PENEO (Πηνειός, Peneus)
Nomi di due fiumi, uno nella Tessaglia, l'altro nell'Elide. Il primo, che è il maggiore della Tessaglia e uno dei maggiori di tutta la Grecia, ha le sorgenti sul massiccio del Lacmo nella catena del Pindo, e si dirige verso est descrivendo dapprima un ampio arco, e raccogliendo poi le acque d'un gran numero di affluenti, tra cui i maggiori sono, sulla riva destra l'Enipeo, e sulla riva sinistra il Leteo e il Titaresio; navigabile nel suo corso inferiore, sgorga nel golfo termaico tagliandosi un varco, tra le pendici dell'Olimpo a nord e quelle dell'Ossa a sud, nella stretta valle di Tempe. Sino dall'antichità si riteneva che il bacino del fiume non fosse che il residuo d'un grande lago preistorico, che nella valle di Tempe si fosse trovato uno sfogo verso il mare corrodendosi un passaggio attraverso allo sbarramento montuoso primitivo. Nella poesia il fiume è assai spesso decantato.
L'altro fiume Peneo, nell'Elide, diretto prima verso sud dalle sue sorgenti sull'Erimanto ai confini acheo-arcadici, nel primo tratto attraversa l'odierna gola di Berbini, dalla confluenza col Ladone si rivolge verso ovest, passa presso la città di Elide, attraverso alla pianura oggi detta Gastoúne che ha dato il nome moderno al fiume, e sbocca infine nel Mare Ionio a sud del promontorio Chelonata, di fronte a Zante; secondo indicazioni degli antichi sembra che lo sbocco primitivo fosse a nord del promontorio Chelonata, fra esso e Cillene; ma la leggenda di Ercole che ha ripulito le stalle di Augia facendo deviare il corso del Peneo, fa pensare che il fiume anche anticamente per ragioni naturali o artificiali variasse il suo corso: si riconoscono infatti i resti di antichi canali nell'estremità sud del golfo di Cillene. La fertilità della pianura del Peneo è celebrata fin dall'antichità.
Bibl.: Fr. Stählin, Das hell. Tessalien, Stoccarda 1924, pp. 11 segg., 81 segg. Per il P. dell'Elide, E. Curtius, Peloponnesos, II, Gotha 1852, p. 19 segg.