PFORZHEIM (probabilmente da portus, nel senso di passaggio del fiume Furt; A. T., 56-57)
Città del Baden, 25 km. a SE. di Karlsruhe, posta presso le pendici settentrionali della Selva Nera, di cui costituisce uno degli accessi, a 245 m. s. m., presso la confluenza nell'Enz (che manda le acque al Neckar) del Nagold, il quale, a sua volta, riceve poco prima il Würm. Fondata nel sec. XIII presso un più antico centro d'origine romana, ha una pianta regolare che ha per asse principale la Karl Friedrich-Strasse, dalla quale si dipartono molte vie in senso normale; da un lato è il mercato. Data la sua favorevole posizione sulla strada Cannstatt-Strasburgo, ebbe un tempo discreta importanza commerciale e fino al 1565 fu residenza dei margravî di Baden-Durlach. Fu danneggiata durante la guerra dei Trent'anni e poi nuovamente nel 1689 sotto Luigi XIV. Al principio del sec. XVIII vi venne fondato un grande orfanotrofio, che era stato concepito in pari tempo come stabilimento industriale. Dopo alcuni tentativi di introdurvi industrie redditizie, riuscì finalmente al calvinista ginevrino Ador di diffondere, a partire dal 1775, la lavorazione dei metalli preziosi, la quale si è poi tanto sviluppata da occupare circa 30 mila operai in 1000 piccole aziende. Pforzheim ha assunto a ta] e riguardo importanza mondiale: vi si lavora oro, platino, argento, pietre preziose, orologi; vi sono state fondate anche scuole professionali e un museo industriale. Gli abitanti, che erano 24 mila nel 1875, ammontavano nel 1933 a 79.816. Nella chiesa del castello, in stile gotico-romanico, vi sono tombe del Rinascimento dei duchi del Baden.