Per vera esperienza di parlare
vera esperienza di parlare. - Sonetto di Chiaro Davanzati, facente parte - con Tre pensier' aggio, onde mi vien pensare (Rime dubbie XX) e Già non m'agenza, Chiaro, il dimandare (XXII), attribuite nel codice Marciano it. IX 191, datato 1509 e appartenuto ad Apostolo Zeno, e nel suo derivato Magliabechiano VII 1187 a un " Dante " che con ogni probabilità è da identificare con Dante da Maiano (v. GIÀ NON M'AGENZA, CHIARO, IL DIMANDARE), e con Se credi per beltate o per sapere (XXIII), pure di Chiaro - di una piccola tenzone su questione d'amore.
Costruito sul medesimo schema (aba bab; cdc dcd) del precedente (di cui riprende anche due parole-rima, amare e amanza, vv. 7 e 11), e di quello che lo segue (il quarto sonetto della tenzone, Se credi per beltate o per sapere, ha diversa struttura nelle terzine), il componimento riassume i tre pensier, espressi nella proposta (amare solamente; chiedere con ‛ coraggio '; chiedere temoroso) e suggerisce l'opzione per il secondo partito (metter avanti ciò, che, il cor voglioso / servendo, richiedete vostr'amanza, vv. 9-11).
Bibl. - Contini, Rime 222; Chiaro Davanzati, Rime, a c. di A. Menichetti, Bologna 1965, 373; Mostra di codici ed edizioni dantesche, Firenze 1965, 41-42; Barbi-Pernicone, Rime 692-694; Dante Da Maiano, Rime, a c. di R. Bettarini, Firenze 1969, 214-215.