PERIBOIA (Περίβοια)
2°. - Moglie del re Polibo di Corinto, la quale nel ciclo della leggenda di Edipo accoglie il fanciullo esposto dai suoi genitori, Laio e Giocasta, sul Citerone (cfr. Apollod., Bibl., iii, 5, 7). Secondo un'altra redazione della leggenda, forse più antica, e che ci è stata tramandata da Igino (Fab., 66, 67), P. stessa rinviene il fanciullo sulla riva del mare (cum vestem ad mare lavaret dice appunto l'autore latino), e l'adotta insieme al marito, non avendo figli.
A questa seconda versione, in cui P. è fatta regina di Sicione, ci riporta una coppa sferica con figure impresse e con iscrizioni, da Tanagra, oggi al Louvre; vi sono effigiate due scene dell'Edipodia; nella prima è Polibo, seduto su una seggiola, con il piccolo Edipo fra le braccia: davanti sta la moglie, P. che gli ha portato il bambino; essa ha il chitone e il peplo e protende ambedue le mani con gesto vivace, quasi ad accompagnare la narrazione dell'insolito ritrovamento. La seconda scena, che deve intendersi cronologicamente anteriore alla prima, mostra la stessa P., in identico abbigliamento, con Edipo fra le braccia, mentre ascolta le parole di Hermes ritto accanto a lei; dietro la donna è un cesto cilindrico che allude al ritrovamento del bimbo; che questo sia avvenuto presso la riva del mare è indicato da una dea marina, probabilmente una nereide, seduta su un delfino alla destra di Hermes, e dai blocchi rocciosi che sono ai piedi delle figure; il ruolo svolto dal dio del caduceo rimane oscuro: il Robert suppone che Hermes porti il bambino a P. ma in Igino è detto esplicitamente: Hunc ... expositum Periboea sustulit.
Bibl.: H. Lewy, in Roscher, III, 2, 1902-09, c. 1961, s. v., n. 9. Sul vaso di Tanagra: E. Pottier, Vases à reliefs provenant de Grèce, in Monuments grecs publiés par l'ass. pour l'encouragement des études grecques en France, 14-16, 1885-1888, p. 48, tav. VIII; C. Robert, Homerische Becker, in Fünfzigstes Programm zum Winckelmannsfeste, Berlino 1890, pp. 76 ss. e fig.; O. Benndorf, in Wiener Vorlegeblätter für achäologische Übungen, Vienna 1890, tav. VIII, n. 4; E. Bethe, Thebanische Heldenlieder. Untersuchungen über die Epen des Thebanisch-Argivischen Sagenkreises, Lipsia 1891, pp. 68 ss.