pezza
La parola ricorre solo nel Fiore, dove andrà attribuita all'influsso francese. Al senso specifico di " pezzo di carne " che essa aveva anticamente (cfr. Sacchetti Trecentonovelle CLIX " E le pezze della vitella di latte, che erano tese per lo desco, furono tutte peste ") vanno riportate le pezze di tormento di XXXIV 13, con applicazione di immagini concrete alla situazione interiore, che si continuerà nella salsa stemperata di languire del verso successivo.
In tutti gli altri casi è usato avverbialmente, per denotare una quantità di tempo. In XCIX 10 e CLVII 10 ricorrono le locuzioni pezz' ha, pezz' è, corrispondenti al francese antico pieç'a, presente anche nel Roman de la Rose (vv. 3127, 6619); l'espressione pezz' ha che (francese antico pieç' a que, " è molto tempo che "), ricorre in LXXXVII 7 e CXXXIII 9 (Rose 12191 " Une trufle pieç' a deïstes "). Simile a questo è il costrutto di CXXXV 9 (egli ha gran pezza che v'avria morto), per il quale non mancano esempi nostrani (cfr. Boccaccio Dec. II 5 28 " egli è gran pezza che io a te venuta sarei ").