PERIGUEUX
PÉRIGUEUX (lat. Vesunna; Civitas Petrocorium, Vesunna Petrocorium nei docc. medievali)
Città della Francia sudoccidentale, capoluogo del dip. della Dordogne, situata lungo la riva destra del fiume Isle.P. sorse sulle vestigia dell'antica città gallo-romana di Vesunna, le cui mura, erette nel sec. 3°, furono innalzate sui resti del grande anfiteatro romano. La cattedrale primitiva venne costruita con dedica a s. Stefano nel 7° secolo.La Cité comprendeva il gruppo episcopale e la residenza del conte del Périgord - il castello della Rolphie, eretto nel sec. 12° sulle rovine dell'anfiteatro e smantellato nel 14° per ordine del re -, e le abitazioni dei cavalieri. Tra i più begli esempi di queste dimore fortificate urbane, lo Château-Barrière, risalente in massima parte alla fine del periodo gotico e al Rinascimento, conserva ancora un donjon romanico, mentre la residenza di Angoulême, eretta alla fine del sec. 11° su una torre della cinta muraria, conserva due livelli, dei quali il primo è voltato e il secondo coperto a tetto.In epoca carolingia, all'esterno della cinta del nucleo urbano, su di una piccola altura, si formò un secondo agglomerato disposto intorno alla tomba di s. Frontone - la cui leggenda venne creata in quest'epoca -, dove un po' più tardi sorse un monastero. Questo nuovo borgo fortificato, il Puy-Saint-Front, si sviluppò rapidamente; i pellegrini attirati dalle reliquie del santo contribuirono alla sua ricchezza. L'unione dei due poli urbani vicini - tra i quali si ebbero anche numerosi conflitti - fu sancita solo nel 1240.Saint-Etienne-de-la-Cité, che nel 1669 perse il proprio titolo di cattedrale a vantaggio di Saint-Front, era una chiesa coperta da quattro cupole in asse, due delle quali furono distrutte all'epoca delle guerre di religione. Delle due superstiti, impostate su archi a sesto acuto, quella a O, più ampia, risalirebbe al sec. 11°, mentre la seconda, più piccola, venne posta in opera nel 12° e quindi ricostruita nel 17° secolo. La chiesa, le cui pareti sono decorate all'interno da grandi arcate cieche, conserva la tomba del vescovo di P., Giovanni d'Asside, realizzata nel 1169 dallo scultore Costantino di Jarnac, e un calendario pasquale inciso su pietra, risalente al 1163.Così come la stessa città di P., l'od. cattedrale di Saint-Front rappresenta l'unione di due poli assai differenti. La parte occidentale conserva le vestigia della 'chiesa latina' in rovina: una basilica la cui costruzione fu avviata sotto il vescovo Frotario (976-991) e che fu consacrata nel 1047. La parte orientale, di ispirazione bizantina, pone ancora numerosi problemi. Essa presenta una pianta a croce greca coperta da cinque cupole su pennacchi, poggianti su massicci piloni, alleggeriti ciascuno da due passaggi perpendicolari, al di sopra dei quali si trova un piccolo ambiente dotato di aperture; il modello della basilica di S. Marco a Venezia è evidente, ma rimane aperta la questione di come esso sia giunto fino a Périgueux. Questo edificio venne ad aggiungersi alla parte orientale della 'chiesa latina', riunendosi a essa in un unico coro. Il nuovo Saint-Front era dunque concepito come un martyrium: a pianta centrale, orientato a O, con l'ingresso posto sul lato orientale, accessibile tramite una scala monumentale. Solo in una fase successiva l'orientamento della chiesa venne ribaltato con la creazione di absidiole, certo in relazione al grande afflusso di pellegrini.Nel sec. 12° un alto campanile, con due cupole gemelle su trombe al primo livello, venne innestato quasi in corrispondenza del punto di unione tra le due chiese; l'esterno venne in parte rifatto. Le sue decorazioni (metope scolpite con grifoni) richiamano alla memoria un mausoleo antico. A N-O e a S-O della chiesa a cupole si collocano le due 'confessioni': piccole cappelle preromaniche, conservate attraverso molteplici rimaneggiamenti. Se le forme di questa chiesa, eretta verosimilmente dopo l'incendio della città nel 1120, furono importate dall'Oriente, le tecniche costruttive impiegate furono però quelle di tradizione locale.Saint-Front venne restaurato - o meglio ricostruito - nel sec. 19° dall'architetto Paul Abadie. Egli riportò a tutto sesto il profilo acuto degli archi sotto le cupole, per conferire all'insieme un aspetto più 'romanico'; il profilo dei pennacchi venne rettificato, le leggere differenze di dimensioni delle cupole vennero cancellate e la loro struttura in pietrisco venne sostituita da una bella tessitura muraria. Abadie sostituì inoltre con un'abside neoromanica la cappella di Saint-Antoine, innalzata nel sec. 14° a E, sul luogo ove in origine sorgeva la scalinata d'accesso, e fece demolire il tetto costruito alla fine del sec. 16° per nascondere l'estradosso delle cupole, danneggiate durante le guerre di religione; egli riportò così alla luce le rotondità della costruzione ma, per conferire all'insieme un aspetto più orientale, coronò la sommità delle cupole e dei dodici piloni con lanternoni.Saint-Front ha conservato un chiostro romanico assai spoglio, che venne coperto con volte ogivali nel sec. 14°; esso ospita oggi il lapidario dell'antico monastero. Anche il Mus. du Périgord custodisce numerose sculture romaniche, provenienti dalla cattedrale di Saint-Front e da altri monumenti del Périgord.Abbastanza numerosi sono inoltre a P. gli edifici che conservano parti medievali: uno dei più celebri è la casa delle Dames de la Foi, della fine del sec. 12°, che ha conservato una facciata decorata da arcate a tutto sesto.Una veduta di P., intitolata Vray pourctrait de la ville de Périgueux, venne incisa da François Belleforest nella sua Cosmographie universelle (Paris, 1575).
Bibl.: F. de Verneilh, L'architecture byzantine en France, Saint-Front de Périgueux et les églises à coupoles de l'Aquitaine, Paris 1851; J. Roux, La basilique Saint-Front de Périgueux, ses origines et son histoire jusqu'en 1583, Bordeaux 1920; A. Higounet-Nadal, Périgueux aux XIVe et XVe siècles, Bordeaux 1978; id., Périgueux (Atlas historique des villes de France), Paris 1984; J. Secret, Vieilles demeures de Périgueux, Périgueux 1988; B. Fournioux, La cité de Périgueux à la fin du Moyen-Age: l'organisation de l'espace et ses références, Archéologie médiévale 23, 1993, pp. 283-303.N. Mouillac