pesci elettrici
Incontri sgraditi in acque torbide
Fiumi e laghi dei paesi tropicali ospitano pesci capaci di produrre scariche elettriche sia per difesa sia per la cattura delle loro prede. Pur appartenendo a ordini diversi, vivono tutti in acque scure, piene di fango e detriti, dove la visibilità è bassa. Alcune specie producono scariche assai forti e pericolose anche per l’uomo
La produzione di scariche elettriche (elettricità) è un fenomeno presente in pochi ordini di pesci, localizzati soprattutto nelle acque torbide dei fiumi tropicali. L’energia elettrica viene prodotta da cellule muscolari modificate, sotto lo stimolo di cellule nervose che reagiscono nei momenti di eccitazione. Queste cellule sono localizzate in organi elettrogeni di varia forma (v. fig.1). La funzione delle scariche elettriche è triplice: stordire le prede, impaurire il predatore e percepire oggetti in mezzo alle acque con poca visibilità.
Tale percezione avviene con un sistema radar, grazie a organi elettrorecettori, la cui efficienza spiega la riduzione dell’apparato visivo in questi pesci. Fenomeni elettrici si riscontrano in tre ordini di pesci d’acqua dolce: Mormiriformi, Siluriformi e Gimnotiformi. Il primo ordine è endemico del continente africano, il secondo è cosmopolita, mentre il terzo è esclusivo dell’America Meridionale. Inoltre, ricordiamo anche un pesce marino dell’ordine dei Perciformi, il raro Astroscopus guttatus, che vive lungo la costa orientale dell’America Settentrionale e produce scariche di 50 V.
I Mormiriformi si dividono in due famiglie: Gimnarchidi e Mormiridi. La prima comprende solo il gimnarco del Nilo (Gymnarchus niloticus), il gigante dei Mormiriformi: lungo fino a 1,60 m, può superare i 18 kg di peso. Vive nei fiumi e nei laghi a sud del Sahara, tra il bacino del Niger e quello del Nilo. Solitario, territoriale e notturno, questo pesce si nutre di pesci e gamberi. Il suo aspetto è assai caratteristico: possiede un corpo allungato a sezione ellittica verticale e una sola pinna dorsale che inizia dopo il capo e si estende fino all’apice della coda. Quest’ultima termina con un filamento allungato e stretto. Le pinne pettorali sono molto piccole, mentre quelle ventrali e quella anale sono del tutto assenti. Infatti, questo pesce vive a contatto del fondale fangoso.
Il muso è allungato e termina con una bocca piuttosto larga, fornita di denti conici. La vescica natatoria è trasformata in sacche che permettono di immagazzinare l’aria atmosferica, come in altri pesci adattati a vivere in zone soggette a periodi di siccità.
Gli organi elettrogeni del gimnarco sono 8 tubuli sottili che si sviluppano lungo quasi tutto il tronco fino all’estremità caudale. Tuttavia, il voltaggio è basso e le scariche prodotte non sono pericolose per l’uomo, pur essendo bene avvertibili (v. fig. 2).
Lo stesso avviene nei pesci elefante, membri della famiglia Mormiridi, chiamati così per la curiosa proboscide che usano per alimentarsi di piccoli invertebrati del fondo.
L’ordine dei Siluriformi comprende numerosi pesci caratterizzati dalla presenza di barbigli sensitivi posti intorno alla bocca, e per questo denominati pesci gatto. Alla famiglia dei Malapteruridi appartengono i pesci gatto elettrici (genere Malapterurus), diffusi nei fiumi africani, che catturano i pesci di cui si nutrono grazie alle potenti scariche di 300÷400 V prodotte dai loro organi elettrogeni. Possono superare 1,20 m di lunghezza e 20 kg di peso.
Nel continente sudamericano, in particolare nel bacino del Rio delle Amazzoni, vive l’elettroforo (Electrophorus electricus), appartenente all’ordine dei Gimnotiformi. Le scariche prodotte da questo pesce sono in assoluto le più forti tra quelle riscontrabili nel regno animale, e raggiungono i 500 V. Per questo motivo, l’elettroforo è l’animale acquatico più temuto dagli abitanti dell’Amazzonia.
Questo pesce ha un corpo cilindrico, anguilliforme, lungo fino a 2,50 m, e può raggiungere i 20 kg di peso. Contrariamente al gimnarco, è privo di pinna dorsale e possiede una lunga pinna ventrale unica che si estende dall’ano (posto assai in avanti) fino all’apice della coda. Vive nelle acque torbide e calme dove si nutre di pesci, anfibi e piccoli mammiferi che paralizza con gli organi elettrogeni.