per
La preposizione ha in D. un totale di 3320 ricorrenze: 1386 nella Commedia, 220 nella Vita Nuova, 236 nelle Rime, 1161 nel Convivio, 282 nel Fiore, 35 nel Detto. Non è mai presente, nelle edizioni da noi adottate, la forma fusa con l'articolo, se si eccettua un unico pel in Rime C 24 Amor, che sue ragne / ritira in alto pel vento che poggia.
Per ciò che riguarda la semantica e gli usi di ‛ per ', in reggenze sia nominali sia verbali, non si osservano notevoli divergenze rispetto all'uso moderno, e le peculiarità dantesche o attribuibili alla lingua del tempo di D. sono relativamente poche: si registrano parecchi ‛ per ' con valore mediale dove oggi è preferito ‛ con ', alcuni ‛ per ' modali cui nel sistema odierno corrisponde ora ‛ in ' ora ‛ con ' (si vedrà più avanti l'esemplificazione), molti ‛ per ' col valore dell'odierno ‛ come ' nel senso di " in qualità di ", " con la funzione di ", l'uso francesizzante di ‛ per ' in complementi d'agente (dove oggi è esclusivo ‛ da '); in reggenze verbali, si rileva l'arcaicità soprattutto nell'espressione di rapporti concessivi, sia con l'infinito sia col congiuntivo (per l'esemplificazione, cfr. 16.). Le relazioni più riccamente rappresentate sono quelle di moto attraverso luogo, di mezzo, di modo, di causa, di fine, di equivalenza.
1. Con verbi che significano movimento, spostamento, ‛ per ' esprime l'idea del moto attraverso un luogo, sia questo amplissimo come l'universo, l'aria, il mare, le pianure: La gloria di colui che tutto move / per l'universo penetra (Pd I 2); si muovono a diversi porti / per lo gran mar de l'essere (v. 113); li miseri mercatanti che per lo mondo vanno (Cv IV XIII 11); pareami che li uccelli volando per l'aria cadessero morti (Vn XXIII 5, e si veda la triplice ripetizione di per l'aere nell'episodio di Francesca, If V 84, 86, 89); Giù per lo mondo sanza fine amaro, / e per lo monte del cui bel cacume / li occhi de la mia donna mi levaro, / e poscia per lo ciel, di lume in lume (Pd XVII 112, 113, 115); un vasel, ch'ad ogni vento / per mare andasse (Rime LII 4); io son fuggito per piani e per colli (CI 21); ci mettemmo per un bosco / che da neun sentiero era segnato (If XIII 2); Noi andavam per lo solingo piano (Pg I 118); sia una via determinata o un cammino generico: questa mirabile donna... passando per una via, volse li occhi (Vn III 1); come peregrino che va per una via per la quale mai non fue (Cv IV XII 15); come frati minor vanno per via (If XXIII 3); passando per uno cammino lungo lo quale sen gia uno rivo chiaro molto (Vn XIX 1); de' raggi del pianeta / che mena dritto altrui per ogne calle (If I 18; e ancora Vn XIII 6, Cv IV I 9, V 8, XXIV 9, ecc.); o altri luoghi meno estesi: una fonte che bolle e riversa / per un fossato (If VII 102); Sì trapassammo per sozza mistura / de l'ombre e de la pioggia (VI 100); con le tre belle similitudini di Pg XXVI 134 e 135 disparve per lo foco, / come per l'acqua il pesce andando al fondo, di Pd III 123 cantando vanio / come per acqua cupa cosa grave, e di 10 e 11 Quali per vetri trasparenti e tersi, / o ver per acque nitide e tranquille / ... tornan d'i nostri visi le postille; sia ancora un'apertura qualsiasi, porta o finestra, oppure altra parte interna di un edificio: Cv I XII 1 Se manifestamente per le finestre d'una casa uscisse fiamma; If III 1, 2 e 3 Per me si va ne la città dolente, / per me si va ne l'etterno dolore, / per me si va tra la perduta gente, dov'è introdotta a parlare la porta d'entrata all'Inferno; Pd XVII 60 come è duro calle / lo scendere e 'l salir per l'altrui scale (e cfr. Fiore CLXVII 14); sia infine una parte del corpo umano, per es. gli occhi (Vn VIII 5 4, XXVI 7 10 Mostrasi sì piacente a chi la mira, / che dà per li occhi una dolcezza al core), o il cuore (Rime CIII 82 Canzon, vattene dritto a quella donna / ... e dàlle per lo cor d'una saetta), o altro (If XXV 92 l'un per la piaga e l'altro per la bocca / fummavan forte; Cv III X 4 come s'io fosse stato [diafano], così per ogni lato mi passava lo raggio loro; e Pg XVII 3 se mai ne l'alpe / ti colse nebbia per la qual vedessi / non altrimenti che per pelle talpe).
L'espressività della preposizione è accresciuta dall'abbinamento con gli avverbi ‛ su ', ‛ giù ': If III 118 Così sen vanno su per l'onda bruna (e inoltre XVIII 29 e 34); Rime LXXVII 3 Bicci novel … / giù per la gola tanta roba hai messa, e If XII 28 Così prendemmo via giù per lo scarco / di quelle pietre; mentre nell'unione con ‛ entro ' è il ‛ per ' che rafforza la seconda preposizione: Pd II 34 Per entro sé l'etterna margarita / ne ricevette (e ancora XXIII 94, Pg XXII 140), anche in senso figurato: color che non veggion pur l'ovra, / ma per entro i pensier miran col senno (If XVI 120); Ficca mo l'occhio per entro l'abisso / de l'etterno consiglio (Pd VII 94). Seguito da ‛ mezzo ', indica il passaggio lungo la linea centrale di un luogo, di un oggetto, o anche, semplicemente, ma con più evidenza, il suo attraversamento: quando voi passate / per lo suo mezzo la città dolente (Vn XL 9 6); Così vedess'io lui fender per mezzo / lo core a la crudele (Rime CIII 53).
1.1. Con valori non dissimili, ma in usi figurati: venni qui per l'infernale ambascia (Pg XVI 39); Che li poete abbiano così parlato come detto è, appare per Virgilio (Vn XXV 9; altri esempi nelle righe successive del medesimo paragrafo); la verità che quinci piove / per Moïsè, per profeti e per salmi, / per l'Evangelio e per voi che scriveste... (Pd XXIV 136 e 137); e in una locuzione particolare: Cv I II 14 grandissima utilitade ne segue altrui per via di dottrina.
1.2. Include talora l'idea della dispersione: spirital bellezza grande, / che per lo cielo spande / luce d'amor (Vn XXXIII 8 23); per le parti quasi tutte a le quali questa lingua si stende, peregrino, quasi mendicando, sono andato (Cv I III 4); Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande / che per mare e per terra batti l'ali, / e per lo 'nferno tuo nome si spande! (If XXVI 2 e 3).
1.3. In vari esempi corrisponde più da vicino al significato di ‛ lungo ': Vn IX 9 1 Cavalcando l'altr'ier per un cammino, e, più chiaramente, V 1 nel mezzo di lei e di me per la retta linea sedea una gentile donna (inoltre, Cv II IX 5, IV VIII 7); Cv I IX 7 sì come si vedrà per lo pelago del loro trattato, e III XIII 3 de la quale filosofia umana seguito poi per lo trattato, nel corso cioè del trattato; e con nomi di parti del corpo o di altri oggetti concreti: l'orribil fiera / per l'altrui membra avviticchiò / le sue (If XXV 60), anche seguito o preceduto dall'avverbio ‛ su ': miseli la coda tra 'mbedue [le cosce] / e dietro per le ren sù la ritese (XXV 57); movendo 'l viso pur su per la coscia (Pg IV 113); come procede... / per lo papiro suso, un color bruno (If XXV 65).
Può indicare la direzione di un moto, come equivalente di ‛ verso ': Cv III V 9 andando diritto per tramontana, e V 11 diritto andando per lo mezzogiorno; o il senso di una direzione: Pg IX 99 una petrina ruvida e arsiccia, / crepata per lo lungo e per traverso; o più genericamente estensione nello spazio: Cv II XIV 11 lo movimento quasi insensibile che fa da occidente in oriente per uno grado in cento anni (mentre esprime passaggio graduale in III VII 6 ne l'ordine intellettuale de l'universo si sale e discende per gradi quasi continui da la infima forma a l'altissima).
1.4. Concorre a formare anche complementi di stato in luogo, con il significato di " in " o " su " (come in If I 2 mi ritrovai per una selva oscura, o in Pg XXVIII 8 Un'aura dolce... / mi feria per la fronte), ma esprimendo in genere anche l'idea accessoria del movimento (Pg IX 122 Quandunque l'una d'esse chiavi falla, / che non si volga dritta per la toppa), della distribuzione (per es. in Cv IV XXV 11 e 12 la nostra anima... allora opera bene che 'l corpo è bene per le sue parti ordinato e disposto. E quando elli è bene ordinato e disposto, allora è bello per tutto e per le parti; in If XXXIII 57 scorsi / per quattro visi il mio aspetto stesso; in Pg XI 138 si condusse a tremar per ogne vena; in Pd XXXI 61 Diffuso era per li occhi e per le gene / di benigna letizia), della dispersione, come negli esempi: altre donne che per la camera erano (Vn XXIII 12); Parole mie che per lo mondo siete (Rime LXXXIV 1); tanto è la stagion forte ed acerba, / c'ha morti li fioretti per le piagge (C 47); e 'l sangue, ch'è per le vene disperso (CIII 45); La gente che per li sepolcri giace (If X 7); guardando l'ombre che giacean per terra (Pg XX 143; analoga espressione in If VI 37, mentre indica soltanto movimento, ed equivale a ‛ in ', nel verso di Fiore CCXVI 13 ella [la fortezza] serà per terra rovesciata); Di sotto al capo mio son li altri tratti / ... per le fessure de la pietra piatti (If XIX 75); Quel dolce pome che per tanti rami / cercando va la cura de' mortali (Pg XXVII 115).
15. Valore distributivo ha anche in dipendenza dal verbo ‛ partire ' nel senso di " dividere ", " suddividere " o in contesti nei quali è comunque implicito il concetto della partizione: partire si conviene per le sue parti principali, che sono tre (Cv IV III 1; cfr. anche II V 5); di noi parli pur come se tue / partissi ancor lo tempo per calendi (Pg XVI 27); omicide e ciascun che mal fiere, / guastatori e predon, tutti tormenta / lo giron primo per diverse schiere (If XI 39).
2. Premesso a sostantivi denotanti tempo, indica l'estendersi nella dimensione temporale, sia come durata complessiva di un fatto sia come progressivo passaggio (uso traslato, in questo secondo caso, del complemento di moto attraverso luogo). Esempi della prima accezione: continuamente soffersi per nove dì amarissima pena (Vn XXIII 1); questo modo credo che lor basti / per tutto il tempo che 'l foco li abbruscia (Pg XXV 137); fece in Alba sua dimora / per trecento anni e oltre (Pd VI 38); 'l poema sacro / ... che m'ha fatto per molti anni macro (XXV 3). Della seconda: è impossibile per processo di tempo venire a la generazione di nobilitade (Cv IV XIV 3; e cfr. I II 14); Noi andavam per lo vespero (Pg XV 139).
2.1. Differisce dall'uso moderno, che adopera preferibilmente ‛ in ' o altre preposizioni, nell'introdurre complementi di tempo determinato (in risposta a una domanda " quando? "): per lo tempo caldo e per lo freddo (Rime CII 9); per quattro etadi diversamente adopera, sì come per l'adolescenza, per la gioventute, per la senettute e per lo senio (Cv IV XXIII 4); divora... / qualunque cibo per qualunque luna (Pd XXVII 132).
2.2. Con uso sovrabbondante, pleonastico, in espressioni temporali che significano quante volte un fatto avviene o si ripete, davanti cioè a sostantivi come ‛ volta ' o ‛ fiata ': ad esso [amore] m'accostai per più fiate (Cv III I 4); Per più fiate li occhi ci sospinse / quella lettura If V 130); per due fiate li dispersi (X 48); Per molte volte mi son pergiurato (Fiore XCIX 12; e inoltre CXLVI 13, CXLVII 9); ugualmente pleonastico, ma con accezione lievemente diversa, in CCXXVII 12 Per altre volte avea alcun volere, / ma non era sì agiata com'or sono; e con altro senso ancora ili Vn XXIII 1 Appresso ciò per pochi dì avvenne che..., pochi giorni dopo.
2.3. Degna di particolare rilievo, sia per il valore fra temporale e causale, sia per l'aspetto formale, la locuzione ‛ per volta di tempo ', " come il tempo cambia ", o " per il fatto che il tempo cambi ", in Rime C 38 li dolzi pensier non mi son tolti / né mi son dati per volta di tempo, / ma donna li mi dà.
3. Equivale a ‛ con ' per esprimere relazioni di mezzo. Raramente con nomi di persona (due soli esempi, Pd XI 98 di seconda corona redimita / fu per Onorio da l'Etterno Spiro / la santa voglia d'esto archimandrita, " per il tramite " cioè di Onorio, e Fiore LIV 8 Ma guarda che lo scritto sia mandato / per tal messaggio che non vi difami, dove messaggio ha il senso di " messaggero "); più spesso con nomi di cose, concrete o astratte: Rime CI 20 'l colpo suo non può sanar per erba; If III 82 ecco verso noi venir per nave / un vecchio (e cfr. Pg IV 93); Vn VII 7 intendo chiamare li fedeli d'Amore per quelle parole di Geremia...; VIII 12 ne la prima parte chiamo la Morte per certi suoi nomi propri; Cv I I 18 per allegorica esposizione quelle intendo mostrare; V 1 per similitudine dire si può di biado e non di frumento (e per bella similitudine, III VIII 9); XI 7 l'abito di vertude... conviene che per usanza s'acquisti; III XI 14 vera felicitade che per contemplazione de la veritade s'acquista; II VIII 15 vedemolo per fede perfettamente, e per ragione lo vedemo con ombra d'oscuritade; IV IV 8 la romana potenzia non per ragione né per decreto di convento universale fu acquistata, ma per forza; Pd XI 6 e chi regnar per forza o per sofismi; If XVIII 86 Iasón, che per cuore e per senno / li Colchi del monton privati féne, " col coraggio e col senno astuto ".
Fanno parte a sé Pg XVI 139 Per altro sopranome io nol conosco, e altri passi in cui il complemento dipende da verbi quali ‛ significare ', ‛ intendere ' e simili: per lo polo che vedemo significa le cose sensibili... e per lo polo che non vedemo significa le cose che sono sanza materia... Ancora: per li due movimenti significa, ecc. (Cv II XIV 9, 10 e 11); per cielo io intendo la scienza e per cieli le scienze (XIII 2; cfr. anche XIV 21); per lo due s'intende lo movimento locale... per lo venti significa lo movimento de l'alterazione... per lo mille significa lo movimento del crescere (XIV 3 e 4); quando per la barba il viso chiese, / ben conobbi il velen de l'argomento (Pg XXXI 74).
Come equivalente di ‛ attraverso ': Allora mi confortai molto, assicurandomi che lo mio secreto non era comunicato lo giorno altrui per mia vista (Vn V 3); O tu che mostri per sì bestial segno / odio sovra colui che tu ti mangi (If XXXII 133); 'l verace colore / chiarir non si poria per mie parole (Rime dubbie XVI 22); sì come per Boezio si puote apertamente vedere (Cv III II 17); ciò pruova Aristotile nel settimo de l'Etica per lo testo d'Omero poeta (IV XX 4).
3.1. In più casi, al fondamentale valore strumentale si sovrappone o accompagna una connotazione modale, per cui non è sempre possibile distinguere nettamente la prevalenza dell'una o dell'altra relazione: vorrei che tu e Lapo ed io / fossimo presi per incantamento (Rime LII 2); mi chiamò per nome (Vn IX 11 9; e ‛ nominare per nome ' in IX 5, mentre in Pg XIII 105 fammiti conto o per luogo o per nome predomina nettamente il valore mediale); questi vizii si fuggono e si vincono per buona consuetudine (Cv III VIII 17; si veda anche il paragrafo successivo, dove per buona consuetudine si ripete ancora e si sviluppa); più esempi in IV XI 7 se si considerano li modi per li quali esse [ricchezze] vegnono, tutti si possono in tre maniere ricogliere ... o vegnono da fortuna aiutatrice di ragione, sì come quando per licito o per illicito procaccio: licito dico, quando è per arte o per mercatantia o per servigio meritante; illicito dico, quando è per furto o per rapina. Ancora: Cv II I 2 le scritture si possono intendere e deonsi esponere massimamente per quattro sensi; IV IV 13 che ciò sia, per due apertissime ragioni vedere si può; II V 1 ne li quali [profeti], per molte maniere di parlare e per molti modi, Dio avea loro parlato; IV XXVII 19 dice e ritrae per lungo sermone a Cefalo la istoria de la pestilenza; e Pd XVII 31 e 34 Né per ambage... / ma per chiare parole e con preciso / latin rispuose quello amor paterno. Premesso a forza, con uso assoluto o seguito da specificazione: If XI 34 Morte per forza e ferute dogliose / nel prossimo si danno; VII 27 voltando pesi per forza di poppa; Fiore CCXIV 3 l'un l'altro abbatte per forza di braccia; e con funzione quasi di locuzione avverbiale: come persona ch'è per forza desta (If IV 3); non era suo intendimento / di renderlo per forza ned a patto (Fiore XXIX 4); indica costrizione violenta in Pg XVI 111 è giunta la spada / col pasturale, e l'un con l'altro insieme / per viva forza mal convien che vada.
3.2. Altre volte è la connotazione causale che si sovrappone a quella del mezzo: alcuna oppinione fanno ne l'altrui fama per udita (Cv I IV 4); Povera fosti tanto, / quanto veder si può per quello ospizio / dove sponesti il tuo portato santo (Pg XX 23); Lì si vedrà ciò che tenem per fede, / non dimostrato (Pd II 43); sanza trovar in noi mai ridenzione / né per merzé né per cosa che faccia (Fiore XCIII 13), dove il secondo ‛ per ', con il particolare costrutto sintattico, ha anche valore concessivo.
4. Varietà di esempi si ha dell'uso di ‛ per ' in complementi di modo che, come si è già osservato avanti, nella lingua moderna sono per lo più formati con le preposizioni ‛ con ' o ‛ in ': lo intendimento mio non fue dal principio di scrivere altro che per volgare (Vn XXX 2); l'ottava spera si movea per più movimenti (Cv II III 5); Epicuro... disse questo nostro fine essere voluptade (non dico ‛ voluntade ', ma scrivola per P), cioè diletto sanza dolore (IV VI 11); Noi leggiavamo un giorno per diletto / di Lancialotto (If V 127); Come 'l falcon... / discende lasso... / per cento rote (XVII 131); volgendo suo parlare a me per punta, / che pur per taglio m'era paruto acro (Pg XXXI 2 e 3); Ne l'ordine ch'io dico sono accline / tutte nature, per diverse sorti (Pd I 110). Di dire per rima, dire parole per rima, dicitori per rima si hanno esempi in Vn III 9, XII 7, XXV 4 (dove c'è la contrapposizione: dire per rima in volgare tanto è quanto dire per versi in latino), XXV 7 e 8 (dove invece per rima si contrappone a per prosa).
Ricorre frequente l'unione con ‛ modo ': Io non so chi tu se' né per che modo / venuto se' qua giù (If XXXIII 10); per modo tutto fuor del moderno uso (Pg XVI 42), e inoltre Cv I IX 8, IV II 11, Pd XXIX 137; anche a formare locuzioni avverbiali o congiunzionali: queste potenze sono intra sé per modo che l'una è fondamento de l'altra (Cv III II 12); piangere e cantar s'udìe / ... per modo / tal, che diletto e doglia parturìe (Pg XXIII 11); così per maniera che (Pd XIII 17) e per guisa di (XIV 69).
4.1. Al valore modale si aggiunge talvolta una connotazione causale: Pd VI 57 Cesare per voler di Roma il tolle (e ancora per volontà di, in Rime L 61, e per sua volontà o per forza d'Ercule, in Cv III III 7); Pd VII 91 o che Dio solo per sua cortesia / dimesso avesse [il peccato originale], o che l'uom per sé isso / avesse sodisfatto a sua follia.
4.2. Un rapporto meno definito esprime il ‛ per ' in Vn XIV 8 quella parte de la vita di là da la quale non si puote ire più per intendimento di ritornare; il concetto, che oggi si esprimerebbe mediante la preposizione ‛ con ', è prossimo a quello del complemento cosiddetto di unione.
5. In rapporti causali, ora spiega il motivo concreto, materiale, di un fatto, come in If III 83 un vecchio, bianco per antico pelo; XIX 131 per lo scoglio sconcio ed erto; XXI 16 non per foco, ma per divin'arte, / bollia là giuso una pegola spessa (accezione più complessa si ha in Pd VIII 131 Quinci addivien ch'Esaù si diparte / per seme da Iacòb), o ne enuncia la causa naturale: Rime C 61 l'acqua morta si converte in vetro / per la freddura che di fuor la serra, CII 25 per algente freddo / l'acqua diventa cristallina petra, e If V 29 loco d'ogne luce muto, / che mugghia come fa mar per tempesta; ora, e più spesso, indica una causa immateriale, astratta: Vn II 7, VII 4 7 e 8, Rime LXV 4, LXXX 4, CIII 56 poi non mi sarebb'atra / la morte, ov'io per sua bellezza corro; If I 63 dinanzi a li occhi mi si fu offerto / chi per lungo silenzio parea fioco; Pd XV 40 e 41 né per elezïon mi si nascose, / ma per necessità; XXX 141 simili fatti v'ha al fantolino / che muor per fame e caccia via la balia; può consistere anche in sentimenti, stati d'animo, condizioni spirituali: come coloro / che per vergogna celan lor mancanza (Vn VII 6 18); l'ombra di colui / che fece per viltade il gran rifiuto (If III 60); ambo le man per lo dolor mi morsi (XXXIII 58); ed ei, pensando ch'io 'l fessi per voglia / di manicar, di sùbito levorsi (XXXIII 59). La causa, infine, può essere rappresentata da persona o animale: Per quella moro c'ha nome Beatrice (Rime LXVIII 14); Vedi la bestia per cu' io mi volsi (If I 88, e, al v. 94, questa bestia, per la qual tu gride); ancora, If XIII 27, Rime CIII 60, e Cv I XI 10.
In unione con ‛ ragione ': Pd IV 20 la vïolenza altrui per qual ragione / di meritar mi scema la misura?; quando ‛ ragione ' (o ‛ cagione ') precede, è normale il sintagma ‛ per che ' anziché ‛ per cui ' o ‛ per la quale ': parlando a lei, dico la cagione per che io mi muovo a blasimarla (Vn VIII 12); la ragione per che ciò incontra... brievemente or qui piace toccare (Cv I III 6); questa è la cagione per che Omero non si mutò di greco in latino come d'altre scritture (VII 15); la cagion per che no' siam venute (Fiore XIV 10); e analogamente: questo è quello per che ciascuno profeta è meno onorato ne la sua patria (Cv I IV 11).
Da notare ‛ per ciò ' in Detto 291 tu se' da me diviso, / per ciò il passo ti vieto (per gli esempi di perciò in grafia unita, v. PERCIÒ); e la locuzione causale ‛ via per ', " a causa di ", in Pg XXIV 18 è sì munta / nostra sembianza via per la dieta.
5.1. Equivale a " in seguito a " in Vn XXXVII 8 12 Voi non dovreste mai, se non per morte, / la vostra donna, ch'è morta, obliare; in Rime LVI 1 Per una ghirlandetta / ch'io vidi, mi farà / sospirare ogni fiore, e LXVII 65 caddi in terra, / per una luce che nel cuor percosse; in Cv I III 5 molti che forseché per alcuna fama in altra forma m'aveano imaginato; e in If II 66 e temo ... / ch'io mi sia tardi al soccorso levata, / per quel ch'i' ho di lui nel cielo udito.
5.2. Con il significato di " per opera di " o " per merito di ": non solamente ella era onorata e laudata, ma per lei erano onorate e laudate molte (Vn XXVI 8, cui corrispondono in 12 11 i versi non fa sola sé parer piacente, / ma ciascuna per lei riceve onore); O donna di virtù sola per cui / l'umana spezie eccede ogni contento... (If II 76); Per te poeta fui, per te cristiano (Pg XXII 73); attesi avrebbe li suoi regi ancora, / nati per me di Carlo e di Ridolfo (Pd VIII 72).
5.3. Da rilevare il particolare costrutto sintattico in cui ‛ per ' più sostantivo è seguito da proposizione relativa con il verbo all'indicativo o al congiuntivo: Eo non posso tener li occhi distrutti / che non reguardin voi spesse fiate, / per desiderio di pianger ch'elli hanno (Vn XXXVI 511); La tosse, 'l freddo e l'altra mala voglia / no l'addovien per omor ch'abbia vecchi (Rime LXXIII 10); per nulla offension che mi sia fatta, / non temer tu (If XXI 61).
5.4. Diverso da ‛ perché ' causale è ‛ per che ' illativo o consequenziale, col valore cioè di " per cui "; se ne registrano in D. parecchi esempi: Ne li occhi porta la mia donna Amore, / per che si fa gentil ciò ch'ella mira (Vn XXI 2 2); li occhi lucenti lagrimando volse, / per che mi fece del venir più presto (If II 117); Quivi sospiri, pianti e alti guai / risonavan... / per ch'io al cominciar ne lagrimai (III 24); e inoltre Vn VII 1, XXXIV 9 8, Rime XL 3, Cv I XIII 10, XIII 11, ecc.
5.5. Con il significato causale di " perché ", " poiché ", forma le locuzioni ‛ per quello che ' (Vn XXVIII 2 non è convenevole a me trattare di ciò, per quello che, trattando, converrebbe essere me laudatore di me medesimo) e, più frequente, ‛ per ciò che ', in Cv I IV 3, IV VII 11, XXIV 17 (con altro senso, perciò che in IV XVII 12: v. PERCIÒ).
6. Esprime la relazione di fine in If I 112 per lo tuo me' penso e discerno / che tu mi segui; II 23 la quale e 'l quale [Roma e l'Impero] ... / fu stabilita per lo loco santo / u' siede il successor del maggior Piero; XVIII 10 dove per guardia de le mura / più e più fossi cingon li castelli; Pg XVI 17 ciascuna pareva / pregar per pace e per misericordia / l'Agnel di Dio; e, ripetuto tre volte, per ammenda, in XX 65, 67 e 69. Con la medesima funzione, per indicare cioè lo scopo di un movimento o di un'azione, si trova in dipendenza dai verbi ‛ andare ', ‛ venire ', ‛ mandare ': a lei manifesta / quel che tu se' e quel per ch'io ti mando (Rime CVI 157); Cefalo d'Atene venne ad Eaco re per soccorso (Cv IV XXVII 17); Come l'altre verrem per nostre spoglie (If XIII 103); Lascio lo fele e vo per dolci pomi (XVI 61); quinci si va chi vuole andar per pace (Pg XXIV 141); la nave, / in che Giason andò per lo tosone (Fiore, VIII 2); colui che venne per lo fiore (XXVI 5); sì sian venuti a voi per ostellaggio (CXXXI 8).
Esprime insieme causa e fine in Fiore XCV 8 eran caritevoli e pietose / e sofferian per Dio d'esser martire.
7. In complementi che si possono definire di termine, indica la persona o la cosa per cui un'azione è fatta, a vantaggio o a danno della quale torna: le belle trecce... / che fatte son per me scudiscio e ferza (Rime CIII 67); lasciali digrignar pur a lor senno, / ch'e' fanno ciò per li lessi dolenti (If XXI 135); Quest'ultima preghiera... / già non si fa per noi, ché non bisogna, / ma per color che dietro a noi restaro (Pg XI 23 e 24).
Più complesso il significato di If XXI 129 deh, sanza scorta andianci soli, / se tu sa' ir; ch'i' per me non la cheggio, dove ‛ per me ' può anche essere inteso con valore restrittivo, " per quanto riguarda me "; e di Pd XII 64 la donna che per lui l'assenso diede (nel battesimo), dove ‛ per lui ' corrisponde a " invece di lui ", " a nome suo ", ma anche " a suo vantaggio ", " in favore di lui ".
7.1. Come equivalente di ‛ verso ', per indicare l'oggetto di un sentimento: Per cui t'ha così distrutto questo Amore? (Vn IV 3); misera patria mia ! quanta pietà mi stringe per te (Cv IV XXVII 11).
8. " In nome di ", con i verbi ‛ giurare ', ‛ pregare ', ‛ richiedere ' e simili, o comunque in formule di preghiera: Eo giuro per colui / ch'Amor si chiama (Rime LXXXIII 70); Per le nove radici d'erto legno / vi giuro che... (If XIII 73); gli ha giurato per tutti gli dei (Fiore CCXXI 3); e tu allor li priega / per quello amor che i mena (If V 78); Poeta, io ti richeggio / per quello Dio che tu non conoscesti (I 131; e cfr. Pg I 93); Però mi dì, per Dio, che sì vi sfoglia (Pg XXIII 58); Per Gieso Cristo, tra'mi / d'esti pensier (Fiore LIV 5); Per Dio, gentil madonna, e per merzede / ... s'i' ho ver voi fallato, / ched e' vi piaccia ched e' sia ammendato (LXXVI 1); e, con formula fissa, Per Dio merzé, Messer, non vi dottate (CXXVII 9).
9. " Come ", " quale ", " in qualità di " o " con funzione di ", per indicare il significato, la funzione, il rapporto che si attribuisce a persone o cose. Di quest'uso si hanno in D. numerosi esempi, che qui vengono accostati, selettivamente, secondo criteri di affinità e di analogia:
Vn XL 1 quella imagine benedetta la quale lesu Cristo lasciò a noi per essemplo de la sua bellissima figura (significato simile si ha in XV 8 ne la seconda [parte] manifesto lo stato del cuore per essemplo del viso, con riferimento ai due versi del precedente sonetto [5 5-6]: Lo viso mostra lo color del core, / che, tramortendo, ovunque po' s'appoia; diverso invece in XIX 11 50 ella è quanto de ben pò far natura; / per essemplo di lei bieltà si prova, cioè sull'esempio di lei, tenendo lei come esempio e misura di riferimento); XVIII 9 propuosi di prendere per matera de lo mio parlare sempre mai quello che fosse loda di questa gentilissima; XIX 3 Queste parole io ripuosi ne la mente... pensando di prenderle per mio cominciamento; più esempi in Cv III XI 13 come la vera amistade, astratta de l'animo, solo in sé considerata, ha per subietto la conoscenza de l'operazione buona, e per forma l'appetito di quella; così la filosofia, fuori d'anima, in sé considerata, ha per subietto lo 'ntendere, e per forma uno quasi divino amore a lo 'ntelletto; con accezioni via via differenti: Cv I II 1 da due macule mondare intendo primieramente questa esposizione, che per pane si conta nel mio corredo (cfr. anche II XI 10 la prima canzone, che è per prima vivanda intesa innanzi); II IV 7 molti nomi antichi rimasi o per nomi o per sopranomi a lochi e antichi edifici; If IX 18 alcun del primo grado, / che sol per pena ha la speranza cionca; XVI 77 Così gridai con la faccia levata; / e i tre, che ciò inteser per risposta, / guardar l'un l'altro (mentre in XXI 138 avea ciascun la lingua stretta / coi denti, verso lor duca, per cenno, è inclusa anche l'idea del fine).
Esprimono più particolarmente l'idea della funzione: If IX 41 serpentelli e ceraste avien per crine; XIX 18 que' [fori] che son nel mio bel San Giovanni, / fatti per loco d'i battezzatori (per l'interpretazione del passo, molto discusso, si veda LUOGO); XX 50 ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca / per sua dimora; Pg XXVIII 78 in questo luogo eletto / a l'umana natura per suo nido, con riferimento al Paradiso terrestre; X 131 Come per sostentar solaio o tetto, / per mensola talvolta una figura / si vede...; XVI 94 Onde convenne legge per fren porre; XXVII 131 lo tuo piacere omai prendi per duce; Pd XXVIII 54 questo miro e angelico templo / che solo amore e luce ha per confine.
Con riferimento a persone: questa crudel che m'è data per donna (Rime C 26); sempre è l'uomo che ha costei per donna da chiamare filosofo (Cv III XIII 8); mi chiese questo per maestro / a guerir de la sua superba febbre (If XXVII 96); mi fece / ardere a tal che l'avea per figliuolo (XXIX 117); pria che Beatrice discendesse al mondo, / fummo ordinate a lei per sue ancelle (Pg XXXI 108); due principi ordinò in suo favore, / che quinci e quindi le fosser per guida (Pd XI 36); e con forte connotazione finale: parve a me ch'ella menasse seco / Dolore e Ira per sua compagnia (Rime LXXII 4).
Con aggettivi o sostantivi in funzione predicativa: Pd IX 68 L'altra letizia, che m'era già nota / per cara cosa; specialmente in dipendenza dai verbi ‛ avere ' e ‛ tenere ', nel senso di " considerare come ": molte volte me ne crucciava nel mio cuore ed aveamene per vile assai (Vn XXXVII 1); i' t'ho per dannata (Detto 136); ti guido esta pulcella nuda / ... e priego il gentil cor che 'n te riposa / che la rivesta e tegnala per druda (Rime XLVIII 18); sappiate ch'i' mi tenni per guerito (Fiore XVI 4); i' ti tengo per folle e per musarda (XXIII 8); con valori analoghi: Pd VIII 8 Dïone onoravano e Cupido, / quella per madre sua, questo per figlio, e Fiore XCVII 10 ched i' per lupo non sia conosciuto; e con gli aggettivi ‛ certo ', ‛ vero ', ‛ falso ' e simili, per lo più in dipendenza da verbi che significano " ritenere ": si credono tutto sapere, e... le non certe cose affermano per certe (Cv IV XV 12); vo' che tu per certo credi / che sotto l'acqua è gente che sospira (If VII 117); secondo che i poeti hanno per fermo (XXIX 63); Più non rispondo, e questo so per vero (Pg IV 96); Se cagion altra al mio rider credesti, / lasciala per non vera (XXI 128); Queste oppinioni sono riprovate per false nel secondo De Celo et Mundo (Cv III V 7; cfr. anche IX 10).
Per esprimere genericamente equivalenza: qui s'intende viltade per degenerazione (Cv IV X 10); dicono che [‛ nobile '] viene da uno verbo che sta per conoscere, cioè ‛ nosco ' (XVI 6); L'angoscia... / nel viso mi dipigne / quella pietà che tu per tema senti (If IV 21), che tu interpreti come segno di timore. Corrisponde invece a " come ", " quasi ", in Vn XXXI 8 3 Li occhi dolenti... / hanno di lagrimar sofferta pena, / sì che per vinti son remasi omai.
10. " Invece di ", " al posto di ", " in cambio di ", per istituire un rapporto di scambio sia tra persone sia tra cose materiali o astratte: per un ch'io son, ne farò venir sette / quand'io suffolerò (If XXII 103); questo giusto, / che li assegnò sette e cinque per diece (Pd VI 138); non dispensare due o tre per sei... / addimandò (XII 91); i' son quel da le frutta del mal orto, / che qui riprendo dattero per figo (If XXXIII 120); non fora giustizia / per ben letizia, e' per male aver lutto (Pg XVI 72); Io ti credea trovar là giù di sotto, / dove tempo per tempo si ristora (XXIII 84), nel primo balzo dell'Antipurgatorio, dove gli spiriti negligenti sostano per un tempo uguale alla loro vita, prima d'iniziare la loro purificazione; anche con verbo all'infinito: per esser vivuto di là quando / visse Virgilio, assentirei un sole / ... al mio uscir di bando (XXI 100).
Con quest'accezione, concorre a formare complementi di prezzo: Lassa, che per fichi secchi / messa l'avre' 'n casa del conte Guido! (Rime LXXIII 13); non si dee chiamare citarista chi tiene la cetera in casa per prestarla per prezzo (Cv I IX 3); del no, per li denar, vi si fa ita (If XXI 42). Si accoppiano i complementi di prezzo e di causa nei due seguenti passi del Fiore: CLX 3 e 4 fa che tu gli facci saramenti / che tu per suo danar non ti consenti, / ma sol per grande amor che tu in lui hai, e CLXXIII 3 e 4 dì come gli ti se' tutta data, / ma non per cosa che t'aggia donata, / se non per fino e per leal amore.
10.1. Si possono qui collocare, per affinità, le espressioni di pattuizione equivalenti a " con questa condizione ", " a tale patto ", cioè per tal convegno di If XXXII 135, e per cotal convento di Fiore LXXXVII 1.
11. Per indicare la parte di persona o cosa che si prende, che si afferra: If XIII 130 Presemi allor la mia scorta per mano (e per mano, per la mano, anche in If XXXI 28 e Vn XIV 7); If XV 24 fui conosciuto da un, che mi prese / per lo lembo; XXVIII 121 e 'l capo tronco tenea per le chiome; Fiore LXXII 13 tu terresti più tosto un'anguilla / ben viva per la coda.
12. " Quanto a ", in complementi di limitazione: ponete mente la sua bellezza [di questa canzone], ch'è grande sì per construzione, la quale si pertiene a li gramatici, sì per l'ordine del sermone, che si pertiene a li rettorici, sì per lo numero de le sue parti, che si pertiene a li musici (Cv II XI 9); ciascuno cielo mobile si volge intorno al suo centro, lo quale, quanto per lo suo movimento, non si muove (XIII 3); Figliuoli, obedite a li vostri padri per tutte cose (IV XXIV 17); li parenti miei furon lombardi, / mantoani per patrïa ambedui (If I 69); per sapïenza in terra fue / di cherubica luce uno splendore (Pd XI 38); Agnol pietoso par... / ma egli è dentro lupo per natura (Fiore CXXIII 7). E in espressioni restrittive parentetiche: credo che l'udirai, per mio avviso, / prima che giunghi al passo del perdono (Pg XIII 41).
13. Uno dei caratteri distintivi dell'italiano delle origini, rispetto a quello moderno, e di cui si hanno in D. numerosi esempi, è l'uso di ‛ per ' in complementi d'agente (o di causa efficiente) invece di ‛ da ', per influsso del francese par. In dipendenza da un verbo di coniugazione passiva: Lo verace giudicio del detto sogno non fue veduto allora per alcuno (Vn III 15); sì come è ragionato per me ne lo allegato libello (Cv II II 2); Intanto voce fu per me udita (If IV 79); là dove sofferto / fu per ciascun di tòrre via Fiorenza (X 92); Non son li editti etterni per noi guasti (Pg I 76); per lui fia trasmutata molta gente (Pd XVII 89); sia proveduto / per voi (Fiore LXXXII 7); inoltre, Vn XIV 1, Cv II I 4, IV IV 7, If XVI 62, Pg XVI 28, XXI 84, ecc. In dipendenza da una forma impersonale passiva: non s'aspetta / per me se non la morte (Rime LXXXIX 4); non è da guardare ne li occhi di questa donna per persona che tema angoscia di sospiri (Cv II VII 12); l'un di voi dica / dove, per lui, perduto a morir gissi (If XXVI 84); mentre che di là per me si stette (Pg XXII 85), finché fui in vita; e ancora: Cv I II 17, If I 126, Pg XXV 110.
13.1. Altri rapporti che nell'uso moderno si esprimono per lo più con la preposizione ‛ da ', con valore diverso da esempio a esempio, ma con prevalenza di una connotazione strumentale (" per mezzo di ", " per opera di ", " attraverso "): per man d'Amor là entro pinta sete (Rime L 22); se voi foste per le sue parole / mosse a venire (LXXXV 9); l'anima è legata e incarcerata per li organi del nostro corpo (Cv II IV 17); Per mille fonti, credo, e più si bagna (If XX 64). In Pg XIII 54 Non credo che per terra vada ancoi / omo sì duro, che non fosse punto / per compassion di quel ch'i' vidi poi, il ‛ per ' può anche essere inteso come causale se a ‛ pungere ' si attribuisce un valore assoluto. Da notare infine il particolare costrutto di Cv II XI 9 Le quali cose in essa si possono belle vedere, per chi ben guarda, dove l'inciso finale può essere interpretato come frase ipotetica.
14. Funzioni e accezioni varie, con valore in genere limitativo, ha l'espressione ‛ per sé ' (o ‛ per me ', ‛ per te '), spesso seguita da ‛ stesso ' o ‛ medesimo '.
Può significare " da solo ", " per forza o capacità propria, con esclusione di interventi estranei ", come in: con ciò fosse cosa che io avesse già veduto per me' medesimo l'arte... (Vn III 9); la mia lingua parlò quasi come per se stessa mossa (XIX 2); Saper vorria da voi, nobile e saggio, / ciò che per me non son ben conoscente (Rime dubbie XXIV 2); or pensa per te stesso / com'io potea tener lo viso asciutto (If XX 20); pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno, / qual io divenni (XXXIV 26); se' venuto in parte / dov'io per me più oltre non discerno (Pg XXVII 129); Ma or ti s'attraversa un altro passo / dinanzi a li occhi, tal che per te stesso / non usciresti (Pd IV 92); Messo t'ho innanzi: omai per te ti ciba (X 25); oppure " in ciò che una cosa è in sé stessa, nella sua essenza o sostanza ", come in If XI 110 perché l'usuriere altra via tene, / per sé natura e per la sua seguace / dispregia, e, con il significato più strettamente filosofico dell'espressione, esplicitamente o tacitamente contrapposta a ‛ per accidente ': Vn XXV 1, XXIX 3; Cv I II 4 qualunque cosa è per sé da biasimare, è più laida che quella che è per accidente (e cfr. i §§ 5 e 7); XII 5 lo volgare... non solamente per sé è unito, ma per accidente. Con altro senso, per indicare l'appartarsi egoistico o sdegnoso: li angeli che non furon ribelli / né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro (If III 39); a te fia bello / averti fatta parte per te stesso (Pd XVII 69).
15. Come preposizione verbale, premessa a verbi di modo infinito, è presente con valore strumentale, e soprattutto causale e finale.
Con valore strumentale: If IV 25 Quivi, secondo che per ascoltare, / non avea pianto mai che di sospiri, secondo quanto si poteva giudicare ascoltando. Cfr. anche Cv I III 10 la Fama vive per essere mobile, e acquista grandezza per andare, dove per andare esprime insieme concetto di mezzo e di modo (mentre al primo ‛ per ' è forse da assegnare piuttosto valore causale).
Causale: mille donne già per esser tarde / sentiron pena de l'altrui dolore (Rime LVIII 13); Certi [corpi] sono che, per esser del tutto diafani, non solamente ricevono la luce, ma quella non impediscono (Cv III VII 4); per affaticare lo viso molto, a studio di leggere, in tanto debilitai li spiriti visivi che... (IX 15); tutti fanno bello il primo giro, / e differentemente han dolce vita / per sentir più e men l'etterno spiro (Pd IV 36); Né li gravò viltà di cuor le ciglia / per esser fi' di Pietro Bernardone, / né per parer dispetto a maraviglia (XI 89 e 90); inoltre Rime XLII 3, Cv III IX 13, IV XXV 5, Pd XXXIII 73 e 74.
Ha insieme valore concessivo in Pd IX 45 né per esser battuta ancor si pente; mentre in Rime LXXXIII 20 Sono che per gittar via loro avere / credon potere / capere là dove li boni stanno, ‛ per gittar ' può intendersi come causale (" per il fatto che gettano ") o come strumentale (" col gettare ", " gettando ").
Finale: ragionar per isfogar la mente (Vn XIX 4 4); non moveriano il piede / per donneare a guisa di leggiadro (Rime LXXXIII 52); non per sapere studiano ma per acquistare moneta o dignitade (Cv III XI 10); Per correr miglior acque alza le vele / omai la navicella del mio ingegno (Pg I 1).
Esprime soltanto formalmente fine, in Rime C 31 e li altri [uccelli] han posto a le lor voci triegue / per non sonarle infimo al tempo verde, in cui il secondo verso può tradursi così: " né più le faranno risonare fino alla primavera ". Valore più esplicitamente finale ha in dipendenza dai verbi ‛ muovere ' o ‛ andare ': Vn III 2 le sue parole si mossero per venire a li miei orecchi, e XL 1 molta gente va per vedere quella imagine benedetta; con sapore più arcaico, ‛ cercare per ' corrispondente al moderno ‛ cercare di ': [Amore] mi comandava molte volte che io cercasse per vedere questa angiola giovanissima (Vn II 8).
Sul piano sintattico, va rilevata la posizione dell'avverbio o del complemento oggetto (soprattutto se costituito da un pronome), inserito tra ‛ per ' e l'infinito finale: per più fare credente altrui (Vn V 3); per più vedere e per più farvi amici (Pd III 66); sol per voi servir la vita bramo (Rime L 43; e sol per lei servir, XCI 27); per la figliuola trar di quello stato (Fiore CCXXVI 4).
16. Con valore concessivo, ‛ per ' si trova in due costrutti: con l'infinito: per ficcar lo viso a fondo, / io non vi discernea alcuna cosa (If IV 11); sta come torre ferma, che non crolla / già mai la cima per soffiar di venti (Pg V 15); con un sostantivo (o infinito sostantivato) cui è strettamente legata una relativa al congiuntivo: questa ragione... toglie via che villano uomo mai possa esser gentile per opera che faccia (Cv IV XIV 3); Non lasciò, per l'andar che fosse ratto (Pg XXV 16); né ma' per suon di sveglia / né per servir che faccia / nol guarda dritto in faccia (Detto 479, e si noti il valore concessivo anche del primo ‛ per ', con sostantivo).
Duplice significato si ha in Pg XIV 96 è ripieno / di venenosi sterpi, sì che tardi / per coltivare omai verrebber meno, strumentale insieme e concessivo; e in If XVI 93 'l suon de l'acqua n'era sì vicino, / che per parlar saremmo a pena uditi, più ipotetico che concessivo.
17. Numerose sono le locuzioni avverbiali formate da ‛ per ' in unione con sostantivi, pronomi, aggettivi, congiunzioni, avverbi; le registriamo qui di seguito, in ordine alfabetico (con qualche accostamento per affinità di significato), spiegandole compendiosamente, o con la sola citazione quando siano risolvibili in un avverbio dello stesso tema o la spiegazione si possa più ragionevolmente trovare sotto l'altro componente.
Per accidente (Cv I II 4 e 7, XII 5, III XI 15); per altro, altrimenti, sotto ogni altro aspetto (Vn XXXVIII 4 dico ‛ gentile ' in quanto ragionava di gentile donna, ché per altro era vilissimo); per anche, ancora, di nuovo (If XXI 39 Mettetel sotto, ch'i' torno per anche / a quella terra, che n'è ben fornita); per antico (Cv II XIV 18); per avventura, con il duplice significato di " per caso " e di " forse " (Vn XIV 10, Rime dubbie XI 7, Cv II XI 8, Fiore CXVI 13; con valore affine, per ventura, Pg XX 19); per certo, certamente, con certezza (Cv IV XIII 13, Fiore III 11 e LXXIII 8); per fermo, certamente (Cv IV XII 6); per vero, in verità, realmente (If XII 111 Opizzo da Esti, il qual per vero / fu spento dal figliastro); per comparazione, in paragone, in confronto (Cv I XI 19); per contrario (§ 18) e, con lo stesso significato, per opposito (IV 1); per eccellenza (Cv IV IV 7 questo officio per eccellenza Imperio è chiamato); per grazia, con accezioni varie (Pg XXVIII 136, XXXI 136, Pd VI 23, e cfr. per merzede, per Dio merzé, già citati, in Fiore LXXVI 1 e CXXVII 9); per innanzi, in precedenza, prima (Vn VIII 9 12 chi d'amor per innanzi si notrica; Cv IV XVIII 6 tutto sia per supposto, cioè ordito e apparecchiato a quello che per innanzi s'intende); per intenzione, intenzionalmente, di proposito (Cv III XIII 4 secondo che... nel seguente trattato per intenzione si ragionerà; con accezione più specifica e con riferimento alla volontà divina in quanto opera con un piano prestabilito, in Cv III VI 5: v. INTENZIONE); per ordine, che vale ordinatamente (Vn XXIII 31, Cv I V 3, ecc.); per poco che, quasi quasi, poco manca che (ed è espressione di tono popolaresco, come tutta la frase in cui compare: If XXX 132 Or pur mira, / che per poco che teco non mi risso!); per rispetto a, con riferimento a, riguardo a, in paragone di (Cv I II 10, IV III 6, Pg XXXII 14); per tanto, perciò, tuttavia (in frase negativa, If XV 100 Né per tanto di men parlando vommi / con ser Brunetto); per tempo, prematuramente (If XV 58 s'io non fossi sì per tempo morto), o presto, come contrario di tardi (XXVI 10 E se già fosse, non saria per tempo; Pd II 11 Voialtri pochi che drizzaste il collo / per tempo al pan de li angeli); per tutto, dappertutto, in ogni dove (Fiore CXLVI 6 per tutto correa la novella; Detto 4 che sia per tutto detto / ch'i' l'aggio ben servito); per usanza e per uso, solitamente, per consuetudine (Rime LXI 9 dicemi esto motto per usanza; Pg IX 26 Forse questa fiede / pur qui per uso).
Degni di particolare nota la locuzione per mano, in Cv III IV 13 (la prima parte principale di questa canzone, che corre mo per mano, che è l'argomento di cui ora si sta trattando), e il francesismo per cuore, a memoria, in Fiore CXLVIII 3 (i' so or ben per cuore / la pratica la qual ti fie qui detta).