PHERSIPNAI
Nome etrusco di Persefone, attestato nella Tomba dei Velii (o Golini II) di Orvieto e nella camera più antica della Tomba dell'Orco di Tarquinia, databili entrambe, con una certa approssimazione, entro il IV sec. a. C. Nell'uno e nell'altro caso la dea ci appare come una figura di maestosa e severa bellezza, nella sua qualità di regina dell'Oltretomba, accanto al suo sposo Hades. Nella pittura orvietana Ph. indossa una veste di colore chiaro, porta collana, orecchini e un largo diadema; siede alla sinistra di Hades, poggiando la mano destra sulle sue ginocchia, mentre con la sinistra sembra reggere uno scettro sormontato da un uccello. Nella Tomba dell'Orco Ph., che sta in piedi a fianco di Hades seduto in trono, è più specificamente caratterizzata come divinità infernale: è cioè anguicrinita.
In generale, per tutte le altre rappresentazioni della dea nell'arte etrusca v. persefone. Tuttavia si può ricordare ancora la perduta Tomba Campanari di Vulci, dove l'aspetto di Ph. ricorda molto da vicino quello che la figura ha nelle due pitture citate.
Bibl.: G. Conestabile, Pitture murali a fresco etc. in una necropoli presso Orvieto, Firenze 1875, p. 44 ss., tav. XI; C. Pauli, in Roscher, III, 2, 1902-909, c. 2298, s. v.; F. Weege, Etruskische Malerei, Halle 1921, p. 27, tav. 61-62; P. Ducati, Arte etrusca, Firenze 1927, tav. 183 e tav. 185; F. Messerschmidt, Nekropolen von Vulci, Berlino 1930, p. 44 ss., figg. 28 e 29; 43, 44; E. Vetter, in Pauly-Wissowa, XIX, i, c. 2056, s. v.
(S. De Marinis)