PERIPHAS (Περίϕας)
2°. - Probabilmente uno dei pretendenti di Ippodamia, di cui tacciono le fonti scritte, ma che compare in una anfora àpula da Ruvo al British Museum raffigurante, nel registro superiore, i principali protagonisti del mito.
Al centro è un altare sormontato da una stele con il nome di Zeus; lo fiancheggiano da un lato Oinomao, armato, con una patera in mano, come se si apprestasse a compiere un sacrificio, dall'altro Pelope con corto chitone, clamide istoriata e tiara lidia. A sinistra segue Sterope che con un ventaglio in una mano afferra con l'altra il polso di Ippodamia. A destra è invece Mirtilo, l'auriga, nudo, con clamide svolazzante, indi Afrodite seduta che alza due dita della mano destra come ad indicare il figlio Eros che plana dall'alto con le grandi ali aperte. Al disopra di Oinomao e Pelope sono due protomi maschili, con le iscrizioni Periphas e Pelag... (integrata questa ultima in Pelagone, che sappiamo da Pausania [vi, 21, 11], esser stato uno dei pretendenti di Ippodamia ucciso da Oinomao); ambedue le teste sono giovanili, quella di Pelagone coperta da un berretto frigio, quella di P. con folti capelli ricciuti e occhi chiusi, leggermente inclinata verso sinistra. Secondo il Walters tutta la scena si svolge nel palazzo di Oinomao, cui alluderebbero il πίλος e il pugnale sospesi a mezz'aria fra le due teste; ma potrebbe anche trattarsi di un sacrificio all'aperto, data la presenza dell'ara, mentre i due simboli nel campo evocherebbero solo l'uccisione dei due pretendenti ad opera di Oinomao.
Bibl.: Höfer, in Roscher, III, 2, 1902-1909, col. 1971, s. v., n. 8. Sulla anfora da Ruvo: Arch. Zeit., XI, 1853, pp. 42-4, tav. LIV, n. i; S. Reinach, Rép. Vases, I, Parigi 1899, pp. 261; 377-8, n. 6; H. B. Walters, Catalogue of the Greek and Etruscan Vases in the British Museum, IV, Londra 1896, pp. 164 ss., n. F. 331. Sulle iscrizioni: P. Kretschmer, Die greichischen Vaseninschriften, Gütersloh 1894, p. 215, n. 10; C.I.G., IV, Berlino 1877, p. 232, n. 8422.