CALCIDICA, Penisola (Χαλκιδική, Chalcidice)
) La penisola C., che si estende a SE di Salonicco, tra i golfi Termaico e Strimonico, a S dei laghi Koroneia e Volvi, è dominata dai monti Chortiatis e Cholomon, indicati nell'antichità con il nome Kissòs. In direzione SE la penisola termina con tre punte che formano un tridente: Pallene a O, Sithonìa al centro e Aktè a E.
Le più antiche notizie relative alla C. risalgono al VI e al V sec. a.C.: all'epoca la penisola non era designata da un nome specifico, ma era definita come Χαλκιδεϊς έτη Θράκης (Thuc., I, 57). Il termine Χαλκιδική, che designava la regione centrale della parte meridionale della penisola, passò poi a indicare l'intera penisola, non prima dell'epoca del geografo Tolemeo.
I risultati di scavi condotti a Mende (Pallene) e Toroni (Sithonìa) ci fanno risalire alla fine dell'età micenea, ossia all'epoca della prima colonizzazione della Ionia. Durante le guerre persiane, le città della C. si erano sottomesse agli invasori, mentre nel V sec. a.C. entrarono a far parte della simmachia ateniese. La penisola C. svolse un ruolo di rilievo nel corso della guerra del Peloponneso; essa fu teatro di gravi scontri tra l'esercito ateniese e quello spartano. Fu durante questo conflitto che i Calcidesi si costituirono in stato, con Olinto come centro principale. Tale stato venne abbattuto da Filippo II, responsabile della distruzione di Olinto nel 348 a.C., come pure di altre trentadue città della Calcidica. In epoca ellenistica il centro del potere fu trasferito a Kassandreia, città fondata dal re Cassandro nel 315, sul sito di Potidea.
Le città della C. conobbero una notevole fioritura economica tra il VI e il IV sec. a.C. Le ricche miniere d'argento, d'oro e di ferro, i fitti querceti e il commercio erano le principali fonti di tale opulenza.
Circa trent'anni dopo gli scavi di Olinto (v. vol. V, p. 661) le indagini archeologiche nella C. hanno conosciuto una ripresa, stimolata dall'afflusso turistico nella regione. I principali scavi di emergenza condotti dopo il 1970 riguardano i seguenti siti:
Akanthos. - La città si estende sulle colline a SE del villaggio di Yerissòs: la necropoli occupa una superficie di 6 ha, lungo il litorale marino. Finora sono state scavate cinquemilacinquecento tombe databili tra il VI sec. e l'epoca romana imperiale. Nella maggioranza delle sepolture erano impiegate tegole e grandi giare per gli adulti e anfore vinarie o hydrìai per bambini, ricolme di offerte. Non mancano semplici fosse e sarcofagi in argilla: di questi ultimi alcuni erano di Clazomene. La provenienza delle anfore è molto varia: prevalgono comunque quelle dell'Egeo settentrionale e della Ionia.
Nella città è tornata alla luce la corte a peristilio, rivestita di lastre di marmo, di una casa ellenistica. Altri sondaggi hanno permesso di ricostruire il tracciato della cinta muraria, larga da m 1,90 a m 3.
Akanthos è situata in prossimità di miniere e a breve distanza dal canale di Serse, di fronte a Thasos e al lato della costa tracia. Tale posizione privilegiata le garantì una prosperità che le permise di sopravvivere fino a epoca bizantina.
Anthemous, Pianura di (oggi pianura di Vassilika). - Importante centro del Neolitico Medio: presenta un notevole numero di toumbe (monticoli formatisi per l'accumulo dei detriti delle case in mattoni crudi); quelle di epoca preistorica sono di forma conica, mentre quelle appartenenti a epoca storica sono piane. Sondaggi effettuati nelle toumbe di Thermì e di Vassilika hanno dimostrato che si tratta di vasti agglomerati - a Vassilika la toumba C ricopre un'estensione di 25 ha - risalenti alla fine del Neolitico Medio e agli inizî dell'Età del Bronzo.
La cultura messa in luce ad Anthemous si colloca al limite meridionale della civiltà balcanica di Vinça. A metà strada tra Thermi e Vassilika è stata individuata la cava in cui venivano fabbricati gli utensili impiegati nel centro abitato.
Fra le toumbe di epoca storica va segnalata quella situata a SE di Galatitsa, ipoteticamente identificata con la città di Anthemous. A Thermì è stata recentemente scavata una grande necropoli di VI-V secolo. Nei dintorni del villaggio di Haghia Paraskevì sono state scavate una tomba macedone e una vasta necropoli, le cui cinquecento sepolture, databili tra il 570 e il 500 a.C., contenevano vasellame di produzione locale, attica, ionica, chiota, corinzia, come pure elmi di bronzo, monili in oro e argento simili a quelli riportati alla luce nella necropoli di Sindos.
La tomba di Haghia Paraskevì (m 6,50 di lungh. e m 4,77 di alt.) era ricoperta da un tumulo alto m 6,50. La facciata era in stile dorico; all'interno si aprivano due ambienti decorati da pitture di stile architettonico. La tomba ha subito un saccheggio, che tuttavia ha risparmiato una notevole porta in marmo con decorazione in bronzo e due statuette in terracotta della fine del IV sec. a.C.
Aphytis. - Durante i lavori per la costruzione di un albergo, nel 1969, sono state riportate alla luce le fondazioni del Tempio di Zeus Ammone, misuranti m 10,51 X 21,43. Di ordine dorico, esso era stato eretto nel IV sec. a.C. e rimaneggiato nel III, nonché in epoca romana. Dinanzi al tempio era stato posto un altare semplice a due gradini. A qualche decina di metri a S del tempio, una scalinata tagliata nella roccia conduceva alla grotta sacra a Dioniso e alle Ninfe. Graffiti su vasi attestano l'esistenza del culto di Dioniso a partire dal VI sec. a.C.
Mende. - L'identificazione con Mende del sito archeologico a S del Capo Posidi (antico Poseidònion) fu proposta dal Leake agli inizî del XIX secolo. La città si estende su un altopiano, sulle pendici di questo, verso il mare e anche sul litorale. Il mare lambisce edifici monumentali di alcuni dei quali le fondazioni sono visibili sotto il livello delle acque. Secondo Tucidide (iv, 130) questa parte della città era denominata προάστειον. Mende sarebbe una colonia di Eretria, ma la data di fondazione non ci è stata tramandata.
Solo nel 1986 sono stati intrapresi i primi scavi archeologici a Mende. Saggi effettuati sulla sommità dell'altopiano hanno rivelato le tracce dell'impianto più antico, che dovrebbe risalire al Tardo Elladico III B-C: si tratta di fosse che erano servite come depositi di derrate o scarico di rifiuti. Agli inizî del VII sec. a.C. la superficie dell'altopiano era stata terrazzata e si erano interrati in queste fosse detriti di capanne in mattoni crudi e un gran numero di frammenti ceramici databili dal XIII al VII secolo.
Un numero limitato di strutture costruite sulla linea di costa è stato liberato dalle sabbie. Si tratta di muri di contenimento del VI e del V sec. a.C., a forma di π, che trattenevano il sottosuolo sabbioso per facilitare la costruzione delle case.
Un saggio stratigrafico ha rivelato ricchi strati di periodo geometrico e arcaico al di sotto dello strato superiore della metà del IV sec. a.C.
Un settore della necropoli del VII-V sec. a.C. è stato scavato sotto l'arenile della spiaggia; sono abbondanti gli indizi della presenza di forni per la metallurgia e per la ceramica.
Nea Kallikrateia. - Nel 1973 è stata rinvenuta una stele funeraria raffigurante una figura femminile giovanile, proveniente dalla necropoli di epoca classica che si estendeva al di sotto del villaggio; opera di uno scultore di Paros (c.a 440 a.C.), testimonia la presenza di artisti insulari nella Grecia settentrionale (Despinis, 1979).
Nea Michaniona. - Nel 1979 e nel 1982 sono stati scavati tre tumuli appartenenti alla necropoli di Aineia, individuata con sicurezza sul litorale NO di Nea Michaniona. Essi ricoprivano delle tombe a cista risalenti al 350-325 a.C.; due delle tre tombe del tumulo A non sono state saccheggiate. La tomba II ha conservato in maniera eccellente gli affreschi che rappresentano le decorazioni e gli oggetti sospesi alle pareti della camera mortuaria.
Nella tomba III come urna funeraria era stata impiegata una hydrìa di bronzo, opera attica della fine del V sec. a.C. L'unica tomba del tumulo Β è stata depredata, tuttavia vi è stata localizzata con sicurezza la posizione della pira che ha fornito importanti informazioni sull'uso della cremazione praticata da famiglie abbienti.
Nea Syllata. - A NE di Nea Syllata è stata scavata una necropoli di epoca classica, che ha restituito vasi attici ed elmi in bronzo (Papadopoulou, 1964).
Nikete. - L'abitato antico è stato localizzato su una piccola penisola, divenuta un isolotto, e sul colle che la unisce alla terraferma. Sotto la spiaggia di San Giovanni si estende la necropoli.
Le sepolture più antiche, costituite da grandi giare sicuramente circondate da un piccolo cerchio di pietre, sono datate all'Età del Ferro. Il corredo è limitato a un vaso di produzione locale, privo di decorazione. Le giare e le anfore vinarie erano impiegate a tale scopo anche in epoca arcaica e classica.
Polychronon. - Sulla costa E della penisola di Pallene, a NO del villaggio di Polychronon, lavori di pubblico interesse hanno messo in luce, nel 1987, sul versante S della collina di Yeromiri, muri di case del VI e del V sec. a.C. e muri di terrazzamento conservati fino a un'altezza di m 1,50.
Ai piedi della collina è stata parzialmente scavata una necropoli. I neonati e i fanciulli erano inumati entro giare di fabbricazione locale, dipinte con motivi floreali di influenza ionica, frammisti a cerchi concentrici di tradizione geometrica.
Posidi. - A Capo Posidi, a O di Mende, scavi archeologici condotti nel 1990 hanno localizzato un santuario dedicato a Posidone; sono stati messi in luce, inoltre, due edifici e diversi graffiti su kỳlikes ioniche e attiche del VI sec. a.C.
Potidea (v. vol. VI, p. 413). - La città è circoridata da necropoli. Particolare importanza riveste un gruppo di ventisette tombe della fine del V sec., situato a 2 km a S di Potidea: otto pietre tombali recano i nomi di έποικοι ateniesi, insediatisi a Potidea dopo la presa della città da parte degli Ateniesi (429 a.C.). A 4 km da Potidea è una piccola tomba macedone (m 2,75 X 3; alt. m 3,30) depredata nel 1984. Due klìnai sono sfuggite al saccheggio: imitano, in marmo dipinto, la decorazione delle klìnai in legno e avorio.
La scena principale raffigura un témenos con divinità maschili e femminili, tra le quali si distinguono Afrodite, Dioniso e un vecchio Sileno dagli alti calzari rossi. La sepoltura risale a c.a il 300 a.C.
Sane. - Sulla costa occidentale della penisola di Pallene, tra Mende e Potidea, Erodoto (vii, 123) situa Sane. La si identifica con l'abitato antico del Capo San Giorgio. Nella costruzione di un albergo si sono scoperti resti di edifici risalenti al periodo geometrico e all'età arcaica. Nelle vicinanze del suddetto sito è stato rinvenuto un gran numero di statuette in terracotta, frammenti di ceramica fine del VII e VI sec., associati a piccoli cumuli di pietre, ceneri e ossa animali. Si tratta probabilmente di un santuario rupestre dedicato ad Artemide.
Sykia. - Nella penisola di Sithonìa, alla sommità del monte Koukkos, in collaborazione con l'Università di Tasmania, è iniziato nel 1987 lo scavo di un abitato fortificato e della relativa necropoli dove era praticato il rito della cremazione. Si tratta di tombe a cista e di grandi pìthoi che contenevano numerose urne funerarie, nonché offerte: vasi, fibule e armille in bronzo, coltelli in ferro, monili in oro e argento, perle di pasta vitrea; dai reperti le tombe si datano dal X all'VIII sec. a.C. I muri delle case erano costruiti in pietra fino all'altezza di 1 m. Il muro di cinta raggiunge uno spessore di m 1,50 e la sua altezza doveva essere in origine di c.a 2 m.
Torone. - Gli scavi dell'Istituto Australiano di Atene, a partire dal 1975, hanno consentito di tracciare la pianta della cinta muraria e di distinguervi due fasi, classica ed ellenistica. Sono state riportate alla luce strutture murarie pertinenti ad abitazioni di epoca classica. Al centro della città classica sono state scavate tombe di epoca romana e un'importante necropoli risalente al primo periodo dell'Età del Ferro (XI-IX sec. a.C.). Delle centotrentaquattro tombe, centodiciotto erano a incinerazione, con raccolta dei resti all'interno di vasi, per la maggior parte di produzione locale e solo in pochi casi importati da Atene o dall'Eubea. Nel promontorio di Lekythe, al di sotto di strutture post-bizantine è stato individuato un abitato dell'Antico Bronzo.
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(J. vokotopoulou)