PERGAMENA (fr. parchemin; sp. pergamino; ted. Pergament; ingl. parchment)
La pergamena o cartapecora (διαϕϑέρα, membrana), insieme con il papiro e con le tavolette cerate, fu nell'antichità materia scrittoria di largo uso. Dei tre tipi, la pergamena è quella che si diffuse più tardi ed ebbe uso più limitato. Per la trascrizione dei libri fu a lungo preferito il papiro, per le lettere le tavolette cerate. Tuttavia va accolta con riserva la notizia tradizionale, secondo la quale la fabbricazione della pergamena ebbe inizio sotto gli Attalidi, re di Pergamo; giacché, se la fabbricazione della pergamena acquistò una particolare importanza nell'età ellenistica, ed ebbe il centro principale a Pergamo, onde il nome, nel sec. II a. C., antichissimo è l'uso di scrivere su pelli di animali: di pecore, di capre, di antilopi, di serpenti, di cani. Erodoto (sec. V a. C.) ricorda come noto e diffuso fra gli Ionî dell'età più lontana l'uso di scrivere su cartapecora.
La cartapecora aveva sul papiro il vantaggio che, mentre su questo di regola si scriveva sopra una faccia sola, sulla cartapecora si scriveva su tutt'e due. Questo particolare, quando si passò dal rotolo al codice, decise del trionfo della pergamena. Per lungo tempo, infatti, il libro di pergamena ebbe la stessa forma del libro di papiro; era cioè una lunghissima striscia, che veniva arrotolata intorno a un bastoncino (umbilicus) in modo da formare un rotolo (liber, volumen, tomus). Ma quando in età romana (dall'anno 89 d. C., secondo il Birt e l'Immisch) si cominciò a usare una nuova forma di libro, piegando la pergamena in quaderni (v. codice), il nuovo metodo portò una vera rivoluzione nella tecnica libraria e mostrò la superiorità della pergamena su tutte le altre materie scrittorie allora in uso.
Attualmente essa serve solo nell'industria degli strumenti musicali, per legare libri, per fabbricare scatole e astucci per gioielleria, ecc.
Le pelli usate per la fabbricazione della pergamena sono generalmente di montone, di pecora, di agnello e di vitello. Si preparano trattandole semplicemente con la calce, privandole quindi del pelo e del carniccio e facendole infine essiccare, ben tese, all'aria.
In commercio si distinguono vari tipi di pergamene. La pergamena fina o cartapecora, preparata con pelli di agnelli o capretti nati morti o di vitelli nati morti (quest'ultima, detta vélin, è la più pregiata). La cartapecora viene ricoperta su una faccia con creta o con un appretto composto da colla di pelle di guanto e salda d'amido, che la rende lucida e permette di scrivervi sopra. La cartapecora oliata è spalmata con un leggiero strato di colore a olio. Tali pergamene si usano per diplomi, pitture in miniatura, legature di libri e oggetti varî di lusso. La pergamena grossolana (cuoio vergine) è ottenuta generalmente da pelli di animali più grosse delle precedenti, come pelle di porco, d'asino, di vitello e talvolta di lupo. Servono per crivelli, per valigeria, per tamburi, ecc.
Pergamena artificiale (carta pergamenata: v. carta, IX, p. 201). - La carta pergamenata si prepara immergendo dei fogli di carta di cotone senza colla per pochi secondi nell'acido solforico lavandoli poi in bagno alcalino e in acqua pura e facendoli essiccare. Essa è traslucida e impermeabile come la pergamena animale, dalla quale si distingue perché meno resistente e perché bruciando non dà l'odore caratteristico di corna bruciate. Essa si usa in grandissima quantità per imballaggio di sostanze alimentari, farmaceutiche, ecc., per filtri di osmosi nella fabbricazione dello zucchero, per fare budella artificiali per insaccati, e, come pergamena falsa, in tutti quei lavori in cui può sostituire la pergamena animale.
Pergamina (v. carta, IX, p. 199). - È una carta trasparente, sottile, impermeabile ai grassi, preparata con un impasto speciale di pasta al solfito lavorata a lungo nell'olandese. Sostituisce in diversi usi (imballaggi per sostanze alimentari) la carta pergamenata, della quale è però meno resistente e impermeabile. Nel commercio si distingue in pergamina seta, la più sottile, trasparente e lucida, e pergamina comune.