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PESSINUNTE

di A. Di Vita - Enciclopedia dell' Arte Antica (1965)
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PESSINUNTE (Πεσσινοῦς, Pessinus)

A. Di Vita

Antica città della Frigia presso le falde del monte Diudino, su un importantissimo incrocio di vie. Oltre che centro commerciale notevolissimo, fu la città sacra per eccellenza alla Magna Mater, Cibele, il cui idolo, che si diceva caduto dal cielo, vi si conservava con sommo onore.

L'origine del suo nome - messo più volte in relazione (πεσεῖν) con la caduta dell'idolo della Magna Mater, o con una battaglia avvenuta nei suoi pressi - è verisimilmente preellenica. Ed antichissimo appare in realtà il culto della dea di P. che fu onoratissima presso i Romani; il suo idolo fu durante la seconda guerra punica portato a Roma per difendere la città da Annibale. Ebbe dai re di Pergamo un tempio e stoài sontuosamente decorate. Grande importanza ebbe nella vita della città la congregazione dei sacerdoti della dea, i Galli.

Sotto l'Impero P. mantenne fino a tardi l'antica floridezza e a partire da Augusto coniò moneta. Nel IV sec. divenne capitale della Galatia Salutaris. La fondazione di Giustinianopoli a breve distanza da essa ne determinò però nel VI sec. il definitivo tracollo.

Della città antica, oltre a numerose iscrizioni e alla monetazione, restano alcune tracce monumentali in località Bala Hissar. Unico edificio ben riconoscibile è il teatro.

Bibl.: R. Paribeni, in Enc. It., XXVI, 1935, p. 974; W. Ruge, in Pauly-Wissowa, XIX, 1937, c. 1104 ss., s. v. Pessinus; L. Crema, L'architettura romana, in Enc. Class., sez. III, vol. XII, 1959, p. 440.

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