perfettamente
. L'avverbio è quasi esclusivo del Convivio, dove compare 31 volte (3 nella Vita Nuova, una nel Paradiso); appare in ogni caso come vocabolo del linguaggio dottrinario e, pur indicando che un'azione è svolta " compiutamente ", " nella sua interezza " o " senza difetti o mende ", nella sua accezione fondamentale è voce che, come l'aggettivo ‛ perfetto ' (v.), esprime il realizzarsi della potenza nell'atto.
In Cv III XII 12 [Dio] Vede... questa nobilissima di tutte [la Filosofia] assolutamente, in quanto perfettissimamente in sé la vede e in sua essenzia, indica l'assoluto realizzarsi della visione divina in Dio in quanto sommo atto (nello stesso paragrafo), così come assolutamente ne esprime la chiarezza e la distinzione. Analogo valore ha in I IX 6 nulla cosa è utile, se non in quanto è usata, né è la sua bontade in potenza, che non è essere perfettamente, dove si chiarisce il concetto che una cosa buona solo in potenza non è p. utile, giacché la bontà perfetta è solo quando essa si realizza, cioè nell'atto.
Si spiega così perché p. determini il verbo ‛ disporre ' che nel lessico dantesco vale " preparare " una materia a ricevere il suggello di una forma, a passare dalla potenza all'atto: IV XX 9 nobilitade umana non [è]... altro che ‛ seme di felicitale ' messo da Dio ne l'anima ben posta, cioè lo cui corpo è d'ogni parte disposto perfettamente; V 8 [il] mondo mai non fu né sarà sì perfettamente disposto come allora; e così XX 7. Alla dottrina che il corpo riceve la sua attualità di corpo dall'anima in quanto causa formale intrinseca si collega anche Le dolci rime 118 solo Iddio a l'anima la dona [concede la grazia della nobiltà] / che vede in sua persona / perfettamente star; e così XXIII 9 (perfettamente naturati sono coloro che posseggono una complessione [v.] o rapporto tra i quattro elementi, che è la migliore possibile e si verifica di rado). Anche a proposito delle cose naturali: XI 4 l'oro, le margherite e li campi perfettamente forma e atto [hanno]... in loro essere; e così X 8.
In senso meno specifico vale " compiutamente ", " nella sua totalità e interezza ": II XIII 12 la Dialettica... perfettamente è compilata e terminata in quello ... testo che ne l'Arte vecchia e ne la Nuova si truova, è tutta esposta nelle opere aristoteliche note ai tempi di D. come Ars o Logica Vetus e Ars o Logica Nova. Era convinzione diffusa nel Medioevo che il corpus aristotelico delle opere logiche contenesse almeno i principi, se non la piena articolazione di tutta la dottrina logica, sicché anche i considerevoli apporti dei maestri medievali erano considerati o " parva logicalia " rispetto all'opera di Aristotele.
Quando determina verbi che indicano attività intellettuali (‛ conoscere ', ‛ discernere ', ‛ vedere ' in senso metaforico, ‛ acquistare ' nel senso di " apprendere ", ‛ comprendere ', ‛ trattare ' un argomento, ‛ distrigare ' nel senso di " spiegare ", ecc.), il termine sottolinea la compiutezza e la profondità concettuale della conoscenza, della trattazione, della dimostrazione e così via: Vn XXVI 10 1 Vede perfettamente onne salute / chi la mia donna tra le donne vede (anticipato al § 9); Cv I VI 6 Quelli che conosce alcuna cosa in genere, non conosce quella perfettamente (altro esempio nello stesso paragrafo); II VIII 15 la nostra immortalitade... noi non potemo perfettamente vedere mentre che 'l nostro immortale col mortale è mischiato; ma vedemolo per fede perfettamente, e per ragione lo vedemo con ombra d'oscuritade; IV III 3 lungo convegna essere lo trattato... a distrigare lo testo perfettamente; XXII 13 questa parte [cioè l'intelletto] in questa vita perfettamente lo suo uso avere non puote. Vada qui anche Pd XXXI 95 E'l santo sene: " Acciò che tu assommi / perfettamente ", disse, " il tuo cammino... ": nel loro significato letterale le parole di s. Bernardo esprimono l'invito rivolto a D. di condurre " del tutto " a termine il suo viaggio nell'aldilà, ma esse alludono anche alla compiutezza della visione beatifica di cui D. si prepara a godere. Altri esempi, in Cv I VI 2 e 11, II XIV 20 (per cui v. PERFETTO), III II 1, IV 9, XIII 9, XV 7, IV XI 1, XVI 4, XXI 1, XXIV 2.
Se determina verbi indicanti attività pratiche, p. esprime l'idea che esse vengono svolte " in modo ineccepibile ": Cv I VI 4 se 'l servo non conosce la natura del suo signore, manifesto è che perfettamente servire nol può; altri esempi al § 5 e in IV VI 18 (dove compare in dittologia con bene).
Vale " in modo compiutamente armonico " in Vn XXIX 2 questo numero [il nove] fue amico di lei per dare ad intendere che ne la sua generazione tutti e nove li mobili cieli perfettissimamente s'aveano insieme, " erano nella posizione più favorevole, di modo che ognuno di questi cieli poteva far agire i benefici suoi influssi in perfetta armonia con gli altri " (Casini).
Vale " esattamente ", " in modo non approssimato ", in Cv II XIII 27 lo cerchio per lo suo arco è impossibile a quadrare perfettamente.