perpetuo
E adoperato solo nel Convivio e nella Commedia, dove, secondo l'edizione Petrocchi, è sempre quadrisillabo.
Il senso più ampiamente documentato è quello di " perenne ", " eterno ": Cv III VIII 5 lo contentare [cioè " il pieno appagamento ", " la beatitudine "] in Paradiso è perpetuo; Pg XXVIIII 32 l'ombra perpetüa, " perenne ", della divina foresta spessa e viva del Paradiso terrestre; Pd II 19 La concreata e perpetüa sete / del deïforme regno; XV 65 'l sacro amore in che io veglio / con perpetüa vista, " con eterna contemplazione "; XIX 22 0 perpetüi fiori de l'etterna letizia, cioè i beati, fiori " eterni ", " non caduchi, come i fiori terreni " (Sapegno); e ancora Pg XXXII 75.
Vale " ininterrotto ", e quindi " stabile ", in Cv III XI 11 l'amistà per onestade fatta è vera e perfetta e perpetua; e IV XIX 5 le corporali bontadi, cioè bellezza, fortezza e quasi perpetua valitudine, " salute "; I V 7 lo latino è perpetuo e non corruttibile, e lo volgare è non stabile e corruttibile, e II IV 11.