PEPOLI, Alessandro, conte
Poeta drammatico, nato a Venezia nel 1757, morto il 12 dicembre 1796, vittima d'un attacco polmonare, contratto per la smania di mostrarsi, lui conte, più agile corridore dei lacchè. Pubblicò nel 1783 a Parma un Saggio di libertà sopra varj punti, propugnando un governo democratico e l'uguaglianza di tutti i cittadini. Poi volle farsi emulo, nella vita e nell'arte, di V. Alfieri; e contrappose la maggior parte delle sue tragedie a quelle dell'Alfieri: dalla prima, la Virginia (1783), all'ultima, il Ladislao (1796), che chiamò "fisedia" (canto della natura) con l'intento di soppiantare la "tramelogedia" alfieriana. Scrisse anche commedie, drammi lacrimosi, drammi per musica; lo sedussero la varietà dei soggetti e il desiderio del nuovo, tentando anche l'imitazione shakespeariana; ma non riuscì a creare nulla di vitale, né a scrivere versi tollerabili. Fondò a Venezia la tipografia Pepoliana.
Bibl.: E. Bertana, La tragedia, Milano s. a., p. 334; G. A. Nulli, Shakespeare in Italia, ivi 1918, p. 39 segg.; N. De Sanctis, Un emulo di V. Alfieri, Catania 1901; G. Bustico, A. P., in Nuovo Archivio veneto, 1913; G. Natali, Il Settecento, Milano 1929, pp. 1018-19 e relativa bibliografia.