Poeta bulgaro (Trjavna, Gabrovo, 1866 - Brunate 1912), figlio di Petko. Fu per alcuni anni (1892-98) in Germania, dove conobbe le opere di Goethe e Heine e fu influenzato dall'estetica neokantiana. Fautore di un'europeizzazione della letteratura bulgara, nelle sue poesie cercò di coniugare l'eredità della tradizione popolare con un individualismo etico fondato sull'accettazione eroica del dolore esistenziale (Epičeski pesni "Canti epici", 1907). Nel prosimetro Na ostrova na blaženite ("Sull'isola dei beati", 1910) mescolò autobiografia intima e teorizzazione poetica, creando un'opera assai originale. Lasciò incompiuto il poema Kărvava pesen ("Canto insanguinato", post., 1913), nel quale espose la sua visione della storia bulgara.