PENNA SAN Τ'ANDREA
Nel 1974 in località Monte di Giove, presso P. S. A. (Teramo), scavi archeologici hanno parzialmente messo in luce una necropoli, utilizzata dalla fine del VII agli inizi del II sec. a.C. Particolarmente rilevanti sono alcune sepolture (ascrivibili ai periodi Piceno IVa-VI), i cui corredi comprendono esclusivamente oggetti di toletta e ornamenti personali, tra cui alcune testine vitree fenicio-puniche, attestazioni pressoché uniche nell'Italia centrale adriatica. Tutte le deposizioni indagate sono di individui di sesso femminile, per cui è possibile ipotizzare la pertinenza a un gruppo sociale particolare, forse riferibile a un santuario articolato in più ambienti sito sulla cima del Monte Giove, il cui scavo (1975, inedito) ha restituito materiali compresi tra il tardo-orientalizzante e il periodo ellenistico.
I reperti più noti della necropoli sono tre stele (una interamente ricomposta, le altre frammentarie, corrispondenti alla sommità e alla parte mediana di due esemplari differenti), rinvenute insieme, ma non nella collocazione originaria forse perché rimosse in un riuso dell'area funeraria, ora al Museo Nazionale di Chieti. Esse sono in pietra locale, di forma stretta e allungata. Gran parte della superficie è occupata dall'iscrizione, mentre nella parte superiore è scolpita a basso rilievo una testa stilizzata con occhi e bocca incisi; incavi sulla sommità suggeriscono la presenza di un elemento decorativo separato, verosimilmente un copricapo. Le iscrizioni, in sudpiceno (o «paleosabellico»), benché ancora non del tutto interpretate, costituiscono una delle più importanti acquisizioni per la conoscenza del panorama italico di V sec. a.C., epoca a cui risalgono le stele. Oltre alle importanti novità inerenti l'ambito linguistico, sono da segnalare gli aspetti storico-istituzionali offerti da questi documenti. In tutti i testi viene riferita infatti una pertinenza etnica, Safin-, termine indicante indifferentemente i Sabini e i Sanniti, a conferma di una loro originaria unità, mentre in uno è la prima testimonianza dell'istituzione della touta, nozione corrispondente a res publica.
Bibl.: A. La Regina, in Culture adriatiche antiche di Abruzzo e Molise, Roma 1978, pp. 347-348, tavv. CXLI-CXLII; A. L. Prosdocimi, Le iscrizioni italiche, in Le iscrizioni pre-latine in Italia (ConvLinc, 39), Roma 1979, pp. 137-142; A. La Regina, Appunti su entità etniche e strutture istituzionali nel Sannio antico, in AnnAStorAnt, III, 1981, pp. 129-137; A. Marinetti, Le iscrizioni sudpicene, Firenze 1985, pp. 117-140, 215-223; A. La Regina, Penna S. Andrea. Le stele paleosabelliche, in F. Bologna (ed.), La valle del medio e basso Vomano, ii, Roma 1986, pp. 125-130; V. D'Ercole, Penna S. Andrea. Necropoli e santuario, ibid., pp. 131-135.