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Pertosse

di Mariapaola Lanti - Universo del Corpo (2000)
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Pertosse

Mariapaola Lanti

La pertosse è una malattia infettiva acuta, contagiosa ed epidemica, clinicamente caratterizzata da tipica tosse accessuale e provocata da un batterio gram-negativo, detto Bordetella pertussis, o bacillo di Bordet-Gengou. All'inizio del 20° secolo la pertosse rappresentava un'importante causa di morte; l'introduzione della vaccinazione ne ha ridotto l'incidenza e la gravità con l'eccezione dei bambini al di sotto dell'anno di età.

Eziopatogenesi e cenni di epidemiologia

L'agente eziologico della pertosse è Bordetella pertussis, un coccobacillo gram-negativo, capsulato, caratterizzato da scarsa resistenza, immobile e asporigeno, che si localizza nelle prime vie aeree dell'uomo. Per quanto possa colpire individui di tutte le età, la pertosse è particolarmente frequente tra i bambini di 1-5 anni, anche se nei paesi che hanno reso obbligatoria la profilassi vaccinale si è osservata una riduzione dell'incidenza della malattia in questa fascia di età e uno spostamento del picco di incidenza al di sotto di 1 anno o in soggetti oltre i 15 anni di età. Solitamente la trasmissione avviene per contagio diretto, da malato a sano, per via respiratoria. La contagiosità dei malati non trattati con antibiotico-terapia è massima nelle prime 3 settimane dall'esordio della malattia. L'incubazione è di 5-12 giorni. Gli studi sulla patogenesi della pertosse hanno messo in evidenza il ruolo di diverse sostanze che, in vario modo, contribuiscono al complesso delle manifestazioni cliniche della malattia. Un significato particolare è stato attribuito alla tossina Pertussis toxin (PT), che è anche una delle componenti maggiormente impiegate in vaccini cosiddetti acellulari, preparati in alternativa a quelli convenzionali.

Fasi cliniche, terapia e profilassi

La malattia si manifesta con una sintomatologia di tipo catarrale a carico delle prime vie respiratorie (rinite, faringite, laringite, tracheite), senza o con scarsa febbre e con tosse dapprima priva di particolari caratteri, ma che progressivamente aumenta di frequenza e d'intensità. Da questa fase clinica iniziale, denominata periodo catarrale e che dura in genere 1-2 settimane, si passa gradatamente al periodo detto accessuale (o convulsivo), nel quale la tosse diviene tipicamente parossistica, spasmodica. I parossismi possono essere seguiti da un'inspirazione forzata, attraverso la glottide parzialmente chiusa, tale da produrre un tipico suono che ricorda il latrato del cane o il raglio dell'asino (onde il nome di tosse canina o asinina o ferina). Gli attacchi di tosse, di frequenza, intensità e durata assai variabile a seconda dei casi, provocano cianosi e talora edema del volto, espettorazione mucosa, spesso vomito alimentare. Nelle forme più gravi, che interessano soprattutto i bambini più piccoli, possono manifestarsi emorragie cutanee, mucose e interne e grave compromissione dello stato generale.

Complicazioni temibili sono atelectasie, broncopolmonite, bronchiolite ed encefalopatie che possono indurre danni neurologici permanenti. L'aumento di pressione che si verifica durante i parossismi di tosse può determinare la comparsa di ernie o la rottura di vasi anche a livello cerebrale. In genere dopo 3-6 settimane subentra il periodo di regressione: a un graduale miglioramento fa seguito la guarigione, dopo la quale talvolta si può verificare una breve recrudescenza. La pertosse lascia uno stato di immunità, non sempre permanente. La terapia si avvale della somministrazione di antibiotici che, per avere efficacia, deve essere intrapresa nella fase catarrale; nelle fasi successive infatti essa riveste solo un ruolo di prevenzione del contagio. La somministrazione di antibiotici, inoltre, può essere impiegata a scopo profilattico, in caso di presunto contagio, per un periodo non inferiore a 14 giorni. Calmanti della tosse devono essere prescritti con cautela, a causa dell'effetto depressivo sul centro del respiro che tali farmaci possono esercitare. La profilassi si basa sulla vaccinazione preventiva: questa può anche non essere del tutto efficace nel prevenire la comparsa della malattia, ma sicuramente ne riduce la gravità. Adulti che sono stati vaccinati nell'infanzia possono ammalarsi, ma in genere in forma misconosciuta perché lieve o atipica, e possono inconsapevolmente trasmettere la pertosse ai bambini. Sono stati sviluppati nuovi vaccini acellulari, scevri dalle severe reazioni che comparivano con le formulazioni di vaccino impiegate nel passato.

La denuncia della malattia è obbligatoria. Il paziente deve essere tenuto in isolamento fino ad almeno 7 giorni dall'inizio della terapia antibiotica.

Bibliografia

R.M. Anderson, R.M. May, Infectious disease of humans. Dynamics and control, New York, Oxford University Press, 1991.

Control of communicable diseases manual, ed. A.S. Benenson, Washington, American Public Health Association, 1995.

R.D. Feigin, FJ.D. Cherry, Textbook of pediatric infectious diseases, Philadelphia, Saunders, 1992.

G.L. Mandell, J.E. Bennett, R. Dolin, Principles and practice of infectious diseases, New York, Churchill Livingstone, 1995.

Vedi anche
vaccino Preparazione rivolta a indurre la produzione di anticorpi protettivi da parte dell’organismo, conferendo una resistenza specifica nei confronti di una determinata malattia infettiva (virale, batterica, protozoaria). In origine, il termine designava il vaiolo dei bovini (o vaiolo vaccino) e il pus ricavato ... scarlattina Malattia infettiva acuta e contagiosa, causata da uno streptococco emolitico appartenente al gruppo A di Lancefield e caratterizzata da un esantema, tipico per morfologia e distribuzione (maschera scarlattinosa del volto). È malattia endemica con ricorrenze epidemiche, più frequenti nel periodo primaverile; ... malattìa infettiva malattìa infettiva Definizione con cui in medicina si indicano malattie che si trasmettono da un individuo a un altro per mezzo del contatto o d'altro veicolo (aria, acqua, ecc.) a causa della penetrazione di un microrganismo patogeno all'interno di un organismo ospite. Tra le malattie malattia infettiva ... mucoviscidosi Malattia (detta anche fibrosi cistica) caratterizzata da alterata e ridotta attività secretoria di alcune ghiandole esocrine, i cui secreti presentano densità e viscosità eccessive. Poiché di solito prevale il deficit secretorio a carico del pancreas, che presenta congenite alterazioni morfologiche, ...
Categorie
  • PATOLOGIA in Medicina
Tag
  • MALATTIA INFETTIVA
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anergizzante anergiżżante agg. [der. di anergia]. – Che determina anergia: malattie a., il morbillo, l’influenza, la pertosse, il tifo, e altre malattie infettive.
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