PEPSINA
. Fermento proteolitico del succo gastrico normale, secreto dalle ghiandole piloriche e dalle cellule dette principali delle ghiandole del fondo (v. digerente, apparato). Il preparato commerciale si presenta come una polvere amorfa giallo-grigiastra, solubile in acqua tiepida o glicerina. Preparata con diversi procedimenti dallo stomaco di varî animali, ha potere variabile, potendo digerire da 2000 a 3000 parti e più di ovo-albumina coagulata. Il suo potere enzimatico si manifesta in un ambiente acido corrispondente a (H) = 1,7-2,10-2 in acido cloridrico. Solo le cheratine, le mucine e in parte anche le condrine resistono all'azione digestiva della pepsina, la quale frammenta le altre complesse molecole proteiche scindendole in albumose, peptoni e corpi abiuretici. Non attaccando il legame carboamminico, la disintegrazione non giunge fino agli amminoacidi liberi: solo tracce di tirosina si sono potute dimostrare. L'alcool, il tannino, taluni disinfettanti, certe sostanze coloranti del vino possono danneggiare il potere enzimatico della pepsina. Si somministra nella dose di 0,5 gr. fino a 2-3 gr. e più secondo alcune farmacopee, nell'insufficienza chimica dello stomaco, o da sola o in soluzione cloridrica o associata alla pancreatina, ed entra a far parte di molte specialità digestive.