PEPOLI, Carlo, conte
Poeta e patriota, nato a Bologna il 22 luglio 1796, morto ivi il 7 dicembre 1881. In gioventù coltivò gli studî poetici, dandone saggio in quell'Accademia dei Felsinei, di cui fu vicepresidente e che nel 1825 accolse il Leopardi, il quale vi lesse l'epistola al P. intitolata. Durante la rivoluzione dell'Italia centrale (febbraio 1831), il P. appartenne alla commissione provvisoria, alla guardia provinciale e quindi al governo provvisorio e al comando militare, apponendo la firma alla dichiarazione che aboliva il potere temporale dei papi. Poco dopo, fu destinato al campo di G. Sercognani in qualità di colonnello della guardia nazionale mobilitata e di commissario civile e militare, e seguì le truppe insorte fino a Otricoli, avendo a compagni i due fratelli Napoleone e Luigi Napoleone Bonaparte. Inviato prefetto per la provincia di Pesaro e Urbino, seguì ad Ancona il governo provvisorio ritiratosi colà, e imbarcatosi sull'Isotta, che fu catturata dagli Austriaci, divise con gli altri suoi compagni le vicissitudini della prigionia in Venezia e dell'esilio a Marsiglia. Andato subito dopo a Parigi, frequentò colà i ritrovi intellettuali più in vista. A lui si deve il libretto dei Puritani di V. Bellini, rappresentati a Parigi nel 1835. Trasferitosi a Londra, vi ebbe la cattedra di letteratura italiana al collegio dell'università e nel 1839 si sposò con Elisabetta Fergus, colta scrittrice. Agli albori del 1848 tornò in Italia e fu eletto membro del consiglio dei deputati, quindi nominato commissario straordinario presso il Durando nella guerra contro l'Austria. Riprese la via dell'esilio in Inghilterra dopo i disastri del 1849, ma dieci anni dopo, quando Bologna fu unita al Piemonte, si trasferì definitivamente in patria. L'anno prima di spegnersi pubblicò un'edizione delle sue Poesie e Prose (Bologna 1880).
Bibl.: G. F. Rambelli, Intorno alcuni versi di C. P., commento, Csena 1853; C. Albicini, C. P., saggio storico, Bologna 1888.