Giurista romano (sec. 2º a. C.), fratello di Publio, console (nel 198). Pomponio gli attribuisce un'opera detta Tripertita, divisa, come il titolo dice, in tre parti: la prima era un commento alle XII Tavole, la seconda trattava dell'interpretatio (degli istituti cioè creati dalla prassi, così denominata), la terza delle legis actiones; quest'ultima fu, probabilmente, la stessa cosa di quella raccolta di actiones che va sotto il nome di Ius Aelianum e che avrebbe sostituito lo Ius Flavianum, ormai invecchiato.