UBALDINI, Petruccio
– Uomo d’armi, ma anche miniaturista, calligrafo e scrittore, nacque intorno al 1524 a Firenze nella nobile famiglia degli Ubaldini di Urbino. Le informazioni relative alla sua esistenza sono frammentarie, desumibili in gran parte dalle sue lettere e dai paratesti delle sue opere; similmente, non è agevole tratteggiare con sicurezza l’itinerario dei suoi numerosi spostamenti, in quanto, come egli stesso scrisse nel Proemio a Le vite delle donne illustri del Regno d’Inghilterra e del Regno di Scotia e di quelle che d’altri paesi nei due detti regni sono state maritate (Londra 1591), fu «peregrino di molti anni in qualche parte di Europa, e più nel Regno d’Inghilterra e in quel di Scozia».
È ipotizzabile che egli abbia iniziato a soggiornare in Inghilterra al servizio di George Brooke, dal 1529 barone di Cobham. Nel 1545 fu senz’altro in Inghilterra, dove combatté per Enrico VIII, per poi tornare in Italia nel 1547; due anni dopo, durante il regno di Edoardo VI, fu in Scozia, al servizio di sir James Croft, governatore di Haddington.
Più che per le sue capacità militari, Ubaldini pare esser stato apprezzato dai contemporanei nella veste di miniaturista, calligrafo e storiografo di accadimenti della storia coeva. Al principio degli anni Cinquanta fu a Venezia; probabilmente per il Senato della Serenissima compose la Relatione d’Inghilterra (1551), resoconto del regno di Edoardo VI, del quale possediamo numerose redazioni (Crinò, 1979; Bugliani, 1995). Nello stesso anno allestì una copia della Cebetis Thebani Tabula (nella traduzione di Daniele Barbaro) per Cosimo I de’ Medici (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 76.78), forse con l’intento di ottenerne l’incarico di istitutore dei figli.
Intorno al 1562-63, si trasferì in Inghilterra, dove si unì in matrimonio con l’inglese Anne Lawrence nel 1565. Fu al servizio di Elisabetta I (salita al trono nel 1558), sebbene non siano tuttora chiare le mansioni che svolse per lei. Con buone probabilità Ubaldini cercò di sfruttare una doppia congiuntura favorevole, caratterizzata dal vivo interesse degli inglesi per la cultura e la letteratura italiane, di cui si fece meditarice l’ampia presenza di italiani a Londra, in particolare di quelli che frequentavano la corte elisabettiana, quali Giovanni Battista Castiglione, Alberico Gentili, Giulio Borgarucci, Alessandro Citolini e Guido Cavalcanti. Che Ubaldini fosse figura nota in questi ambienti è confermato da un passo tratto dal Dialogo Primo della Cena de le ceneri (Londra 1584) di Giordano Bruno, nel quale si accenna, anche se in modo poco onorevole, alla sua presenza: «Due sono le false e onorate reliquie di Firenze in questa patria: i denti di Sassetto e la barba di Pietruccia» (in Opere italiane, a cura di G. Gentile, I, Bari 1907, Dialoghi metafisici, p. 15). Con il deteriorarsi dei rapporti fra Italia e Inghilterra a causa dei contrasti politici e religiosi in atto, Ubaldini riuscì a diventare figura di contatto (sebbene non di spicco) fra i due Paesi, in particolar modo fra la corte Tudor e quella del granduca di Toscana, come evidenzia la corrispondenza con il conte Lorenzo Guicciardini, segretario di Cosimo I. Malgrado gli sforzi e le numerose preghiere di esser impiegato in modo soddisfacente al servizio di Elisabetta I, non riuscì però a raggiungere i suoi obiettivi cortigiani.
Alla regina indirizzò diversi lavori, fra i quali si ricordano La vera forma e regola dell’eleggere e coronare in imperadori (1564; Londra, British Library, Royal 14. A. VIII, cc. 1r-19r), Le vite e i fatti di sei donne Illustri, cioè di Zenobia regina dei Palmireni, Crotilde regina di Francia, Suanhuita regina di Svetia, Jutha figliuola d’Ottone II imperadore, Zarina regina dei Saci, Venda regina di Pollonia (1577; Londra, British Library, Royal 14. A. XIX) e il già citato Le vite delle donne illustri (1591), entrambi ispirati al De mulieribus claris di Giovanni Boccaccio; Lo stato delle tre corti (s.l. né d., ma Londra, Field, 1594; con riferimento a quelle romana, toscana e napoletana); le Rime (s.l. né d., ma Londra, Field, 1596) e la Militia del Gran Dvca di Thoscana (s.l. né d., ma Londra, Field, 1597). Fra le opere dedicate al pubblico aristocratico inglese si segnalano almeno gli esemplari calligrafici approntati per Edoardo VI (1550; Londra, British Library, Royal 14. A. XVI) e per uno dei protettori di Ubaldini, Henry Fitzalan, conte di Arundel (Royal 14. A. I); per quest’ultimo realizzò anche il Psalterium cum canticis (1565; Royal 2. B. IX). Sono infine da ricordare La Vita di Carlo Magno imperadore (Londra, Wolfe, 1581) e la Descrittione del Regno di Scotia e delle isole sue adiacenti (Anversa s.d., ma Londra, Wolfe, 1588), la prima destinata ai «nobili e illustri signori e magnanimi cavalieri e altri gentil’huomini della natione Inghilese» e la seconda a sir Christopher Hatton, sir Francis Walsingham e Robert Dudley, conte di Leicester.
Negli anni Ottanta e Novanta, Ubaldini collaborò con John Wolfe, stampatore inglese specializzato in libri italiani, forse dando il suo contributo alle edizioni di opere di Niccolò Machiavelli.
Non si hanno notizie della sua morte, avvenuta intorno all’anno 1600.
Opere. Parte prima delle brevi dimostrazioni e precetti utilissimi nei quali si trattano diversi propositi morali, politici e iconomici, e che convengono ancora ad ogni nobil matrona (s.l. né d., ma Londra, Field, 1592); Scelta di alcune attioni e di varii accidenti occorsi tra alcune nationi differenti del mondo (s.l. né d., ma Londra, Field, 1595); La vera forma e regola dell’eleggere e coronare in imperadori, cit., 1564; Descrittione del successo dal principio sino alla fine dell’impresa che papa Gregorio XIII fece in Irlanda contro la Maestà della Regina d’Inghilterra, 1580 circa (Londra, British Library, Additional 48082, cc. 87r–121v); Commentario del successo dell’armata spagnola nell’assalir l’Inghilterra l’anno 1588, 1588 (Londra, British Library, Royal 14. A. X); Commentario della impresa fatta contro il Regno d’Inghilterra dal Re Catholico l’anno 1588, 1589 (Londra, British Library, Royal 14. A. XI); Discorso della genealogia et discendenza della casa dei Medici e dell’attioni degli huomini illustri di quella, 1589 circa (Archivio di Stato di Firenze, Miscellanea Medicea 145); Memoriale di P. U. cittadin fiorentino alla serenissima Elisabetta felicissima regina d’Inghilterra. Considerationi intorno alle quattro cose proposte a S. M.tà con lo effetto da riuscirne, 1594 (Londra, British Library, Lansdowne 98, 22, cc. 1r-6v).
Fonti e Bibl.: Il profilo biografico di riferimento è G. Pellegrini, Un fiorentino alla corte d’Inghilterra nel Cinquecento: P. U., Torino 1967, da integrare con J.W. Bradley, Dictionary of miniaturists, illuminators, calligraphers and copysts, III, London 1889, pp. 330-332; F. Bugliani, La questione ubaldiniana, in Lingua e letteratura, IX (1991), 17, pp. 160-174; C.H. Clough, U., P., in Oxford dictionary of national biography, http:// doi.org/10.1093/ref:odnb/27970 (17 febbraio 2020). Sul ruolo di Ubaldini alla corte dei Tudor e, in particolare, di Elisabetta I si veda: A.M. Crinò, Italiani in Inghilterra dal Trecento ai nostri giorni, in Archivio storico italiano, CXXVI (1968), 459-460, pp. 366 s.; F. Bugliani, P. U. e la conformity elisabettiana, in Lingua e letteratura, X (1992), pp. 66-81; M. Wyatt, The Italian encounter with Tudor England: a cultural politics of translation, Cambridge 2005, passim; G. Iamartino, Under Italian eyes: P. U.’s verbal portraits of Queen Elizabeth I, in Representations of Elizabeth I in early modern culture, a cura di A. Petrina - L. Tosi, New York 2011, pp. 193-209.
Per uno studio dell’articolata produzione di Ubaldini: A.M. Crinò, La relazione Barducci-U. sull’impresa d’Irlanda 1579-1581, in English Miscellany, XIX (1968), pp. 339-367; Ead., Come P. U. vede lo scisma d’Inghilterra, in Studi offerti a Roberto Ridolfi, a cura di B. Maracchi Biagiarelli - D.E. Rhodes, Firenze 1973, pp. 223-236; F. Bugliani, P. U.’s Accounts of England, in Renaissance Studies, VIII (1994), 2, pp. 175-197; Ead., La Relatione di P. U.: tre versioni a confronto, in Archivio di storia della cultura, VIII (1995), pp. 39-54; A. Rizzi, English news in translation. U.’s and Ryther’s accounts of the defeat of the Spanish Armada and their audiences, in Spunti e ricerche, XX (2008), pp. 64-75; H. Carron, A question of misattribuition: William Sancroft’s copy of P. U.’s Le vite delle donne illustri (London, 1591), in Transactions of the Cambridge Bibliographical Society, XIV (2010), pp. 285-290; A. Petrina, A view from afar: P. U.’s Descrittione del Regno di Scotia, in The impact of Latin culture on medieval and early modern Scottish writing, a cura di I. Johnson - A. Petrina, Kalamazoo 2018, pp. 153-172. Per una raccolta di alcune dediche di Ubaldini ai potenti si veda: I documenti della cultura italiana in Inghilterra. Il Rinascimento, a cura di S. Rossi, I, Milano 1986, pp. 24-26 e 28-43. Non è disponibile un elenco completo delle lettere di Ubaldini, né è stata ancora realizzata un’ampia ricognizione della sua corrispondenza, sebbene non manchino riferimenti sparsi negli studi summenzionati; a questi si aggiungano: A.M. Crinò, Proposte di oneri fiscali fatte da P. U. fiorentino alla regina Elisabetta I d’Inghilterra, in Archivio storico italiano, CXXVI (1968), 458, pp. 287-298; Ead., Avvisi di Londra di P. U., fiorentino, relativi agli anni 1579-1594, con notizie sulla guerra di Fiandra, ibid., CXXVII (1969), 464, pp. 461-581; Ead., Il testo di quella che P. U. considerava la redazione definitiva della sua Relatione d’Inghilterra, in Annali della Scuola normale superiore di Pisa, IX (1979), pp. 641-671; P. U., La disfatta della flotta spagnola (1588). Due Commentari autografi inediti, a cura di A.M. Crinò, Firenze 1988.