PENITENZIERE
. Nei primi tempi si disse penitenziere il sacerdote che nelle cattedrali imponeva ai peccatori le penitenze pubbliche, e, quando erano state eseguite, li presentava al vescovo per l'assoluzione. Quest'ufficio, già in vigore ai tempi di papa Cornelio (254), seguì le vicende dell'uso delle penitenze. Con il secolo XII il nome di penitenziere fu dato ai sacerdoti che, nelle chiese vescovili, per diritto, e non per comunicazione, avevano piena facoltà di assolvere dai casi riservati. Il IV concilio Lateranense (1215) prescrive l'istituzione del penitenziere in ogni cattedrale, e il concilio di Trento (sess. XXIV, c. 8, de ref.) vuole ch'egli sia uno dei canonici. Nella Chiesa romana quest'ufficio ebbe grande importanza; talvolta il penitenziere fu mandato come legato pontificio ad assolvere fuori di Roma in qualche caso speciale. Si crede che sia stato Gregorio X il primo ad affidare questa carica a un cardinale. I penitenzieri di Roma nel sec. XIII si unirono in un collegio da cui ebbe origine la penitenzieria apostolica. Secondo il diritto canonico vigente, oltre che nelle cattedrali, il canonico penitenziere può essere nominato anche nelle collegiate (Cod. iur. can., can. 398); egli può confessare e assolvere tutti e dovunque nella diocesi e gode di facoltà speciali (can. 401), ma gli è vietato di coprire cariche che importino giurisdizione nel foro esterno (can. 399). Vi sono pure penitenzieri di varie lingue per comodo dei pellegrini nelle basiliche romane di S. Giovanni in Laterano, S. Pietro in Vaticano, S. Maria Maggiore e nella basilica di Loreto.