Zumthor, Peter
Architetto svizzero, nato a Basilea il 26 aprile 1943. Dopo un apprendistato presso un laboratorio di ebanisteria (1958), ha studiato architettura e design alla Schule für Gestaltung di Basilea e al Pratt Institute di New York.
Risalgono al 1968 i suoi primi progetti di riqualificazione edilizia dei monumenti storici del Cantone dei Grigioni in Svizzera; nel 1978 ha ricevuto dall'Università di Zurigo l'incarico per la tutela e l'inventariazione degli insediamenti storici. Successivamente si è stabilito a Haldenstein, un paese del Cantone dei Grigioni, nel 1979 vi ha fondato il proprio studio.
È stato visiting professor in numerose università, tra cui l'Università di Zurigo (1978), il Southern California Institute of Architecture (SCI-Arc) a Los Angeles (1988), la Technische Universität a Monaco (1989), la Sommerakademie a Graz (1989), la Tulane University a New Orleans (1992). Dal 1996 è professore presso l'Accademia di architettura dell'Università della Svizzera italiana a Mendrisio.
Tra le sue opere, sensibili spazi architettonici di purezza espressiva rara, oltre alla sua casa-studio (1985-86), si segnalano: a Haldenstein la Doppelhaus Räth (1981-1983); il leggero edificio ligneo che protegge i reperti archeologici romani a Welschdörfli (1985-86); la Sogn Benedetg Chapel a Sumvigt (1987-1989), dalla poetica pianta a forma di foglia; la passerella di collegamento all'interno del Bünder Kunstmuseum di Coira (1987-1990); la residenza per anziani a Masans (1992-93), accurato progetto dedicato a soddisfare le necessità dei suoi fruitori, risolto esternamente attraverso un materico prospetto ritmato dalle bucature e da un sapiente uso combinato di tre materiali, cemento a vista, tufo e legno; il restauro e l'ampliamento della Haus Gugalun a Safiental (1990-1994); il complesso residenziale Spittelhof a Biel-Benken (1989-1996); lo Stabilimento termale a Vals, (1990-1996), capolavoro di Z., dal potente esterno monolitico cui corrisponde un affascinante interno dal sapore dantesco, in cui lo spazio viene disegnato da scenografiche atmosfere generate da muri in pietra, da vasche d'acqua e da inaspettate prospettive di luce; il famoso Kunsthaus di Bregenz in Austria (1989-1997), dallo scheletro in cemento e dall'etereo prospetto scandito da lastre di vetro traslucido; il Centro internazionale di documentazione Topographie des terrors a Berlino (1993-2000, progetto mai portato a termine per motivi strutturali ed economici); il Kolumba Erzbischöfliches Diözesanmuseum a Colonia (1997-2007); il padiglione svizzero all'Expo 2000 di Hannover (1997-2000), labirintico 'corpo sonoro' ligneo; il Cloud Rock Wilderness Lodge a Moab negli Stati Uniti (1999).
L'opera di Z. è apprezzata dalla critica internazionale soprattutto per la semplicità spaziale - disegnata da un poetico uso dei materiali, dalla luce e da sapienti dettagli -, per il rigore compositivo e anche per l'attenzione verso il contesto e verso la memoria. In questa prospettiva la creatività di Z. può essere letta in linea di continuità con la migliore tradizione modernista europea.
Tra i numerosi riconoscimenti e premi che ha ricevuto, si ricordano in particolare la medaglia Heinrich Tessenow della Tecnischen Universität di Hannover (1989), il Carlsberg-Architectural Prize (1998); il Premio Mies van der Rohe (1998), attribuitogli per il progetto Kunsthaus di Bregenz. Nel 1994 è stato nominato membro della Akademie der Künste di Berlino e dal 1996 è divenuto membro onorario del Bund Deutscher Architekten (BDA) in Germania. Nel 2003 l'Università degli studi di Ferrara gli ha conferito la laurea honoris causa in architettura.
Z. è inoltre autore di numerosi testi teorici tra cui si ricordano Architektur denken (1998; trad. it. 2003) e Atmospheres, che è stato pubblicato nel 2006.