PENNACCHIO (fr. panache; sp. penacho, plumaje; ted. Federbusch; ingl. plume of feathers)
Prima di servire d'ornamento sui cappelli e sulle pettinature, il pennacchio, quale semplice mazzo di piume, servì alle donne eleganti francesi (sec. XV) come scacciamosche e ventaglio; nei secoli XVI e XVII divenne guarnizione di baldacchini, di bardature e di carrozze, e per la fabbricazione di questo ornamento di gran pregio sorse una corporazione di panachers (Parigi, sec. XVI). Ma già alla fine del Quattrocento il pennacchio serve di guarnizione ai cappelli femminili, e diventa poi d'uso generale: uomini e donne portano i berretti piumati d'origine spagnola; nel costume militare intanto si arriva all'esagerazione dei pennacchi colossali sui cappelli, sui morioni, sulle bardature dei cavalli; questa voga prelude al gusto paradossale del sec. XVII per gli ornamenti di piume e i pennacchi: sui grandi cappelli degli uomini, sui feltri da caccia di gran moda per le donne, e, in più modeste proporzioni, sulle pettinature femminili, il pennacchio diviene elemento indispensabile per l'eleganza del costume; e continua per tutto il sec. XVIII a ornare cappelli e acconciature: grandissimo al principio del secolo, più armonioso verso il 1750, mentre assume proporzioni gigantesche nel 1774-1780; l'edificio della pettinatura viene sormontato dai pennacchi alti e voluminosi, messi di moda da Maria Antonietta. Neanche la semplicità rivoluzionaria riesce a demolire quest'ingombrante ornamentazione, poiché i cappelli della fine del Settecento sono carichi di pennacchi, moda che permane durante il Consolato, il Direttorio e l'Impero; sui cappelli "alla Jockey", e in quelli delle amazzoni nel 1800, sui caschi "alla Minerva" nel 1815, sulle uniformi, il pennacchio persiste; troneggia ancora sulle pettinature e sui cappelli nel periodo 1828-32, quindi scompare fino verso il 1850; da allora piccoli pennacchietti ornano cappelli e vestiti, finché nel 1908-1912 voluminosi pennacchi di penne di struzzo, d'airone, di uccelli del paradiso ricoprono gli enormi cappelli.
Bibl.: G. d'Eze e A. Marcel, Histoire de la coiffure, Parigi 1886; V. Giraldi, Di certe usanze delle donne fiorentine nella metà del sec. XVII, Firenze 1890, p. 13; A. Luzio e R. Renier, Il lusso di Isabella d'Este, in Nuova Antologia, 1896, p. 266; V. Malaguzzi Valeri, La corte di Ludovico il Moro, Milano 1913, p. 376; H. Havard, Dictionnaire de l'ameublement et de la décoration, IV, Parigi s. a., p. 33; P. L. de Giafferi, Histoire du costume féminin, ivi s. a.; C. Piton, Le costume civil en France, ivi s. a., pp. 268, 288, 370, 31; G. Lacour-Gayet, Napoléon, sa vie, son oeuvre, son temps, ivi s. a., pp. 182, 186, 203.