però
Congiunzione (talora impiegata avverbialmente), che compare con una certa frequenza in tutta l'opera dantesca, fatta eccezione del Detto: 34 volte nella Vita Nuova (di cui 31 casi di ' e p. '), 18 volte nelle Rime (2 ‛ e p. '), 1 volta nelle Rime dubbie, 184 volte nel Convivio (143 ‛ e p. '), 104 volte nella Commedia (28 casi di ‛ e p. ' e uno di ‛ ma p. '), e infine 2 volte nel Fiore (di cui un ‛ e p. '), per complessive 343 volte (tra le quali ben 206 e p. ' e un solo caso di ‛ ma p. ').
Si hanno due integrazioni degli editori in Cv IV XVI 8 e XXIV 5; mentre la prima, proposta da Busnelli-Vandelli, è accolta in tutte le edizioni successive, nel secondo passo la Simonelli preferisce per in e commenta: " Riproduco la lezione di A; contro la critica ottocentesca, gli Ed. '21 e Busnelli-Vandelli che definirono addirittura ‛ intollerabile ' l'uso di per in; è un per rafforzativo di larghissimi esempi (cfr. Tommaseo-Bellini, alla voce per) in tutta la nostra letteratura dalle origini ai nostri giorni ".
1. L'impiego di p. estremamente più diffuso nella lingua di D. non si discosta dall'uso dell'epoca (ed è peraltro strettamente aderente alla formazione ed evoluzione storica del termine), cioè quello di congiungere per un tramite più o meno stretto certe premesse, in genere già enunciate o conosciute, a conclusioni che da quelle scaturiscono, con un rapporto che dalla semplice illazione può arrivare gradualmente sino a una vera e propria causalità; si presenta, in tal caso, di norma al principio della frase che introduce, e vale " (e) per questo ", " per la qual cosa ", " (e) perciò ", e simili.
Allo scopo di comprendere con maggiore precisione le relazioni di più forte o minore necessità che intercorrono tra le premesse, esposte nella proposizione logicamente e/o sintatticamente principale, e le conclusioni della secondaria illativo-causale, pare cosa determinante esaminare i rapporti sintattici formali che sono istituiti tra tali proposizioni all'interno del periodo del quale fanno parte (tuttavia con l'avvertenza della necessità che lo studioso ha, per questo, di rifarsi, sia pure con le dovute cautele, a lezioni che non sempre rinviano a criteri ecdotici omogenei o almeno reciprocamente comparabili).
1.1. Un legame subordinante assai forte è quello che viene a determinarsi in relazione a una pausa interproposizionale breve, indicata graficamente mediante la virgola; quasi a sottintendere, sul versante del significato, una totale assenza di qualsiasi soluzione di continuità tra premessa e risultato, come di necessità completa (e va notato che si tratta di uso assai raro in D.): Vn XXXIV 2 mentre io... disegnava… vidi lungo me uomini a li quali si convenia di fare onore... stati già alquanto anzi che io me ne accorgesse. Quando li vidi… salutando loro dissi: " Altri era testé meco, però pensava ", e If XIV 120 Acheronta, Stige e Flegetonta / ... fanno Cocito; e qual sia quello stagno / tu lo vedrai, però qui non si conta (la '21 legge; però..., ma il Barbi [Con D. e i suoi interpreti, Firenze 1941, 100] ha esaurientemente dimostrato che l'interpretazione più corretta è appunto quella suriportata, accolta anche dall'ediz. Petrocchi). Per Rime dubbie XVI 20, cfr. qui di seguito.
1.2. Nella stragrande maggioranza dei casi, il contrasto a livello formale avviene, all'interno del periodo, tra i ‛ due punti ' e il ‛ punto e virgola ', indicando questi due differenti tipi di legami sintattici con le rispettive rese grafiche. Per quanto l'alternanza non sia così categoricamente determinata (a parte le avvertenze già formulate), sembra peraltro di poterne trarre sul piano generale l'indicazione di una differenza sostanziale, tra una pausa più breve (i ‛ due punti '), che implica un minore stacco nell'andamento del discorso, come a formulare esplicitamente qualcosa contenuta già in nuce nelle premesse, e che ne deriva per sviluppo ‛ naturale '; e, di contro, uno stacco più marcato nell'evolversi del ragionamento, quasi un aggiungersi ‛ in più ' di condizioni possibili, ma non necessarie, e dunque meno fortemente implicanti sul versante sintattico interproposizionale.
Ecco gli esempi, per il primo caso: Rime L 10 La dispietata mente... / da l'un de' lati mi combatte il core / ... né dentro i' sento tanto di valore /, che lungiamente i' possa far difesa, / gentil madonna, se da voi non vene: / però, se a voi convene / ad iscampo di lui mai fare impresa, / piacciavi...; LI 7, XCV 13 Periglio è grande in donna sì vestita: / però [l'affronto] de la gente verde / parmi che la tua caccia [non] seguer de'; Rime dubbie XVI 20 dir non lo poria, tanto m'accora / che sol mi s'è posata / entro a la mente: però mi do pace (così il Contini, ma la '21 e Barbi-Pernicone preferiscono interpungere con la virgola); Cv II Voi che 'stendendo 9 'l parlar de la vita ch'io provo, / par che si drizzi degnamente a vui: / però vi priego che lo mi 'ntendiate (ripreso in VI 5); If XV 95 a la Fortuna, come vuol, son presto. / Non è nuova a li orecchi miei tal arra: / però giri Fortuna la sua rota / come le piace (qui il congiuntivo, per quanto abbia un precipuo valore concessivo-ottativo, non pare peraltro essere particolarmente legato alla presenza della congiunzione); Pg II 90 Così com'io t'amai / nel mortal corpo, così t'amo sciolta: / però m'arresto (e non va trascurato il ma... perché interrogativo immediatamente seguente); XXVI 79 La gente che non vien con noi, offese / di ciò per che già Cesar... / " Regina " contra sé chiamar s'intese: / però si parton ‛ " Soddoma " gridando; Pd II 82 Questo non è: però è da vedere / de l'altro; XXIV 78 da questa credenza ci convene / silogizzar, sanz'avere altra vista: / però intenza d'argomento tene (che rinvia all'e però del v. 75; cfr. anche XXIX 79, con rinvio al v. 80), e XXIX 101; Fiore LXV 8 Ma guarda non s'avvegga che t'infinghe, / ché non v'andresti mai a processione; / non ti varrebbe lo star ginocchione: / però quel lusingar fa che tu 'l tinghe. Ancora, si vedano i casi di Rime LVI 22, LXV 14; Cv III Amor che ne la mente 54, IV IX 15, XXI 9, XXIII 8; If XIII 20 (nella '21; il Petrocchi preferisce il punto fermo), XVIII 123, Pg XXI 70, Pd III 61 (con la conclusione negativa, come in XXIII 118, e XXIX 79), V 49, XXV 55; potrà andare considerato qui anche il caso di Pg V 45, in base al nesso logico tra premesse e conclusioni nel passo in questione.
Per l'altro tipo si possono vedere invece: Rime LXVI 10 Io so che a voi ogni torto dispiace; / però la morte... / molto più m'entra ne lo core amara; If IX 30 ben so 'l cammin; però ti fa sicuro; XXX 144 " Maggior difetto men vergogna lava ", / disse 'l maestro, " che 'l tuo non è stato; / però d'ogne trestizia ti disgrava "; Pg XIII 147 gran segno è che Dio t'ami; / però col priego tuo talor mi giova; XVIII 69 Color che ragionando andaro al fondo, / s'accorser d'esta innata libertate; / però moralità lasciaro al mondo (e ancora, nello stesso canto, ai vv. 111 e 116); Pd I 71 Trasumanar significar per verba / non si poria; però l'essemplo basti. E si vedano gli ulteriori esempi di Rime XVI 84 e CVI 3 (con conclusiva ipotetica); If X 29 e 66, XXII 126, XXVII 104, XXXI 27 e 126, XXXIV 2, Pg VII 45, XIV 81 e 128, XXII 52.
1.3. Quando il rapporto di inferenza-casualità è istituito fra due proposizioni appartenenti a due periodi distinti, la conclusiva si trova in genere all'apertura del secondo, con p. in posizione iniziale: è questa la forma preferita dell'argomentazione dialettica (e si può confrontare al riguardo l'enorme preponderanza di questo tipo nella prosa del Convivio), nella quale svolge la funzione di aggiungere nuove proposizioni, non però in un rapporto di collegamento subordinativo semplice, ma ben collegandole nello sviluppo logico del discorso, in maniera che quasi procedano le une dalle altre (le seconde dalle prime). Questo è appunto il caso di Rime CII 49, CIV 65 Larghezza e Temperanza e l'altre nate / del nostro sangue mendicando vanno. / Però, se questo è danno, / piangano li occhi (non pare casuale la presenza di tale tipo in canzoni di stile elevato); Cv I XI 4 qualunque ora lo guidatore è cieco, conviene che esso e quello, anche cieco, ch'a lui s'appoggia vegnano a mal fine. Però è scritto che " 'l cieco al cieco farà guida, e così cadranno ambedue ne la fossa " (Si tratta di un modulo assai importante, e molto sfruttato, in particolar modo con ‛ e p. ', in quanto aggiunge all'argomentazione, a suo sostegno e comprova, secondo l'uso dialettico medievale, l'appoggio di un'‛ auctoritas ', come pure in III XV 5. Diverso, e da non confondersi con questo tipo, in quanto esplicativo, e non di appoggio, è invece il riferimento a brani dello stesso D., come ad esempio nella prosa del Convivio a passi delle canzoni ivi illustrate: quest'ultimo è per lo più introdotto da ‛ p. dice ', ‛ p. dico ', e simili, e si ritrova in II IX 5, XIV 12, III VI 6, e ancora II VI 5. Cfr. anche oltre, 4.3.); If XIII 28 Cred'ïo ch'ei credette ch'io credesse / che tante voci uscisser, tra quei bronchi, / da gente che per noi si nascondesse. / Però disse 'l maestro...; XIX 124 I' credo ben ch'al mio duca piacesse, / con sì contenta labbia sempre attese / lo suon de le parole vere espresse. / Però con ambo le braccia mi prese; Pg IV 91 Questa montagna è tale / che sempre al cominciar di sotto è grave; / e quant'om più va sù, e men fa male. / Però, quand'ella ti parrà soave / ... allor sarai al fin d'esto sentiero; XXIII 58 La faccia tua, ch'io lagrimai già morta, / mi dà di pianger mo non minor doglia / ... veggendola sì torta. / Però mi dì, per Dio, che sì vi sfoglia ...; Pd III 31 vere sustanze son ciò che tu vedi, / qui rilegate per manco di voto. / Però parla con esse e odi e credi; XI 52 Di questa costa... nacque al mondo un sole, / come fa questo talvolta di Gange. / Però chi d'esso loco fa parole, / non dica Ascesi, ché direbbe corto, / ma Orïente, se proprio dir vuole. Si vedano inoltre: Rime CXI 9, CXIV 12; Cv I VIII 4, X 3, III Amor che ne la mente 14 (ripreso in II 1 e IV 4), e 68 (ripreso in VIII 21 e XV 13), V 14, IV Le dolci rime 112, II 15 (Però è da sapere), III 3; If II 16, X 16 e 106, XV 40, XVI 82, XVII 31, XIX 97 (però qui è prolettico al che successivo, senza tuttavia formare nesso; cfr. Rime CIV 105), XX 97, XXI 50 (con conclusiva negativa, cfr. Pg XVIII 55, Pd XXIV 25), Pg XVI 82, XVIII 13 (Però ti prego, anche in Pd XXII 58), XXXII 70 e 103, Pd IV 112, V 61, VII 46, XIII 79, XVII 136, XVIII 34, XIX 58, XXVI 55, XXXII 70.
2. Talora p. può presentarsi posposto, assumendo un valore più spiccatamente anaforico (" per questo ", " pertanto "): Vn XXXIV 4 questo sonetto ha tre parti: ne la prima dico che questa donna era già ne la mia memoria; ne la seconda dico quello che Amore però [cfr. nel sonetto il v. 5 che ne la mente la sentia] mi facea; Cv II XIII 26 La Geometria si muove intra due repugnanti a essa, sì come 'l punto e lo cerchio... ché... lo punto è principio di quella, e... lo cerchio è perfettissima figura in quella, che conviene però avere ragione di fine; III X 2 è da sapere che quanto l'agente più al paziente sé unisce, tanto più forte è però la passione, IV XVIII 3 e 6; If XIX 68 Se di saper ch'i' sia ti cal cotanto, / che tu abbi però la ripa corsa ...; Pg XXIV 27 del nomar parean tutti contenti / sì ch'io però non vidi un atto bruno. Qui si può considerare inoltre Pg VI 24 Pier da la Broccia dico; e qui proveggia, / mentr'è di qua, la donna di Brabante, / sì che però non sia di peggior greggia (cfr. la parafrasi del Buti: " per questo peccato commesso "), e anche Cv IV XVI 1 Dico adunque che però si rallegrerà ogni rege che riprovata è la falsissima... oppinione, dove il secondo che ha un netto valore causale (" per il fatto che "), e va collegato direttamente al verbo della prima subordinata (si rallegrerà), e quindi però va inteso in senso ‛ forte ' (non un però che ' tmetico, che sarebbe inoltre assai più debole), di ‛ ricapitolazionne ' e conclusione delle due ‛ auctoritates ' bibliche addotte nella prima parte del paragrafo.
2.1. Molto particolare il caso di Cv III IX 12-15 la stella... per più cagioni puote parere non chiara e non lucente. Però puote parere così per lo mezzo che continuamente si transmuta... Però puote anche parere così per l'organo visivo... E però puote anche la stella parere turbata..., in cui, come commentano giustamente Busnelli-Vandelli, si spiegano appunto le più cagioni del § 12.
L'ipotesi meno onerosa, al riguardo, pare quella d'interpretare p. in tali passi, anche sulla base della traduzione del Pézard, come esplicativo, col valore di " dunque ", " quindi ", " pertanto ", " per la qual cosa ", mentre sembra assai meno probabile l'ellissi di un ‛ che ' nel nesso però che (cfr. H.-P. Ehrliholzer, citato in bibl.); si tratta tuttavia d'ipotesi che non si può escludere del tutto.
3. Quando la conclusione introdotta da p. non realizza (o addirittura contraddice) l'effetto che dovrebbe risultare dalle premesse (‛ effetto mancato ', cfr. perché 3.), la conclusiva viene ad assumere una connotazione concessiva e avversativa, che è poi il valore sopravvissuto nell'uso comune moderno; tuttavia, nel fiorentino dantesco si tratta pur sempre di un aspetto accessorio, e il valore conclusivo originario è dovunque ancora riconoscibile, con un trapasso sfumato dal senso di " per questo " a " tuttavia ", " nondimeno ", " per altro " e simili, sino a un vero e proprio " ma ".
Si comprende facilmente, da questo punto di vista, come p. in tale valore si presenti prevalentemente in frasi negative (talora posposto, e formando quasi nesso ‛ non p. '): Rime C 50 e la crudele spina / però Amor di cor non la mi tragge (il Contini interpreta: " non per questo ", e Barbi-Pernicone " ma non per ciò "; analogamente al v. 63 e in CI 4); Cv II XI 9 O uomini, che vedere non potete la sentenza di questa canzone, non la rifiutate però; If XXV 122 l'un si levò e l'altro cadde giuso, / non torcendo però le lucerne empie; Pg X 106 Non vo' però, lettor, che tu ti smaghi / di buon proponimento per udire ... (cfr. Pd XVII 97); XXXII 27 'l grifon mosse il benedetto carco / si, che però nulla penna crollonne (il Landino commenta: " idest ben che 'l movessi "); Pd IX 103 Non però qui si pente, ma si ride, / non de la colpa... (vanno rilevati questi casi di non... ma, alquanto frequenti in questo tipo); e ancora, gli esempi di Rime CIV 105, Cv I I 16, Pg XXVIII 13, Pd XVII 40, XXV 115 (né però).
In alcuni casi, in parentetiche: Cv IV XXIV 5 l'umido è ingrossato (non per[ò] in quantitade, ma pur in qualitade...), e Pg XIII 26 verso noi volar furon sentiti, / non però visti, spiriti.
Ha lo stesso valore anche senza la negazione in Cv III I 8 avvegna che lo servo non possa simile beneficio rendere a lo signore quando da lui è beneficiato, dee però rendere quello che migliore può; If XXXIII 19 dir non è mestieri; / però quel che non puoi avere inteso / ... udirai (per questo particolare modulo, si veda ancora Vn XXVII 4 5); Pd III 56 Questa sorte che par giù cotanto, / però n'è data, perché fuor negletti / li nostri voti; e, ancora, Cv IV XVII 11 Potrebbe alcuno però dire...
Andrà considerato qui inoltre Cv II IV 16 Né si meravigli alcuno se queste ... ragioni... non sono del tutto dimostrate; che però medesimamente dovemo ammirare loro eccellenza (anche in I VI 11).
4. Quando è preceduto da ‛ e ', p. conserva per lo più il suo valore originale di conclusiva, che anzi viene a essere rafforzato in un nesso in cui la prima congiunzione serve da ripresa ‛ forte ' (cioè non di semplice coordinazione), da riaggancio a quanto precede, sommando in tal modo la sua funzione sintattica a quella, analoga anche se non identica, della seconda congiunzione: ne risulta un tutto unico, sul versante funzionale, non immediatamente analizzabile, cui fa riscontro, dal lato formale, la non separabilità delle componenti del gruppo (anche se gli editori adottano costantemente la grafia divisa).
Al riguardo, è assai notevole come l'unico caso nell'opera di D. in cui si potrebbe pensare a tutta prima alla possibilità di frapporre altri elementi (e di conseguenza a un gruppo non ancora intimamente connesso, o, almeno, ancora analizzabile, e dunque scindibile) sia quello di If XXVI 71 La tua preghiera è degna / di molta loda, e io però l'accetto, in cui p. ha valore assai pregnante (com'è anche sottolineato dalla scansione del verso), e per questo stesso mal si presta a formare nesso con l'e precedente. Anche il caso di Cv II XIII 22 E però dice Albumasar... E Seneca dice però... non pare avere molto valore probante in opposizione a ciò che si è affermato, in quanto sembra dovuto a semplice effetto stilistico di variatio.
Per il resto, non vi sono divergenze sostanziali con quanto già esaminato (cfr. 1.), per cui pare opportuno studiare anche il nesso ‛ e p. ' sotto tale punto di vista (con riferimento ai rispettivi paragrafi), tenendo costantemente presenti gli aspetti sintattico-formali dei rapporti logici tra le proposizioni e/o i periodi che le contengono.
4.1. Dopo pausa interproposizionale ‛ breve ' (cioè graficamente dopo virgola). Va notato che con questo nesso tale tipo è alquanto più diffuso che con il semplice p., probabilmente per la presenza di ‛ e '. Ecco gli esempi: Vn XXII 17 non m'intrametto di narrare la sentenzia de le parti, e però le distinguo solamente (come in XLI 9; cfr. anche XXXIV 3); Cv I VII 3 La vera obedienza conviene avere tre cose... Le quali... era impossibile ad avere lo latino comento, e però era impossibile ad essere obediente (identico sintagma ‛ e p. è impossibile ' in II XIII 27); II IX 7 l'anima mia conoscea la sua disposizione atta a ricevere l'atto di questa donna, e però ne temea; III III 2 le corpora simplici hanno amore naturato in sé a lo luogo proprio, e però la terra sempre discende al centro; lo fuoco ha [amore a] la circunferenza di sopra, lungo lo cielo de la luna, e però sempre sale a quello; IV XI 3 la loro [delle divizie] condizione essere imperfettissima, e però essere quelle vilissime (cfr. anche IV VII 8); XXII 10 nullo dubita che l'appetito razionale non sia più nobile che 'l sensuale, e però più amabile (stesso modulo in Pd VII 73); Pg 103 Io non vidi, e però dicer non posso (parentetico, come in XXXIII 40); Pd XXIX 80 Queste sustanze... non volser viso / da essa [la faccia di Dio], da cui nulla si nasconde: / però non hanno vedere interciso / da novo obietto, e però non bisogna / rememorar per concetto diviso (simile rinvio a un ‛ e p. ' precedente, anche alquanto diverso, in Cv IV VIII 8). Si possono ancora vedere i casi di Vn XXXI 11 37, Cv II I 13, XIV 7, III I 10, II 10, VII 5, IX 13, IV X 1 (con conclusione negativa come in XXVII 5, Pg IX 71, e anche Cv III IX 12), XII 15 e 16, XIV 2, XIX 10, XXV 5 (seconda occorrenza), XXVI 13; If XXVIII 36, Pg XIII 38, XVIII 74, Pd XV 83.
Qui si potranno ancora considerare Cv III I 12 per lo 'ntendimento de la sua... virtù, si può pensare ogni stabilitade d'animo essere a quella mutabile e però me non giudicare lieve e non stabile, e IV XII 11 le ricchezze sono imperfette e però vili.
4.2. Dopo i ‛ due punti ': Vn XII 17 Potrebbe già l'uomo opporre contra me e dicere che non sapesse a cui fosse lo mio parlare...: e però dico che questo dubbio io lo intendo solvere; XIV 14, XXXI 16 94 quale è stata la mia vita... / lingua non è che dicer lo sapesse: / e però, donne mie, pur ch'io volesse, / non vi saprei io dir ben; Cv II XIV 9 'l Cielo stellato... per lo polo che vedemo significa le cose sensibili... e per lo polo che non vedemo significa le cose che sono sanza materia...: e però ha lo detto cielo grande similitudine con l'una scienza [la Fisica] e con l'altra [la Metafisica]; III II 14, V 5 Pittagora... dicea che 'l fuoco era nel mezzo... ponendo quello essere più nobile corpo che l'acqua e che la terra, e ponendo lo mezzo nobilissimo intra li luoghi de li quattro corpi simplici: e però dicea che 'l fuoco, quando parea salire, secondo lo vero al mezzo discendea.
Dopo il ‛ punto e virgola ': Vn XXIII 16 propuosi di dire parole di questo che m'era addivenuto...; e però ne dissi questa canzone; XXXV 3 io senti'... cominciare li miei occhi a volere piangere; e però, temendo di non mostrare la mia vile vita, mi partio; Cv I XII 10 la giustizia ... è tanto amabile, che... li suoi nimici l'amano...; e però vedemo che 'l suo contrario, cioè la ingiustizia, massimamente è odiata; II IX 5 'l nervo per lo quale corre lo spirito visivo, è diritto a ... parte; e però veramente l'occhio l'altro occhio non può guardare, sì che esso non sia veduto da lui (l'ediz. '21 interpunge con una virgola); III III 4 Le piante ... hanno amore a certo luogo più manifestamente...; e però vedemo certe piante lungo l'acque quasi can[s]arsi (si vedano ancora i due casi al § 6, e con diverso collegamento logico-formale, ai §§ 2 e 9); IV XI 12 è manifesto... quelle ricchezze iniquamente avvenire; e però Nostro Segnore inique le chiamò; lf III 128 Quinci non passa mai anima buona; / e però, se Caron di te si lagna, / ben puoi sapere omai che 'l suo dir suona; Pg XIII 142 vivo sono; e però mi richiedi / ... se tu vuo' ch'i' mova / di là per te li mortai piedi. Ancora, si possono confrontare gli esempi di Vn V 4, IX 5, XII 6, XIV 3, XXV 2, XXVI 8 (e però... dico; analogo modulo in XXXVIII 6, Cv III XV 14; e anche cfr. XIII 10), XXVIII 2; Cv I II 6, III II 18, IV 11, XIII 6, IV IV 2 (con riferimento a un'‛ auctoritas ', come in IX 8, XXV 6 e 9), VI 1, VIII 8 (prima occorrenza), IX 7, XIV 10, XXII 14 (in traduzione da Marc. 16, 6-7, in cui l'e però è aggiunta dantesca), XXIV 8 e 12, XXV 3, XXVI 15, XXVII 10, XXVIII 12; If XI 26 (con un tipo d'inferenza ripreso ai vv. 41 e 49); Pg XIII 77, XIV 147, XV 47, Pd II 26, V 119, VI 131 (il Mattalia commenta: " e perciò, e questo valga come ammonimento che "), XIII 46 e 68, XV 58 (dove la congiunzione è senz'altro disgiunta dal ‛ che ' seguente), XXIV 75, XXXII 58 (passo in cui la '21 preferisce disgiungere le parti con un punto).
4.3. Con la conclusiva appartenente a periodo diverso da quello della reggente (separazione mediante il ‛ punto '): Vn XIX 15 Questa canzone... la dividerò più artificiosamente che l'altre cose di sopra. E però prima ne fo tre parti; Cv I X 2 Grande vuole essere la scusa... e vuole essere evidente ragione che partire faccia l'uomo da quello che per li altri è stato servato lungamente, sì come di comentare con latino. E però vuole essere manifesta la ragione; II XV 9 [la canzone] dice poi... E però è da sapere che qui parla l'una de le parti (cfr. I XIII 2, III IV 6, IV X 1 e anche XI 5 e Vn XL 7); III XII 1 Nel primo capitolo di questo trattato è sì compiutamente ragionata la cagione che mosse me a questa canzone, che non è più mestiere di ragionare... E però secondo le divisioni fatte la litterale sentenza transcorrerò; IV XVI 6 ciascuna di queste cose è falsissima. E però è falsissimo che ‛ nobile ' vegna da ‛ conoscere '; If XXIV 52 Omai convien che tu così ti spoltre / ... E però leva sù; Fiore XCI 12 con tal gente star ben non potrei / ... che s'i' vi stesse, i' sì m'infignirei. / E però il mi' volere i' sì vi chioso, / che pender prima i' sì mi lascerei, / ched i' uscisse fuor di mi' proposo.
Si possono vedere inoltre Vn IX 3, XII 6, XVI 6 (per cui cfr. XXXIII 2 e anche XXXV 4), XVIII 9, XXIII 4, XXVII 2, XXXVI 3; Rime LXXXIX 12; Cv I I 12, II 11, VII 7 (con la conclusiva ipotetica, cfr. IV XI 2), VIII 15, II I 14, V 12 (rinvio a un' ‛ auctoritas ', come in VII 4, XIII 22, III IV 8, XV 5 [due volte] e 16, IV II 8, IV 1, V 6, VI 18, VII 13, VIII 3, XII 6, XIII 8, 9, 12 e 13, XVI 5 e 10, XXI 14, XXII 15, XXIV 14, 15 e 16, XXV 2 e 6, XXVIII 10, XXIX 7; cfr. anche IV V 2, XXIII 14), IX 7, XI 4 (‛ e p. dico '; cfr. anche XII 1, III VII 17, VIII 16, XV 9, 12 e 14, IV XXI 4, e ancora II 13, X 12 e XV 9), XIV 6 e 21 (E però vedere si può; v. anche III XIV 9, IV IX 12 e 16), III IV 13, VIII 11 (E però si conviene) e 19, IX 2, 10 e 15, XII 6, IV II 8, X 2, XIII 9 (seconda occorrenza), 15 e 16, XXII 6, XXIII 16 (tre occorrenze, delle quali l'ultima leggermente diversa), XXV 5; Pg IV 7, Pd XXII 127.
5. Una sfumatura avversativa-concessiva sembra essere presente in Pd IV 26 Queste son le question che nel tuo velle / pontano igualmente; e però pria / tratterò quella che più ha di felle (si veda anche Cv II VII 2), e in Vn XXII 5 se non fosse ch'io attendea audire... di lei... io mi sarei nascoso incontanente che le lagrime m'aveano assalito. E però dimorando ancora nel medesimo luogo, donne passaro...; tale connotazione è assai più forte in Vn XV 2 sì tosto com'io imagino la sua mirabile bellezza, sì tosto mi giugne uno desiderio di vederla, lo quale è di tanta vertude, che uccide e distrugge ne la mia memoria ciò che contra lui si potesse levare; e però non mi ritraggono le passate passioni [" sofferenze "] da cercare la veduta di costei, e in Rime C 10 Io son venuto al punto de la rota / che...: / e però non disgombra / un sol penser d'amore... / la mente mia, dov'è da rilevare il lungo e lento snodarsi (per ben 10 versi, con la voluta ripetizione dei moduli accentrativi) delle premesse, e, di contro, l'‛ effetto mancato ' (quasi ‛ catastrofico ') racchiuso nei brevi e tormentati versi successivi (qui Barbi-Pernicone interpretano espressamente e = " ma ", con valore avversativo).
6. In nesso con ‛ ma ', con netto valore concessivo-avversativo, solo in If XXII 143 Lo caldo sghermitor subito fue; / ma però di levarsi era neente (le due congiunzioni si rafforzano in questo caso vicendevolmente, per maggiore insistenza nell'opposizione; cfr. S. Battaglia-V. Pernicone, La grammatica italiana, Torino 1970, 440).
Bibl. - Fondamentale lo studio di H.-P. Ehrliholzer, Der sprachliche Ausdruck der Kausalität im Altitalienischen, Winterthur 1965, in partic. alle pp. 40 ss.