PETROVARADIN (ungherese Pétervárad; ted. Peterwardein: A. T., 77-79)
Città del banato del Danubio, in Iugoslavia. È situata sulla destra del Danubio quasi dirimpetto a Novi Sad, in un'ansa che il fiume forma attorno all'estremità di un contrafforte collinoso della Fruška Gora. La città consiste in un quartiere alto, sorto intorno a una fortezza imposta a masse rocciose incombenti per una cinquantina di metri di dislivello sul fiume, e in un quartiere basso a N. del precedente. Petrovaradin ha importanza come centro commerciale della ricca zona agricola circostante (cereali, vino, frutta) e per essere sulla ferrovia Budapest-Belgrado. unita con Novi Sad da un ponte e da regolare navigazione fluviale. Contava 5727 ab. nel 1910, scesi a 5101 nel 1921, di cui 4099 Serbi, 467 Tedeschi, 257 Magiari; più di due terzi cattolici, il rimanente ortodossi, salvo piccole minoranze protestanti, musulmane, israelite.
Storia. - Nei secoli XVI-XVIII Petrovaradin fu una fortezza aspramente contesa tra imperiali e ottomani. La grande vittoria ivi riportata il 5 agosto 1716 dagl'imperiali, capitanati dal principe Eugenio di Savoia, sui Turchi, fu l'inizio della campagna culminata un anno dopo nella battaglia di Belgrado. Per effetto della sconfitta di Petrovaradin gli Ottomani levarono l'assedio posto alla fortezza veneziana di Corfù. Nella battaglia morì il gran vizir Alì Pascià, il carnefice di Nauplia e della Morea nel 1715. Con la pace di Passarowitz (1718) Petrovaradin passò definitivamente all'Austria. Occupata dall'esercito nazionale ungherese durante la rivoluzione ungherese del 1848-49, Petrovaradin ritornò il 6 settembre 1849 all'impero austro-ungarico.