Petronio
L’arbitro dell’eleganza nell’antica Roma
Poco sappiamo dello scrittore latino Petronio, autore del Satyricon, opera tra le più originali della letteratura antica. Scritto parte in prosa parte in versi, il Satyricon è un romanzo in cui un protagonista-narratore, ladro, dissoluto, sciocco ma davvero divertente, ci accompagna nel mondo abietto dei bassifondi dell’Italia del 1° secolo d.C. e ci introduce nel mondo ingenuo della sua immaginazione
Non si sa con assoluta certezza chi fosse il Petronio Arbitro che la tradizione manoscritta ci indica come autore del Satyricon. Probabilmente è il Petronio di cui parla Tacito nel libro XVI dei suoi Annali: un intellettuale aristocratico e amante del lusso, considerato da tutti un raffinato uomo di mondo, tanto che l’imperatore Nerone lo volle alla sua corte come «arbitro dell’eleganza».
Cadde, però, presto in disgrazia presso l’imperatore, che lo accusò di aver partecipato a una congiura contro di lui e, nel 66 d.C., gli ordinò di darsi la morte. Petronio seppe sfruttare anche questa occasione per far mostra della sua stravaganza: si tagliò le vene, ma poi le chiuse e le riaprì in continuazione, trascorrendo il tempo che gli rimaneva a recitare poesie leggere.
L’opera tramandata sotto il suo nome ci è giunta purtroppo fortemente incompleta: la parte oggi conservata è stata divisa dai moderni in 141 capitoli, ma sappiamo che essa doveva essere molto più lunga. Il suo titolo è Satyricon «satiresco», cioè legato ai Satiri, divinità minori dal comportamento sconcio e sfrenato.
Il racconto è narrato in prima persona da un certo Encolpio, personaggio di buona cultura ma squattrinato e nullafacente, che vive di espedienti, facendo coppia con il suo amante Gitone, un ragazzino sedicenne petulante e inaffidabile. Una molla fondamentale della trama è costituita dagli incontri che i due fanno nel loro vagabondare: il bel Gitone finisce sempre per attirare le attenzioni dei nuovi arrivati, scatenando così la gelosia di Encolpio. All’inizio della parte conservatasi, Encolpio e Gitone si accompagnano a un terzo personaggio, Ascilto, in un tumultuoso triangolo amoroso, tra liti, separazioni e scenate di gelosia. Poi Ascilto esce di scena e lascia il posto all’anziano poetastro Eumolpo, con cui si forma un nuovo trio che dura fino alla fine del racconto. Il narratore Encolpio viene coinvolto in continue avventure, ma non riesce a controllare ciò che gli accade ed è sempre trascinato da un amico o un conoscente occasionale in qualche posto dove è probabile che gli succeda qualcosa di spiacevole.
Il Satyricon di Petronio è considerato, insieme alle Metamorfosi (conosciute anche come L’asino d’oro) di Lucio Apuleio, vissuto nel 2° secolo d.C., l’unico ‘romanzo’ della letteratura latina. In realtà, gli antichi non avevano un termine che corrispondesse al nostro romanzo; esisteva comunque una tradizione di opere, tutte in lingua greca, di narrativa in qualche modo avventurosa: secondo lo schema di base, due giovani belli e di buona famiglia si amano e vogliono sposarsi, ma vengono separati dal caso e devono affrontare le prove più svariate prima di poter coronare il loro sogno d’amore.
Naturalmente, il Satyricon di Petronio doveva guardare a questa narrativa con una carica di forte parodia. Esisteva, però, anche una produzione romanzesca greca di tipo comico, che si occupava di avventurieri e personaggi ai margini della società, da cui forse Petronio potrebbe essere stato influenzato. Non c’è, comunque, nella letteratura antica qualcosa di veramente simile al Satyricon. Un suo tratto caratteristico è l’alternanza tra parti in prosa e parti in versi: gli inserti poetici possono essere motivati dalla trama, corrispondono cioè ai passi in cui un personaggio-poeta declama le sue poesie, oppure sono il risultato di una scelta del narratore, che passa dalla prosa al verso per commentare gli eventi.
Il narratore-protagonista del Satyricon, inoltre, prova un gusto particolare nell’ascoltare e nel riferire novelle raccontate dagli altri personaggi. Queste novelle, che risultano così inserite nella narrazione, sono spesso di argomento erotico e di tono addirittura osceno; talvolta, si tratta anche di racconti di magia e di stregoneria.