Roscher, II, 2, 1894-97, c. 2108, s. v. Lokalpersonifikationen; H. Kess, in Pauly-Wissowa, XIX, i, 1937, c. 407 ss., s. v. Monete: V. Langlois, Numismatique des nomes d'Égypte, Parigi 1852, p. 39, tav. III, i; W. Froehner, in Ann. de la Soc. de Num., 1890, p. 21; G. Dattari, Numi Augg. Alexandri, Il Cairo, 1901, p. 418, nn. 6345-48, tavv. XXXIV-V; J. Clédat, Le Temple de Zeus Cassios à Péluse, in Annales du serv. des Ant. de l'Ég., XIII, 1914, p. 80; ss.