Per fino amore vo sì letamente
. Primo verso di una canzone di Rinaldo d'Aquino alla quale D. fa riferimento in VE I XII 8, senza nominare l'autore, per provare che quamvis terrigene Apuli loquantur obscene comuniter, alcuni di essi polite locuti sunt, vocabula curialiora in suis cantionibus compilantes, e poi ancora ricordato (II V 4), questa volta con indicazione dell'autore, come esempio di endecasillabo di stile alto.
Il verso è tràdito altrimenti dai codici: Per fin amore vao sì allegramente; la lettura dantesca sembra condizionata dall'allegramente dei codici Palatino 418 della Nazionale di Firenze (ora Banco Rari 217) e Chigiano L VIII 305, in contrasto con l'altamente del Vaticano lat. 3793 (cfr. Contini, Poeti I 112).