DALLA VOLPE, Petronio
Nacque a Bologna, nella parrocchia di S. Pietro Maggiore, il 16 nov. 1721 Figlio del celebre Lelio Antonio Gaetano e di Giuditta Castelvetri, lavorò nella bottega del padre che si trovò a gestire, subito dopo la sua morte avvenuta nel 1749. Quasi un cinquantennio durò l'attività tipografica del D., che può considerarsi il vero grande imprenditore tipografico nella Bologna del Settecento, dedito interamente alla conduzione delle numerose botteghe che andò gestendo nel prosieguo degli anni, e ad una produzione quantitativamente assai rilevante.
Si ascrive al pontificato di Benedetto XIV un provvedimento che fu di grande importanza per l'attività del tipografo bolognese il quale legò il suo nome, ancor più di quello del padre, all'Istituto delle scienze fondato nel 1711 dal conte L. F. Marsili.
Nel 1756, infatti, il papa bolognese riservò all'Istituto delle scienze, con pubblico privilegio, la facoltà di imprimere libri soprattutto nelle discipline più rappresentative dell'attività culturale e didattica della celebre istituzione marsiliana, e il D. ne fu nominato tipografo ufficiale. Il provvedimento pontificio, teso anche a controllare la produzione bolognese, sarà determinante per l'attività futura del Dalla Volpe.
Dopo essersi assicurato il maggior committente della città il D. iniziò l'escalation del mercato cittadino badando a rinforzare i settori produttivi della sua azienda; nel 1752 chiamò a lavorare presso di sé, in qualità di intagliatore e gettatore di caratteri, F. Barattini, il quale, nonostante numerose difficoltà iniziali, consentì ben presto all'azienda di rendersi autonoma nei confronti dell'importazione di caratteri che a Bologna venivano acquistati direttamente dall'Olanda. La fonderia di caratteri potrà dirsi veramente efficiente nel 1765 quando, su iniziativa e per la cura di G. L. Mingarelli, noto grecista e professore dello Studio bolognese, si iniziò l'edizione, in caratteri greci e latini, dell'opera di Didimo Alessandrino De Trinitate libri tres che suscitò il plauso universale della critica.
Consolidata la sua posizione il D. privilegiò, più ancora del padre, la cultura bolognese e la produzione soprattutto di testi scientifici e artistici legata all'Istituto delle scienze e alle sue due accademie, Clementina e Benedettina, che in qualche modo godevano della protezione pontificia. L'attenzione alla cultura locale gli evitò di incorrere nelle rigide maglie della censura ecclesiastica, ma lo costrinse anche alla pubblicazione di opere come quella di Mauro Sarti e Mauro Fattorini (De claris Archigymnasii professoribus, 1769-1772), di notevole impegno, seppure di scarso rendimento economico.
Negli anni Settanta puntò alla creazione di un ciclo produttivo completo - dalla materia prima alla vendita del prodotto finito - affittando, nel 1773, un mulino di proprietà del conte C. Turrini Rossi sulla collina bolognese. Produzione della carta, getteria di caratteri, calcografia e libreria consentirono al D. di imporsi sul mercato locale anche come produttore e venditori di torchi e di caratteri.
Concentrata la produzione quasi totalmente nelle sue botteghe, assunse nel 1777 la conduzione a partecipazione diretta della stamperia di S. Tommaso d'Aquino che era sorta nel 1720 per donazione al convento di S. Domenico di strutture e attrezzature di proprietà di L. F. Marsili, e mutò radicalmente il volto della produzione dei padri domenicani. Fu durante questa gestione, infatti, che il D. stampò fonti di particolare importanza per la storia locale come il Dizionario corografico della montagna e collina del territorio bolognese di S. Calindri (1781-1785), le Notizie degli scrittori bolognesi di G. Fantuzzi (1785-1794) e le numerose opere scientifiche di E. Manfredi, famoso astronomo e matematico bolognese. Unitamente alla stamperia, il D. condusse anche la libreria dei domenicani posta sotto il portico della Morte in prossimità della propria rivendita di libri.
Nel 1778 entrò con i torchi in palazzo Poggi dove aveva sede l'Istituto delle scienze e gestì tipografia e libreria annesse all'istituzione. Seguendo le orme paterne, produsse e anzi intensificò le edizioni illustrate. Curò in particolar modo le opere di soggetto artistico assai richieste a Bologna nella seconda metà del secolo. Tra i volumi illustrati più prestigiosi usciti dalla stamperia, figurano IlClaustro di San Michele in Bosco (1776), in cui veniva riprodotta e arricchita, da parte di un valente staff di disegnatori e incisori, l'opera omonima di C. C. Malvasia (1694), ormai divenuta introvabile; nonché il Dell'Architettura, della Pittura e della Statua di L. B. Alberti (1782) e il Trattato della Pittura di Leonardo (1786).
Nonostante gli sforzi in direzione del totale controllo della produzione e per assicurarsi una elevata qualità, il D. non riuscirà a conseguire quei risultati commerciali che si era prefisso. Costretto a contrarre forti debiti per far fronte alla gestione e alla conduzione delle numerose imprese commerciali, nel 1794, quasi al termine della vita, dovrà proporre all'Istituto delle scienze 1a cessione di tutte le sue attività in cambio di un appannaggio annuale per sé e per la sorella Caterina, di un anno inferiore di età. La proposta del D. non trovò però ascolto fra i senatori che sovraintendevano all'Istituto. Essi guardavano ormai con fiducia alla tipografia bodoniana di Parma e, su consiglio di Giuseppe Remondini, il celebre tipografo bassanese spostatosi per convenienza a Venezia, decisero di far gestire la propria tipografia non più al D. bensì a Giuseppe Lucchesini, formatosi nelle botteghe del D. e destinato a succedergli anche nella conduzione della tipografia e libreria di S. Tommaso d'Aquino.
Pochi mesi dopo la morte, avvenuta a Bologna il 18 sett. 1794, la sorella fece stendere un inventario legale dal notaio G. Pedevilla che dimostrò l'entità della dotazione dell'azienda, gravata però di un invenduto decisamente rilevante, il quale doveva avere sicuramente pesato sulla situazione economica che il D. dovette affrontare nei suoi ultimi anni.
Fonti e Bibl.: Alcune indic. molto generiche si rilevano da S. Muzzi, La stampa a Bologna. Sommario stor. pubbl. in occasione del 2°Congresso tipografico ital., Bologna 1869. Maggiori riferimenti, spesso però senza richiami alle fonti archivistiche, sono contenute nell'opera di A. Sorbelli, Storia della stampa in Bologna, Bologna 1929, basata in gran parte su B. Monti, Notizie dei stampatori e librai per opera dei quali fu esercitata in Bologna la stampa, ms. B. 1317-1320, cc. 2445-51, conservato presso la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna. Si deve ad M. Bortolotti e A. Serra il primo scavo documentario operato su larga scala e una diversa e più puntuale sistemazione dei dati nella Introduzione a G. Canterzani, Catalogo ragionato dei libri a stampa pubblicati in Bologna dai tipografi Lelio e P. Dalla Volpe disposto con l'ordine cronologico della loro pubblicazione, Bologna 1979. Per una opportuna integrazione al Catalogo del Canterzani, si vedano anche i lavori curati da E. Colombo (Catalogo delle edizioni di Lelio e P. Dalla Volpe possedute dalla Biblioteca dell'Archi ginnasio, in L'Archiginnasio, LXXV [1980], pp. 77-301; Edizioni Dalla Volpe presso la Bibl. musicale "G. B. Martini" di Bologna, ibid., LXXVI [1981], pp. 65-76; Immagini devozionali uscite dalla tipografia, ibid., LXXVIII [1983], pp. 3942) nella premessa al primo dei quali sono comunque contenute numerose imprecisioni sull'attività di entrambi i Dalla Volpe. Sulla fusione di nuovi caratteri nella getteria del D., cfr. E. Veggetti, Giovan Luigi Mingarelli e le prime edizioni in caratteri greci ed egiziani, in Studi e mem. per la storia dell'univ. di Bologna, VIII (1924), pp. 187-210. Alcune importanti notizie sulla conduzione della stamperia annessa all'Istituto delle scienze si ricavano da D. Angelelli, Notizie dell'origine e progressi dell'Istituto delle scienze di Bologna, Bologna 1780; sulla gestione della tipografia e i rapporti del D. con l'Istituto, cfr. anche A. Sorbelli, Convenzione tra l'Istituto delle scienze e P. D. per l'impianto di una stamperia, in L'Archiginnasio, XX (1925), pp. 234-37 e M. Bortolotti-A. Serra, La stamperia dell'Ist. e i Dalla Volpe, in I materiali dell'Ist. delle scienze, Bologna 1979, pp. 167-78. Sulla conduz. della tipografia di S. Tommaso d'Aquino, si rinvia a V. Alce, La stamperia bolognese di S. Tommaso d'Aquino, in Culta Bononia, VI (1974), 1-2, pp. 29-60. Per un inquadramento storico e nuovi riferimenti archivistici, cfr.. M. G. Tavoni, Tipografi e produzione libraria nella Bologna del Settecento, Bolologna 1985 e L. Tongiorgi Tomasi, Libri illustrari a Bologna nel Settecento; editori, stampatori, artisti e connoisseurs, Bologna 1985.