percezione
Presa di coscienza da parte del soggetto di una realtà esterna o interna.
La vista, l’udito, il dolore, l’olfatto, il gusto e la sensazione dei movimenti del corpo sono p. che prendono tutte origine dai sistemi sensoriali e a loro volta costituiscono il fondamento della nostra conoscenza del mondo. Il processo della p. comincia a livello delle cellule recettrici sensibili a un particolare tipo di stimolo. La maggior parte dei segnali afferenti viene percepita come sensazioni che noi identifichiamo come stimolo. Molti aspetti della p. di un’immagine, del contatto con una superficie o di una melodia, vengono analizzati ed elaborati in parallelo da parti diverse del sistema sensoriale. Inizialmente, a livello recettoriale, ogni stimolo analizza e scompone le informazioni sensoriali, che successivamente a livello dell’SNC vengono rielaborate mediante un codice di rilevamento delle caratteristiche degli stimoli e del tipo di scarica. Alla fine, le regioni centrali interagiscono tra di loro ricostruendo i diversi aspetti percettivi in un’unica p. cosciente.
Secondo la scuola della Gestalt, percepire significa sperimentare stimoli, discriminarli e ricomporli in un insieme dotato di significato. Nell’osservare le cose intorno a noi, tendiamo a integrare le parti chiare e quelle scure degli stimoli visivi per organizzarle in forme dotate di significato: per es., distinguiamo la penna dal foglio sul quale è posata, separiamo l’immagine del foglio da quella della scrivania e la scrivania stessa dal suolo e dalle pareti della stanza in cui ci troviamo. Di norma, l’elaborazione percettiva degli stimoli sensoriali si produce in modo del tutto inconsapevole: pertanto, ci sembra di cogliere le cose che vediamo e nel modo come le vediamo semplicemente perché esse ‘sono così’.
L’impressione di aderenza del percetto alla realtà oggettiva è di regola abbastanza corretta, ma qualche volta la p. induce in errore, nel senso che si possono creare configurazioni percettive illusorie e, di conseguenza, si può arrivare a un’organizzazione degli stimoli difforme rispetto alla realtà fisica oggettivamente misurabile. Per es., la grandezza variabile della Luna è una illusione percettiva: quando la Luna è bassa sull’orizzonte, essa appare più grande rispetto a quando si trova in alto nel cielo; in realtà la Luna proietta sulla nostra retina un’immagine sempre di grandezza identica, poiché è sempre collocata approssimativamente alla stessa distanza dalla Terra. La spiegazione generalmente data di questa illusione è che stabiliamo automaticamente la grandezza di un oggetto visivo attraverso una comparazione fra questo e gli oggetti vicini: quando il disco lunare è vicino all’orizzonte, si trova accostato percettivamente a elementi del paesaggio, come case, alberi, montagne, e perciò risulta essere abbastanza grande e vicino a noi. In altri termini, la grandezza percepita è una grandezza contestualizzata o relativa e quindi può non corrispondere alla grandezza oggettivamente misurabile.