PÉREZ de AYALA, Ramón
Scrittore spagnolo, nato a Oviedo nel 1881. È una delle più spiccate e piú discusse figure della letteratura spagnola militante. Oltre che critico, saggista, pubblicista, poeta lirico, è specialmente novelliere e romanziere quanto mai originale, di anche troppo ricercata intuizione psicologica.
Il suo primo passo letterario fu un libro di poesie, La paz del sendero (1904), con prologo di Rubén Darío: poesie spontanee, d'impressioni ingenue, nelle quali fu notata l'influenza e l'imitazione di Francis Jammes. A questo primo seguirono altri due libri di poesie: El sendero innumerabile e El sendero andante, in cui appare il poeta dell'emozione intellettuale, il poeta cerebrale che, fu detto, più osserva le cose anziché sentirle. Critico di vasta e salda cultura si dimostra in Las máscaras, due volumi di critica teatrale spagnola e straniera, in Prometeo, Luz de domingo, La caída de los Limones (1924), come pure nel saggio di fine e ardita satira politica intitolato Política y toros. Come novelliere e romanziere, forse molti lo hanno eccessivamente esaltato, mentre altri, fanno qualche riserva sul suo tipo di romanzo, forzato per voler essere troppo originale e così diverso dalla tradizione; non piacciono soprattutto tante sofisticazioni della realtà, tanta cerebralità nella rappresentazione, tanti arzigogoli ideologici e psicologici, come, per esempio, in Belarmino y Apolonio (1924), così intitolato dai rispettivi nomi di due inverosimili sapienti ciabattini. Con esso segnano una seconda maniera Luna de miel, luna de hiel. D'ambiente regionale asturiano sono le novelle comprese nei due volumi: Bajo el signo de Artemisia (1924) e El ombligo del mundo (1924), soffuse d'ironia e di umorismo agrodolce. Di ben poco valore sono il racconto Tinieblas en las cumbres e A. M. D. G. ("ad maiorem Dei gloriam"), un acre attacco contro l'educazione e l'insegnamento impartito dai gesuiti nei loro collegi, che egli aveva frequentati. Il migliore dei romanzi del P. è reputato Troteras y danzaderas (1924), che ritrae la vita letteraria e artistica del suo tempo. Dello stesso anno è La pata de la raposa, in cui il protagonista Alberto è anch'esso uno di quei personaggi stravaganti e anormali di cui l'autore si compiace e che preferisce come soggetti di lambiccato studio psicologico.
Bibl.: Cansinos-Assens, La nueva literatura, IV: La evolución de la novela, Madrid 1927; Andrenio, El renacimiento de la novela en el siglo XIX, ivi 1924; A. Gonzáles Blanco, Los contemporáneos, Parigi 1909; S. de Madariaga, Semblanzas literarias contemporáneas, Barcellona 1924; J. A. Balseiro, El Vigía (Unamuno, P. de A., Hernández-Catá), Madrid s. a.; F. Agustín, P. de A., su vida y obras, ivi 1927.