PHILIDOR
. Soprannome di un'illustre famiglia di musicisti francesi del secolo XVIII, il cui vero nome era Danican. La genealogia piuttosto confusa di questa famiglia sembra che si possa ricostruire nel modo seguente, menzionando però solo gli artisti di qualche valore.
1. Jean Danican, detto Philidor, piffero e tamburino della Grande Scuderia del re, morì a Parigi nel 1679, lasciando varî figli, tra cui il maggiore:
2. André Danican, detto Philidor l'aîné, nato a Parigi nel 1640 e morto a Dreux l'11 agosto 1730. Suonatore di cromocorno della Grande Scuderia nel 1659, suonava anche l'oboe, il fagotto e la tromba marina. Scrisse marce, arie di danza e parecchi balletti, tra cui: Le canal de Versailles; La Princesse de Crète; Le mariage de La Couture avec la grosse Cathos (1688). Custode dei libri di musica nella biblioteca del re, diresse un vero e proprio laboratorio di copiatura, ed è grazie ai suoi manoscritti che è stato conservato un gran numero di balletti dei regni di Enrico IV, Luigi XIII e Luigi XIV; tuttavia molti di questi manoscritti andarono purtroppo perduti o dispersi. Essi si trovano raccolti principalmente nella biblioteca del conservatorio, a Versailles e a Tenbury (Inghilterra).
André ebbe due fratelli, come lui strumentisti della Grande Scuderia: Jacques, detto Ph. le Cadet (1657-1708) e Alexandre, che fu al servizio del re dal 1679 al 1683, come basso di cromocorno e tromba marina.
André il maggiore, sposò due volte: dalle sue prime nozze nacquero:
3. Anne Danican Philidor, primogenito, nato a Parigi l'11 aprile 1681, morto l'8 ottobre 1728, autore di composizioni per flauto, di un Te Deum e di parecchi balletti pastorali, come Diane et Endymion; Danae, ecc. Nel 1725 egli fondò i Concerts spirituels. Ebbe due fratelli musicisti: Michel, nato nel 1863, e François Danican, nato nel 1689, autore di composizioni per flauto, oboe e cromocorno.
Dal suo secondo matrimonio André ebbe un figlio che doveva illustrare il nome della famiglia:
4. François-André Danican Philidor, nato a Dreux il 7 settembre 1726, morto a Londra il 31 agosto 1795. Dapprima, fino dall'infanzia, divenne noto per la sua abilità nel gioco degli scacchi. Dal 1745 viaggiò in Olanda, in Germania e in Inghilterra per misurarsi con i più celebri giuocatori del tempo. Trionfò dappertutto. Nel 1748 pubblicò a Aix-la-Chapelle la sua famosa analisi del giuoco degli scacchi.
Nonostante gli ottimi studî musicali compiuti sotto la direzione di A. Campra, la sua passione per la musica si destò solo a trent'anni. Poiché i suoi primi saggi di musica religiosa non riuscirono, si dedicò al genere, allora nuovissimo, dell'opera comica e produsse a brevissimi intervalli veri capolavori. Tra i più celebri citiamo: Blaise le Savatier (1759); Le jardinier et son Seigneur (1761); Le Maréchal Ferrant (1761); Sancho Panja (1762); Le bûcheron (1763); Le sorcier (1764), il quale ottenne un tale trionfo, da costringere l'autore a presentarsi alla ribalta per ringraziare il pubblico, cosa che in Francia non s'era ancora mai fatta; Tom Jones (1765), Ermelinde (1767), commedia drammatica. Fece inoltre eseguire a Londra un grande oratorio profano, il Carmen saeculare di Orazio, a 4 voci e orchestra, riportando un successo durevole.
Nel genere leggiero dell'opera comica egli portò un'abilità di mano, una raffinatezza di risorse che, sotto certi aspetti, ricordano il Rameau e fanno presentire Mozart.
Della famiglia Ph. si possono inoltre citare: Pierre (1681-1731), figlio di Jacques, flautista e violinista, che pubblicò notevoli composizioni per flauto in duetto e in terzetto. I suoi fratelli Jacques, François (1695-1726) e Nicolas furono anch'essi musicisti.
Bibl.: Sulla famiglia: Ch. Thoinan, in Supplément à la Biographie Universelle des Musiciens di F. J. Fétis, II, p. 332 segg. Su Ph. l'aîné: A. Tessier, in Revue musicale, aprile 1931. Su André: G. C. Bonnet, L'oeuvre de Philidor, Parigi 1922. Inoltre: G. Cucuel, Les créateurs de l'opéra-comique français, ivi 1914.