PERIMELE (Περιμήλη)
Figlia di Admeto, re di Fere in Tessaglia, e di Alcesti, sorella di Eumelo di Argo, madre di Magnes che dette il nome di Magnesia alla contrada tessala in cui venne a stabilirsi. Viene menzionata tra l'altro da Tzetzes (Chil., ii, v. 787), e da Antonino Liberale (Fab., 23).
La sua rappresentazione ricorre su un sarcofago di Villa Albani con il mito di Alcesti articolato in tre scene, la morte, la discesa agli Inferi in compagnia di Mercurio Psychopompòs, il ritorno sulla terra per mano di Eracle, che non si discostano molto dalla narrazione dell'Alcesti euripidea; nella parte centrale Alcesti giace sulla klìne, circondata da Admeto, da due vecchi in cui alcuni hanno voluto vedere i genitori di Admeto stesso, mentre secondo lo Zoega si tratta del pedagogo e della nutrice dei figlioli della morente; questi sono inginocchiati su una specie di predella presso il letto di Alcesti: la fanciulla è nuda fino alle reni, con un manto che si avvolge in molli pieghe fra le gambe, ed alza le braccia verso la madre prostrata in un atteggiamento di dolore un pò declamatorio.
Bibl.: T. Piroli-G. Zoega, Bassirilievi antichi di Roma, I, Roma 1808, pp. 201-06, nota 4, tav. XLII; H. W. Stoll, in Roscher, III, 2, 1902-1909, c. 1970, s. v., n. i. Sul sarcofago di Villa Albani: Roscher, I, i, 1884-1886, c. 1970 e fig., s. v. Alkestis.