PEONIO (Παιόνιος, Paeonius)
Scultore greco, originario di Mende nella Tracia; di lui si trova esplicita menzione in Pausania (V, 10, 8; 26, 1) e in un'iscrizione dedicatoria di Olimpia. Pausania cita P. anzitutto come autore delle sculture frontonali del tempio di Zeus (facciata orientale), implicitamente facendo P. contemporaneo di Alcamene, cui attribuisce le sculture del frontone occidentale. Quindi lo ricorda come autore della statua di Nike, dedicata presso il medesimo santuario dai Messenî, come decima del bottino ricavato da un successo militare: sarebbe stato questo la conquista dell'isola di Sfacteria, avvenuta nel 425 a danno degli occupanti Spartani.
Gli scavi eseguiti in Olimpia rimisero alla luce, nel 1875, presso la facciata orientale del tempio, una statua frammentata, marmorea, di Nike, maggiore del vero (alt. m. 2,90), e accanto i resti di un basamento a prisma triangolare alto 9 metri, con iscrizione dedicatoria. Il testo dell'iscrizione (Inschriften von Olympia, n. 259) non sembra contraddire all'ipotesi del periegeta. Ogni possibile indagine stilistica intorno a P. si fonda poi esclusivamente su quella scoperta. Il tipo della Nike di Olimpia è il più suggestivo dei numerosi tipi statuarî della medesima divinità espressi dall'arte greca. Esso sembra informare di sé talune creazioni affini di arte più recente.
La figura, acefala, è rappresentata in pieno volo, come librata nell'aria, con le ali aperte (visibili nel restauro) e l'ampia vela del manto stretta per un lembo con la mano sinistra. La destra doveva reggere una palma o una corona. I piedi della figura aderiscono, insieme alla parte inferiore della tunica, a una base irregolare a forma di nuvola, da cui esce una protome di aquila. Si ammirano nella statua, frammentaria, l'arditezza della concezione, la scioltezza dei movimenti, l'eleganza e la copia degli effetti pittorici, ricavati così dal manto aperto alle spalle, come dal partito del chitone aderente, per effetto del vento contrario, sul petto e sulla gamba destra, la gamba sinistra essendo nuda. Le peculiarità dello stile caratterizzano lo scultore come un artista della generazione posteriore a Fidia. P. trae genialmente profitto dagl'insegnamenti del grande maestro, senza rinunciare alla propria originalità. Una testa muliebre in marmo, di grandezza maggiore del vero, e di età prossima a quella fidiaca, fu già identificata da W. Amelung (che ne segnalò anche delle repliche) come una copia della testa di questa Nike.
La citata iscrizione di Olimpia ricorda P. come l'autore degli acroterî del tempio. Questi consistevano in 2 lebéti di bronzo dorato, uno per ciascuna estremità del frontone, e in una figura di Nike come acroterio centrale, al sommo del frontone. Le due statue, per i due acroterî centrali, erano certamente di mano di P. Degli acroterî del tempio non è rimasta però alcuna traccia. I due gruppi frontonali di Olimpia, potuti ricostruire quasi al completo, accusano entrambi uno stile spiccatamente severo e prefidiano, attestando così l'inattendibilità dell'attribuzione di quelle sculture a P., autore della Nike, e ad Alcamene. L'errata attribuzione del frontone orientale a Peonio sembra dovuta alla vicinanza immediata della Nike e a un'errata interpretazione della parola "akrotéria" che si legge nell'iscrizione. Un recente tentativo di H. Schrader, di sostenere le attribuzioni di Pausania, non ha incontrato favore.
Negli scavi del santuario di Apollo a Delfi furono recuperati i resti di una base prismatica triangolare, portante scolpiti decreti onorarî in onore dei Messenî. La base apparteneva a un monumento identico a quello di Olimpia, cosicché si deve ritenere l'uno copia dell'altro. Dalla conformazione particolare del piano di posa della statua nel monumento di Delfi si deduce, però, che la statua doveva essere in bronzo: se l'originale eseguito da Peonio dovesse essere la statua in bronzo, la statua marmorea di Olimpia, unica giunta fino a noi, non sarebbe che la replica di quella.
Bibl.: M. Bieber, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, Lipsia 1932, p. 149 segg., anche per la bibl.; W. Amelung, Weiblicher Kopf, in Röm. Mitteil., 1894, p. 162 segg.; H. Pomtow, Die Paionios-Nike in Delphi, in Jahrb. d. arch. Inst., XXXVIII, p. 55 segg.; E. Norman Gardiner, Olympia, Oxford 1925, p. 117 segg.; P. Ducati, Arte clsasica, 2ª ed., Torino 1927, pp. 265 seg., 354 segg.