pendere
Con costrutto intransitivo, nel senso di " essere attaccato ", " penzolare ": detto ad esempio della tasca che pendea dal collo degli usurai (If XVII 55), delle minugia che pendevan tra le gambe dei dannati della nona bolgia (XXVIII 25); di Bruto che spenzola dal nero ceffo di Lucifero (XXXIV 65). Ugualmente, in contesto osceno, in Fiore CCXXX 3 la scarsella... al bordon pendea.
Estensivamente per " impiccare ", in Fiore XCI 13 pender prima i' sì mi lascerei, / ched i' uscisse fuor di mi' proposo.
Per " digradare ", " essere in pendio ", in If XXIV 38 Malebolge inver' la porta / del bassissimo pozzo tutta pende, e Pd XI 45 Intra Tupino e l'acqua che discende / del colle eletto dal beato Ubaldo, / fertile costa d'alto monte pende. Con lo stesso valore il participio presente in funzione di aggettivo, in If XXIII 44 giù dal collo de la ripa dura / supin si diede a la pendente roccia. Con riferimento a una deviazione rispetto a una linea verticale, detto della Carisenda (If XXXI 138) che " pare ad alcuno, che a pie' della torre guardi in sù, quando li nuvoli passano sopr'essa, che ella caggia sopra colui che guata, per lo moto delli nuvoli " (Ottimo); con uguale valore il participio presente, contrapposto a ‛ diritto ', in Cv IV IX 6 perché noi volessimo che la casa sedesse così forte pendente come diritta.
Detto di un corso d'acqua che scorre in declivio: If XXXIV 132 un ruscelletto... quivi discende / per la buca d'un sasso, ch'elli ha roso, / col corso ch'elli avvolge, e poco pende. Transitivo, col valore di " appendere ", in Fiore CXXIX 7 al saltero una filza avea penduta / di paternostri.