SHUNGA, Periodo
Il breve periodo della storia dell'India che va dal 185 al 72 a. C. prende il nome dalla dinastia che regnò sullo stato settentrionale del Magadha dopo la distruzione dell'impero dei Maurya. Esso rappresenta la prima fase di frazionamento dell'India dopo l'unificazione politica di Ashoka. Sebbene l'antica tradizione storiografica raffiguri gli Shunga come i successori dell'impero dei Maurya, essi non ereditarono che i territorî della media e della bassa valle del Gange. La dinastia fu fondata dal brahmano Pushyamitra, che aveva tolto il potere all'ultimo re maurya con una rivolta di palazzo. Il centro di influenza della dinastia fu originariamente il Vidisha, l'odierno territorio di Besnagar, nel Madhya Bharat. Pataliputra rimase ufficialmente la capitale del regno, ma il centro effettivo della dinastia si spostò a Bharhute e a Kausambi, ove appunto rimangono i principali resti archeologici del periodo. Come reazione al filobuddismo dei Maurya, la dinastia Shunga segnò un ritorno all'induismo, che favorì e protesse; ma il buddismo continuò ad avere sviluppo. Furono elaborate proprio in quest'epoca le forme basilari dell'arte e dell'architettura monumentale buddista. Centri di più intensa attività artistica furono Bharhut e Sanchi, nell'odierno Madhya Pradesh. Opere monumentali furono compiute anche nel Bihar (Bodhgayā), nell'Andhra Pradesh (Jaggayapeta) e nel Mahārāshtra (Bhājā).
Bibl.: v. Indiana, arte.