Pericardio
Il pericardio (dal greco περί, "intorno", e καρδία, "cuore") è un organo membranoso che, a guisa di sacco, riveste il cuore e l'origine dei grossi vasi. Ha funzione protettiva e allo stesso tempo limita le deformazioni dei grossi vasi durante la contrazione (v. cap. Torace, Cuore).
Il pericardio è formato da epitelio sostenuto da tessuto connettivo lasso ed è costituito da due porzioni intimamente connesse: una esterna fibrosa, in rapporto lateralmente con le due pleure e in basso aderente al diaframma; l'altra interna, chiamata pericardio sieroso (o pericardio propriamente detto). In quest'ultimo si distinguono due esili foglietti: uno parietale, che riveste la superficie interna del pericardio fibroso, e uno viscerale, o epicardio, che è la continuazione del precedente e riveste la superficie esterna del cuore. Tra i due foglietti è compreso uno spazio virtuale contenente pochi centimetri cubi di un liquido sieroso citrino (liquor pericardico), che attraversa continuamente l'epitelio, mantenendo umide le superfici esposte.
Lo sviluppo del pericardio, come delle altre membrane sierose, pleura (v.) e peritoneo (v.), è in stretta relazione con la segmentazione del celoma. In tutti i Vertebrati, come negli Invertebrati altamente organizzati, la maggior parte degli organi interni è situata nelle cavità del corpo dette cavità celomatiche, che derivano dal celoma, la cavità generale del corpo. I visceri sono sospesi in queste cavità piene di liquidi e possono, entro certi limiti, compiere movimenti durante la loro attività o modificare il loro volume e la loro forma durante i processi di accrescimento. Lo sviluppo del celoma ha rappresentato sicuramente uno dei passi più significativi nell'evoluzione del regno animale, perché una cavità presente all'interno del corpo può fungere da scheletro idrostatico, aumentando la possibilità di movimento e quindi di sopravvivenza. Il modo più semplice, e probabilmente il primo, per ottenere una cavità piena di liquido all'interno del corpo fu quello di mantenere il blastocele embrionale, la prima cavità che si forma all'interno della massa di cellule in proliferazione, nella quale, tuttavia, gli organi rimanevano liberi. Successivamente si creò uno spazio pieno di fluido all'interno del mesoderma, nel quale gli organi rimanevano sospesi mediante membrane mesodermiche, i mesenteri (v. cap. Dal concepimento alla nascita). In questo modo il celoma non solo rappresentò un valido scheletro idrostatico, ma portò anche a una disposizione migliore degli organi, con minor 'affollamento'. Tuttavia, anche in presenza di questo spazio interno il controllo dei movimenti risulta modesto se l'animale è provvisto di un'unica, pur ampia, cavità; se invece tale cavità viene suddivisa in differenti comparti, la contrazione dei muscoli che la rivestono rende possibili cambiamenti di forma delle singole parti.
Dato l'evidente vantaggio evolutivo di una simile struttura, la segmentazione del celoma si è realizzata più volte e indipendentemente fra i vari gruppi animali. La suddivisione del celoma viene perfezionata nei Vertebrati, dove alcune classi presentano una cavità pericardica, due cavità pleuriche contenenti i polmoni e una cavità peritoneale con numerosi organi. In tutti i Vertebrati, a partire dai Pesci, è presente una cavità pericardica, separata da quella pleuroperitoneale da un setto traverso di natura fibrosa, incompleto in alcuni Pesci. In molti gruppi di Vertebrati terrestri, la scomparsa di branchie funzionanti e lo sviluppo del collo si accompagnano a un notevole cambiamento della posizione della cavità pericardica, che viene spinta posteriormente nel pavimento del torace, ove si dispone ventralmente e diagonalmente a quella addominale, protetta dallo sterno. Lo sviluppo embrionale del pericardio è in relazione a quello del celoma intraembrionale e inizia a uno stadio precoce di vita intrauterina. Da ciascun lato della placca mesodermica laterale compaiono piccoli spazi che si estendono e si fondono a formare la cavità del corpo. Questa è rivestita da mesoderma parietale a contatto con l'ectoderma e da mesoderma viscerale a contatto con l'entoderma. La porzione craniale di tale celoma costituisce l'abbozzo del pericardio e dal mesoderma viscerale si sviluppa la placca cardiogenica che darà origine al cuore. La cavità pericardica comunica da ciascun lato con porzioni ristrette del celoma embrionale, i dotti celomatici, che costituiscono gli abbozzi delle cavità pleuriche. Nell'ulteriore sviluppo questi orifizi si obliterano e la cavità cardiaca si separa completamente dalle cavità pleuriche.
3. Patologia (Red.)
Il pericardio è soggetto a processi infiammatori, le pericarditi, acuti o cronici. Le varie forme si differenziano in base ai caratteri dell'essudato che si forma nel pericardio. Le pericarditi acute si distinguono in secche (o fibrinose) ed essudative umide; nel secondo caso, che rappresenta in genere uno stadio evolutivo della pericardite secca, aumenta considerevolmente, anche oltre ai 1000 cm3, la quantità di liquor pericardico. In caso di pericarditi croniche si possono determinare aderenze, totali o parziali, tra i due foglietti del pericardio e, talvolta, tra pericardio e organi vicini. Con significato di manifestazione morbosa a sé stante la pericardite è rara; di solito, infatti, l'infiammazione è secondaria ad affezioni di organi vicini (cuore, pleure, diaframma ecc.), a malattie generali (reumatismo articolare acuto, tubercolosi), a traumi, metastasi tumorali ecc. La sintomatologia è varia: nella forma secca il segno fondamentale è rappresentato da sfregamenti pericardici; nelle forme essudative si ha affievolimento dei toni cardiaci, dispnea, disfagia, disfonia, vomito, singhiozzo ecc. Gli esami radiologici facilitano spesso la formulazione diagnostica; talvolta si ricorre alla pericardiocentesi, cioè alla puntura del sacco pericardico per l'esame chimico-fisico e batteriologico dell'essudato. La pericardiocentesi viene anche eseguita a fini terapeutici, per evacuare il liquido in eccesso in caso di pericardite essudativa.
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