SIVLE, Per
Poeta norvegese, nato a Aurland il 6 aprile 1857, morto a Cristiania il 6 settembre 1904. Soggetto a turbamenti del sistema nervoso, ne fu presto sospinto a cercare conforto nel bere. E anche la sua esteriore esistenza di giornalista fu quasi sempre instabile e precaria. Le difficili condizioni economiche e l'acuirsi del suo male finirono col condurlo al suicidio.
La più grande risonanza nel suo tempo raggiunse con le poesie d'ispirazione politica - era di tendenze liberali-nazionali, con orientamento verso sinistra -; e alcuni di quei versi vivono ancora, divenuti popolari; così come vive ancora sono alcune delle liriche di ispirazione soggettiva, in cui si rifletté l'agitata vita del suo spirito (v. le raccolte: Noreg, 1894; Bersöglis-og andre Viser, 1895; Skaldemal, 1896; Olavs-Kvœde, 1901). Temperamento impulsivo, nervoso, ebbe anche, come poeta, respiro breve. Tentò invano il romanzo di vita operaia (Streik, 1891); riuscì invece più fresco e schietto nelle prose di vita infantile e nelle colorite scene di vita paesana (Sogor, 1887 e Vossa-Stubbar, 1887; Nye Vossa-Stubbar, 1894, Sivle-Stubbar, 1895 ecc.).
Opere: Skrifter, voll. 2, Oslo 1925.