Adlon, Percy
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco, nato a Monaco di Baviera il 1° giugno 1935. Nelle sue opere più mature la dimensione nostalgica che avvolge la struttura narrativa risulta pervasa da una sottile ironia e resa attraverso scelte stilistiche contraddistinte dal gusto per i paesaggi di confine e dall'originalità delle singole inquadrature, particolarmente attente alla corrispondenza tra sfumature cromatiche e stati d'animo dei personaggi, per lo più femminili. Con Out of Rosenheim, anche noto come Bagdad Café (1987), ha ricevuto nel 1989 il César, conquistando la popolarità internazionale.Compiuti gli studi universitari in storia dell'arte, del teatro e della letteratura tedesca all'ateneo Ludwig-Maximilian di Monaco, lavorò dapprima per la radio, come autore e voce narrante di programmi letterari, poi per la televisione bavarese, dove si impose come regista di documentari, realizzando una serie di ritratti biografici di artisti ed esponenti della vita culturale. Il gusto per la cultura umanistica, l'attenzione per il dettaglio, ma soprattutto la fedeltà al testo letterario (in questo caso il diario della cameriera di M. Proust), si ritrovano nel suo riuscito esordio cinematografico, avvenuto nel 1981 con Céleste, opera finanziata in parte dalla Peleme Film, la casa di produzione che A. aveva fondato tre anni prima con la moglie Eleonore, con la quale avrebbe realizzato buona parte dei suoi lavori successivi. Dopo Fünf letzte Tage (1982), incentrato sugli ultimi cinque giorni di una militante della resistenza tedesca che sta per essere giustiziata dai nazisti, e Die Schaukel (1983; Il pendolo), ritratto di una famiglia bavarese, tornò all'attenzione della critica con Zuckerbaby (1984; Sugar baby), storia d'amore non convenzionale, caratterizzata dall'uso di luci e colori eccessivi e dalla forte presenza scenica di Marianne Sägebrecht, l'attrice bavarese che A. aveva scoperto qualche anno prima e alla quale avrebbe affidato il ruolo di protagonista nelle due opere successive.La notorietà internazionale è arrivata con Out of Rosenheim, primo capitolo di una trilogia sulle ossessioni del sogno americano, in cui A. ha saputo trasmettere con leggerezza e ironia la sua visione poetica della realtà, alla ricerca della bellezza nella quotidianità più desolata (il titolo allude a Out of Africa di Sidney Pollack). Ambientato in un'anonima stazione di servizio, sulla strada tra Las Vegas e Disneyland, e collocato in una dimensione atemporale (attraverso le statiche inquadrature del deserto di Mojave e le musiche di Bob Telson, tra cui la melodia della famosa canzone Calling you), il film racconta la vicenda di una donna tedesca in crisi che, approdata in uno squallido motel, riesce a sanare la propria lacerazione esistenziale, ma soprattutto a trasformare con il suo magico ottimismo la vita degli strani abitanti del posto. Minor successo hanno ottenuto i seguenti Rosalie goes shopping (1989; Rosalie va a far la spesa), parodia e satira del consumismo, e Salmonberries (1991; Salmonberries ‒ A piedi nudi nella neve), altro film incentrato su una relazione tra donne (Rosel Zech e la cantante canadese K.D. Lang), ambientata questa volta nella lontana Alaska, tra ambiguità, senso di smarrimento e tonalità nostalgiche. Successivamente ha iniziato a sperimentare le nuove possibilità della camera digitale e ha ripreso a lavorare per la televisione, realizzando tra l'altro In der glanzvollen Welt des Hotel Adlon (1996), film con cui il regista ha reso omaggio alla propria famiglia (proprietaria dello storico albergo berlinese). Tra i suoi ultimi lavori, alla cui realizzazione ha alternato un'attività sempre più intensa come produttore, si segnalano Strausskiste (1999), opera interamente musicale costruita attraverso 22 episodi, legati da altrettante composizioni di J. Strauss, e Hawaiian gardens (2000), nuova vicenda tedesco-americana incentrata su un triangolo sentimentale. *