PERSIDE (Pārsa; in neopers. Fārs)
È la parte sudoccidentale della Persia, culla del popolo e dell'impero persiano; confina a NO. con la Media (provincia di Isfahān), a N. e NE. col gran deserto, ad E., attraverso il Lāristān, con il Kirmān (Carmania), cui appartiene anche la costa, a O. con la Susiana. Con i re dei Pasargadi, una delle tribù iraniche dell'antichissima Perside, che estesero la loro sovranità sulla regione susiana di Anzan, e particolarmente con Ciro, il popolo della Perside entrò nella storia del mondo antico: la Perside fu così il nucleo del grande impero degli Achemenidi. I suoi abitanti, come veri cittadini optimo iure dell'impero, erano sotto Dario esentati dalle tasse, mentre la vicina Carmania, organizzata in satrapia, era tenuta a pagarle. Dopo Ciro, che ebbe la sua capitale e la tomba in Pasargade, Dario fondò in Perside la città detta dai Greci Persepoli (v.), che ricevette magnifico sviluppo da Serse. Ma la posizione troppo eccentrica della regione già con questi sovrani le impedì di restare capitale effettiva dell'impero; i Gran Re risiedettero di preferenza a Susa, e i palazzi stessi di Persepoli rimasero in parte incompiuti. Alessandro, penetrato non senza resistenza nella Perside, appiccò il fuoco al palazzo di Serse, pur senza distruggerlo totalmente. Nella divisione dell'impero seguita alla morte del conquistatore, restò, con tutte le regioni orientali, ai Seleucidi, che tentarono di ellenizzarla (si ricorda un'Alessandria di Carmania, una Laodicea, una Stasis, una Antiochia). Ma la tradizione politica e culturale indigena riprese il sopravvento, e già nel secolo III troviamo) in Perside dinasti iranici, zoroastriani, nominalmente vassalli dei Seleucidi, ma spesso di fatto indipendenti e anche ostili. Dopo avere più volte tentato, con alterni successi, di ristabilire il proprio effettivo dominio sulle regioni orientali, l'impero seleucidico alla metà del sec. II vi perdette definitivamente ogni autorità; e mentre i Parti s'impadronivano della Media e della Mesopotamia, la Perside (come la Susiana e la bassa Babilonide) cadevano in potere di altre dinastie locali. Da una di queste dinastie iraniche di Perside partì il movimento politico-religioso che nel sec. III d. C. condusse con i Sassanidi alla gran restaurazione dello zoroastrismo su tutto l'Irān. Peraltro anche i Sassanidi, come già gli Achemenidi, dovettero spostarsi più a O., e si stabilirono, lasciando Istakhr in Perside, a Ctesifonte nella Babilonide.
Invasa dagli Arabi come il restante della Persia, la Perside fece parte del califfato islamico e, al dissolversi della sua unità politica, fu successivamente sotto il dominio di varie dinastie musulmane, tra cui specialmente notevole quella del ramo dei Buwayhidi, detti appunto del Fārs (sec. X-XI d. C.).