periodizzazione
Suddivisione del tempo storico volta a delineare un susseguirsi di diverse età storiche (➔ ) e ad attribuire a ogni scansione un significato. Già le grandi religioni, cristianesimo e islam, trasformarono una p. elementare – dopo Cristo, dopo l’egira – in una cronologia universale, e una p. di questo tipo fu anche quella di s. Agostino che stabiliva una corrispondenza tra le sei giornate della creazione e altrettante età storiche. Il tema del succedersi di epoche nuove o, dal 15° sec., di una rinascita, è ricorrente nel mondo occidentale; ne troviamo testimonianza nella cultura umanistica e nella riforma protestante, collegato da un lato al ritorno ai fasti della classicità, dall’altro al riaffermarsi dei valori della Chiesa delle origini. Con l’Illuminismo si cominciò invece a identificare nel passato una serie di fasi in cui era possibile individuare un progressivo sviluppo della società umana. In tale quadro si andò delineando l’immagine di un’età intermedia tra classicità e modernità, il Medioevo, segnata da oscurità e barbarie. Iniziava dunque l’uso di p. valutative. Così il pensiero romantico contrappone positivamente il Medioevo, per i suoi legami con le fonti sorgive dei popoli, al razionalismo distruttivo dell’Illuminismo. La stessa Rivoluzione francese si attribuì un valore così forte di esemplarità da dare inizio a un nuovo calendario. Seguì, nel 19° sec., il tentativo di G.W.F. Hegel di proporre una scansione periodizzante delle tappe dello Spirito, individuando quattro mondi della storia universale – orientale, greco, romano, germanico – espressione dello spirito del tempo. Proprio a partire dal 19° sec., però, andò affermandosi anche una critica a tale concezione, presente in particolare nella visione marxista, per la quale il susseguirsi delle varie epoche derivava dallo sviluppo dialettico di forze produttive e rapporti sociali. Attualmente il consenso tendenzialmente generale sulla denominazione delle grandi p. – Antichità, Medioevo, Età moderna, Età contemporanea – nasconde in realtà molte differenze, a seconda delle aree, tutte derivanti dalle diverse tradizioni culturali di appartenenza. Le età stesse sono suddivise in secoli e questi ultimi hanno ottenuto attributi identificativi: il Seicento dell’assolutismo, ma anche delle rivoluzioni inglesi e della rivoluzione scientifica; il Settecento dei Lumi, ma anche del conflitto per l’egemonia mondiale tra Gran Bretagna e Francia; l’Ottocento delle nazionalità, ma anche della borghesia trionfante; il Novecento delle guerre mondiali e degli stermini di massa, ma anche del benessere, della decolonizzazione, della società globale. La complessità degli accadimenti rende di fatto arbitrario utilizzare il secolo come elemento unitario: ne deriva il paradosso di allungare o raccorciare l’arco temporale dei cento anni: la storiografia degli ultimi decenni ha parlato infatti di «lungo secolo XVI» (F.P. Braudel) o di «secolo breve» (E.J. Hobsbawm) o di «lungo XX secolo» (G. Arrighi), dando così una visione più complessa e articolata della p. storica.