ATTERBOM, Per Daniel amadeus
Poeta svedese. Nacque ad Åsbo nell'Östergotland il 19 gennaio 1790. Ebbe indole sensitiva e viva immaginazione, e fu precocissimo. A sedici anni, dopo la morte del padre, attraversò una seria crisi spirituale, che influì durevolmente sul suo sentimento religioso. A diciassett'anni, nel 1807, studente a Upsala, insieme con il Palmblad, il Hedborn, il Hammarskiöld, costituì l'Aurorafjrbundet (Società Aurora), che segnò gl'inizî del romanticismo in Svezia. Nella rivista Phosphoros (1810-13), che diede più tardi il nome a tutto quel movimento letterario (v. fosforismo), l'A. e gli altri giovani "amici delle dee del canto", come amavan chiamarsi, ispirandosi ai romantici tedeschi, mossero infatti impetuosamente all'assalto contro il pensiero razionalistico e contro la poesia classicheggiante del tempo, esaltando al disopra della ragione il sentimento e la fantasia, al disopra della scienza la religione, al disopra della poesia antica una poesia nuova, moderna, governata da leggi sue proprie, essenzialmente musicali. Nel Phosphoros e nel Poetisk Kalender (1810-22) l'A. pubblicò allora anche le sue prime poesie: fra cui un primo frammento del poema Fågel blå (L'uccello azzurro), una raccolta di poesie popolari, Nordmansharpan (L'arpa nordica) e i Blommorna (I Fiori), brevi liriche melodiose e garbati sonetti, in cui le rose, le viole, i gigli parlano schellinghianamente "il linguaggio del mistero della natura, che è una sola cosa con il mistero delle umane anime". Contemporaneamente, in una serie di articoli per la Svensk Litteraturtidning (1813-24), cercava di chiarire anche criticamente il suo pensiero. Nel 1817-18 un lungo viaggio in Germania e in Italia, intrapreso per ragioni di salute, lo condusse finalmente verso "i paesi del suo maggior desiderio", e fu quello forse il momento più intenso e più ricco della sua vita: presentato da Amalia von Helvig, poté entrare in rapporti personali con lo Schelling, con F. Schlegel, col Tieck, con Schleiermacher, con Jean Paul; e delle impressioni che dall'Italia ricevette, e degl'interessi spirituali che ne vennero suscitati, fanno testimonianza le Minnen från Tyskland och Italien (Ricordi di Germania e d'Italia, 2 voll., 1859), calde di simpatia, e, malgrado le suggestioni della Italienische Reise del Goethe, personalmente sentite e vive. Al ritorno fu nominato precettore del principe ereditario Oscar per la lingua tedesca, e poi, dopo qualche anno di docenza di storia accanto al Geiier, nel 1828, professore all'università di Upsala: insegnò in un primo tempo filosofia; nel 1835 passò alla cattedra di estetica e storia della letteratura; e, accanto alla moglie Ebba af Ekenstam (la sposò nel 1826: v. le sue lettere durante il fidanzamento: A.s Brev till sin fastmö, Stoccolma 1911), condusse una quieta vita di professore, fra gli studî e la famiglia, fino alla morte. Già nel 1821 aveva fatto la pace con l'Accademia, lanciando il suo Fridsrop (Grido di pace), un invito all'armonia degli animi e alla fraterna collaborazione: nel 1839 vi ottenne anch'egli il suo seggio, e Tegnér, salutandolo, poteva additare la sua presenza nell'alto consesso come segno dell'evoluzione dei tempi. Morì il 21 luglio 1855. La sua opera maggiore è Lycksalighetens ö (L'isola della felicità: 1ª parte, 1824; 2ª parte, 1827; 2ª ediz. rielaborata, 1854): un poema drammatico, multivago e fantastico nella maniera del Tieck, sul noto motivo di leggenda popolare: nostalgia e sogno, senso del mistero e amor delle lontananze, sentimento della natura ed estasi religiosa: tutti i temi cari all'anima romantica vi s'intrecciano; e le numerose liriche che vi sono sparse (alcune, come il canto di Svanhvit, le voci del vento, la fanciulla nel bosco, ecc., sono fra le sue composizioni migliori) accentuano ancora maggiormente la impressione di sciolta trama musicale che l'opera produce. Né diversa è l'ispirazione che gli ha dettato l'incompiuto poema Fågel blå, costruito anch'esso sopra un motivo di fiaba popolare: la minore intrusione di oscuri e pesanti intendimenti filosofici dà anzi al poema una più aereata levità di sviluppi e una più limpida purità di respiro lirico. E poeta lirico egli fù in realtà, soprattutto. I tre volumi dei Lyriska Dikter (1863: una prima raccolta aveva incominciato a curare egli stesso nel 1837, ma la interruppe al 2° vol., in seguito ad un'acre ostile recensione del Geijer) contengono difatti un buon numero di poesie, che, per freschezza di sentimento e spontaneità di canto, sono fra le più schiette della letteratura svedese. Non si può dire, invece, altrettanto dei suoi studî filosofici: gli Studier til Philosophiens Historia och System (1835) sono lo sforzo di pensiero di un uomo non nato per la speculazione, e anche le Aesthetiska Afhandlingar (1866), malgrado la ricca esperienza di poesia, sono teoreticamente deboli o poco originali. Della sua attività di studioso il maggior documento è rappresentato dalle opere di storia letteraria; e, più che dalla Poesiens Historia (1861), dalle raccolte di saggi: dalle Litterära Charakteristiker (1870), dai Minnesteckningar och Tal (1869), e specialmente dai 6 volumi di Svenska Siare och Skalder (Profeti e poeti svedesi, 1841-55). Il "saggio" era l'unica forma di critica congenita al suo temperamento: e anche il saggio, più come creazione di una figura di poeta che come discussione critica. Anche come critico egli restò poeta; e le più belle pagine - su Swedenborg, Thorild., Bellmann, ecc. - scrisse, quando gliele dettò non un semplice desiderio di verità ma un caldo sentimento di vicinanza spirituale.
Bibl.: Un'edizione critica manca: delle opere complete esiste soltanto la vecchia edizione: Samlade Dikter, voll. 6; e Samlade Skrifter i obunden Stil, Örebro 1854-70, voll. 7. Un'ottima scelta, con testo criticamente riveduto, è quella curata recentemente a F. Böök, Valda Skrifter, voll. 6, Stoccolma 1927-1929. - Fra le traduzioni v. quelle tedesche di F. Maurer, Aufzeichnungen... und Reiseerinnerungen, Berlino 1867; e di H. Neus, Die Insel der Glückseligkeit, Lipsia 1831-33. Manca sinora anche una biografia definitiva: v. K. A. Böttiger, Auroraförbundet i Upsala, negli atti della Svenska Akademie, XLIX (1874); F. Vetterlund, Från nyromantikens dagar, Stoccolma 1918; id., A.s Sagospel Fågel blå, Lund 1900-02; id., A.s Sagospel Lycksaligheten ö, Stoccolma 1924; C. Santesson, A.s ungdomsdigtning, Stoccolma 1920; A. Nilsson, Svensk Romantik, Stoccolma 1916.