Glass, Philip
Compositore statunitense, nato a Baltimora il 31 gennaio 1937. Ha compiuto gli studi all'University of Chicago e successivamente alla Juilliard School di New York con V. Persichetti e W. Bergsma, perfezionandosi poi a Parigi con N. Boulanger e con D. Milhaud. A Parigi è avvenuto l'incontro con R. Shankar, dal quale ha imparato a strutturare la composizione per cicli ritmici, come in molta musica orientale; ha maturato inoltre un approccio complessivo alle sonorità indiane e ha studiato la musica africana. Grazie a queste esperienze, G. ha preso definitivamente le distanze dal serialismo avvicinandosi all'indirizzo minimalista di L.M. Young, S. Reich, T. Riley. Dopo il rientro negli Stati Uniti, nel 1967, ha iniziato con successo crescente a proporre anche in patria la propria musica, creando a questo scopo il Philip Glass Ensemble (composto da due sax o flauti, due tastiere, un soprano e un ingegnere del suono) del quale è direttore e interprete.
Con i lavori strumentali degli anni Sessanta (ricordiamo Two pages, 1968; Music in fifths, 1969, fino a Music in twelve parts, 1970) prende l'avvio la ricerca sui procedimenti compositivi caratteristici del minimalismo: sovrapposizioni e sfasamenti di strutture ritmiche, reiterazione ostinata di piccole cellule base che, pur nella sostanziale assenza di sviluppo nel senso tradizionale del termine, subiscono nel corso del brano operazioni appunto 'minimali' di addizione o sottrazione di note, slittamenti di accenti e mutamenti pressoché impercettibili della pulsazione. L'effetto quasi ipnotico di questi procedimenti e, più in generale, le risorse drammatiche emerse dalla ricerca musicale passano con successo dalla musica strumentale ai lavori teatrali e, più avanti, alle numerose colonne sonore per il cinema di cui G. è stato autore. Già nelle opere strumentali è d'altra parte presente un vivo interesse per le componenti visive e gestuali. Tra i fondatori del Mabou Mines Theater, a Parigi, ha collaborato negli anni Sessanta e Settanta alle musiche di scena per diversi spettacoli, mentre la prima trilogia operistica, dedicata a personaggi storici, ha visto la luce a partire dalla metà degli anni Settanta: Einstein on the beach (1975-76, in collaborazione con R. Wilson, come molti dei lavori successivi), Sathyagraha (1980, su Gandhi), Akhnaten (1984). Ai primi anni Ottanta risalgono le colonne sonore per Koyaanisqatsi (1981) e Mishima (1985), seguite tra le altre da quella per Kundun (1997) e The Truman show (1998).
L'esplorazione dei generi teatrali è proseguita con alcune opere di contenuto letterario (The Juniper tree, su testo dei fratelli Grimm e altri, 1984; The making of a representative for Planet 8, su testo di D. Lessing, 1986), lavori per la danza come A descent into the Maelstrom (1985), opere multimediali come Civil wars (1984, commissione del Teatro dell'Opera di Roma), e la più recente trilogia su film di J. Cocteau: Orphée (1993), La Belle et la Bête (1994) e Les enfants terribles (1996), seguiti da Monsters of grace (1998, con R. Wilson). Fra le composizioni per grande organico ricordiamo Itaipu (1989, per coro e orchestra), Low music (1992, a partire da musiche di D. Bowie e B. Eno), 3th Symphony (1994).