ASBJØRNSEN, Peter Christian
Naturalista e scrittore, celebre per la raccolta che curò, insieme con Jœrgen Moe, delle fiabe e leggende popolari norvegesi. Nacque a Cristiania il 15 gennaio 1812 da famiglia operaia di origine contadinesca. Seguị irregolarmente gli studî e mai non giunse alla laurea. Era, d'altronde, un pezzo di natura vergine, refrattario alla disciplina della scuola. Uomo semplice, rude, legato strettamente, come ogni natura popolana, a un suo elementare istinto di realtà, gran camminatore, pescatore, cacciatore, era la negazione dello studioso da gabinetto o da biblioteca. Il suo metodo di studio era il viaggio, e la sua passione la scoperta e la raccolta di nuovi materiali interessanti la scienza o la poesia. Come scienziato esplorò infatti numerosi fjord e studiò e descrisse la fauna del litorale. Come letterato e folklorista, assicurò alla Norvegia un tesoro di poesia popolare, che per la formazione d'una nuova coscienza e d'una nuova letteratura nazionale fu d'efficacia grandissima. L'idea della raccolta era nata nell'A. e nel Moe allo stesso tempo, spontaneamente: quando, già amici di gioventù e di scuola, s'incontrarono di nuovo nel 1837 a Cristiania, decisero di procedere senz'altro e sistematicamente al lavoro. L'opera dei fratelli Grimm servì di modello per la soluzione dei molti problemi che via via si presentavano, e nel 1842 il primo volume era pronto: nel 1844 seguì il secondo volume; e nel 1852 uscì l'edizione definitiva, Norske Folkeeventyr: Andet forøgede Udgave (Leggende popolari norvegesi: 2ª ediz. aumentata). La risonanza fu vastissima. Nell'immediatezza greggia ma fresca e schietta dello stile in cui A. e il suo collaboratore le esposero, le leggende parvero all'anima nazionale una rivelazione. E anche fuori di Norvegia, in Germania, in Inghilterra giunsero rapidamente a larga diffusione. L'A. ne trasse incitamento per due altre opere analoghe, a cui attese da solo: l'una uscì nel 1871, Norske Folkeeventyr: Ny Samling (Leggende popolari norvegesi, nuova raccolta), che elabora non di rado motivi che non sono strettamente norvegesi; l'altra invece, Norske Huldreeventyr og Folkesagn (Leggende norvegesi degli spiriti dei monti e saghe popolari), uscita nel 1845-48, è pienamente all'altezza della prima raccolta: sono storie d'elfi, gnomi, Necken, Huldren, di tutti i fantastici esseri di cui l'immaginazione nordica ha popolato le solitudini montane; e dall'umorismo del tono in cui l'A. ha tenuto le sue narrazioni e dal realismo delle descrizioni della natura e della vita del popolo, in cui le ha inquadrate, l'opera trae una sua vitalità semplice ma sana e genuina, qualche volta potente. In questo realismo e in questo umorismo, in questa robustezza del suo temperamento, l'A. ebbe in realtà la sua maggiore forza. E non stupisce perciò di trovare in lui anche l'uomo della vita pratica, che, divenuto ispettore delle foreste (1860), e poi direttore generale delle ricerche della torba (1864), esplicò, con gli scritti e con la sua opera personale, una lunga e proficua attività: persino nel regime di alimentazione provocò un radicale mutamento in tutti i paesi del nord, con il volume Fornuftig Madstel. En tidsmassig Koge-og Husholdningsbog (Alimentazione razionale. Libro di casa e di cucina all'altezza dei tempi, 1865): il volume fece grande rumore, e nella lunga discussione che ne seguì su tutti i giornali della Norvegia, della Svezia e della Danimarca, le sue idee finirono con l'imporsi. Morì il 6 gennaio 1885. In occasione del centenario, le Folkeeventyr e le Huldreeventyr furono illustrate dai maggiori pittori norvegesi (Copenaghen 1911-14); M. Moe e A. Krogvig ne curarono anche una nuova edizione riveduta criticamente (Cristiania 1911-14).
Bibl.: A. Sinding-Larsen e I. B. Halvorsen, P. Chr. A., Cristiania 1872.